Le cerimonie per i sessant’anni del Trattato di Roma dal quale nacque l’Europa, sono liturgie alle quali è ovviamente impossibile sottrarsi, anche se, osservandole dall’esterno, come facciamo noi cittadini qualsiasi, poveri mortali, appaiono talvolta sterili autocelebrazioni, inutili passerelle, mentre tutto intorno infuriano le polemiche, le proteste, si elevano voci critiche.
Impossibile, ci hanno sempre detto grandi economisti e grandi uomini politici, che l’Europa potesse avere una possibilità di sopravvivenza, schiacciata dai due colossi economici, a Ovest gli USA, a Est la Cina… Doveva federarsi, doveva darsi leggi, regole, protocolli, per avere voce in capitolo, per avere la possibilità di contare o almeno cercare di competere, con i predetti giganti.
Su questo tema, sull’opportunità di questa unione di stati, sulla sua reale utilità, si sono nei decenni versati fiumi d’inchiostro, letteralmente e metaforicamente, in servizi sulla stampa cartacea e in Rete. Hanno dibattuto e dibattono sull’argomento, fior di economisti, fior di politici, fior di esperti in generale. Questo “”giardino”” di esperti, in pratica, è composto da favorevoli-fautori, oppure, all’opposto, da sfavorevoli-detrattori.
Sarebbe pertanto quantomeno azzardato e imprudente, per chi non ha le necessarie competenze, dissertare in un senso o nell’altro. Esprimo quindi solo le mie impressioni, come una cittadina qualunque, cittadina dell’Italia, prima che dell’Europa, almeno questo vorrei poterlo scrivere.
La sensazione, di fronte a certe incongruenze, a certe forzature, a certi problemi derivati da imposizioni, leggi, decisioni… con un’Europa che ci impone la sua autorità in ogni aspetto dell’umano consesso, è che in questi sei decenni abbiano messo insieme leggi, protocolli, regolamenti, dimenticando però i popoli, le persone, le svariate genti che nelle varie nazioni vivono e che differiscono, talvolta profondissimamente, per lingua leggi, consuetudini, sistemi di governo,clima, territorio, storia.
Lascia perplessi che abbiano rimosso le radici cristiane dell’Europa, culturali più ancora che confessionali, auspicando la laicità degli stati…e che, contemporaneamente e servilmente assecondino l’Islam, unica religione che è anche forma di governo e che detta leggi non solo nel comportamento dei singoli, ma in ogni aspetto della vita politica e sociale.
Noi, comuni cittadini, comuni mortali, non abbiamo forse la visione d’insieme dei grandi economisti e dei grandi politici e ovviamente dobbiamo accettare le scelte che, chi sa più noi, compie nel nostro interesse. Resta da stabilire quanto sia davvero nel nostro interesse, quanto ci abbia giovato o quanto ci abbia, invece, nuociuto, appartenere all’Europa e quanto sia reale, la proclamata solidarietà e uguaglianza fra le nazioni che costituiscono l’Unione Europea, solidarietà e uguaglianza che, nei momenti di maggiore crisi e di fronte a certi fenomeni, come l’immigrazione incontrollata, sembrano francamente assenti.
Il lusso dell’ideologia, nei momenti di difficoltà e di crisi, è un lusso che davvero non possiamo permetterci quindi, di fronte all’Europa, alle sue leggi, alle sue regole, alle sue imposizioni, chiniamo la testa e le accettiamo, sperando solo che siano per il nostro bene. Quindi Viva l’Europa che ha celebrato se stessa. Abbasso l’Europa lo diremo quando compreremo prodotti agricoli provenienti dall’estero, mentre marciscono quelli dei nostri coltivatori; quando mangeremo latticini di fantasiosa produzione, dai quali è scomparso anche il latte… Quando ci verranno imposte pesanti sanzioni, per colpa degli errori di chi ci governa con incapacità e incoscienza.
E abbasso l’Europa lo diremo, e forse per qualcuno saremo molto sciocchi, nel segreto del nostro cuore, quando non ci riconosceremo nei volti che incontriamo, sempre più numerosi, nelle nostre città e paesi, quando sentiremo più profonda la nostalgia di qualche festa religiosa, di qualche tradizione, di qualche ricorrenza… messe al bando o soppresse per non dispiacere un’irascibile minoranza, peraltro sempre più nutrita.
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
W l’Europa, abbasso gli Europei
di A.D.Z.
60º anniversario dei Trattati di Roma
di Massimo Nardi
25 marzo 2017, a Roma si festeggia la nascita dell’Unione Europea, mentre l’Italia va verso il declino.
Se il ministro invoca il buonsenso nella burocrazia italiana
di Alberto Venturi
I comuni sono costretti ad applicare leggi astruse decise dallo stato o, nel caso specifico, dalle regioni e se non lo fanno, cadono sotto il peso di ricorsi in grado di ripercuotersi personalmente sui funzionari; affrontare le nostre leggi con il buon senso dovrebbe significare, in caso di contrasti, d’essere giudicati con lo stesso metro, ma così non è.
di Angelo Oreste Andrisano
In ambiti e campi diversi, tutti i personaggi insigniti per il 2017 del Ragno d’Oro sono significativi esempi di figure fiere della propria origine modenese, o professionisti che hanno eletto Modena a sede della propria attività, contribuendo a diffondere la conoscenza della città anche fuori dai confini della provincia, in Italia e nel mondo.
di Roberto Armenia
“Rialzati, alza la fronte, sta’ in piedi, non restare una donna curvata … Alle donne sia data piu’ voce” , è l’invito ideale di Padre Enzo Bianchi a tutte le donne.
di Eugenio Benetazzo
Dalla fine dello scorso anno in vista di tutti gli appuntamenti elettorali in Europa si è iniziato a parlare di cigno grigio ossia un evento possibile ma poco probabile a cui alcuni operatori del risparmio gestito pensano di proteggersi per non subirne le conseguenze negativamente. Due tipici esempio di cigno grigio sono stati il voto inglese per la Brexit e l’elezione di Trump.
Auguro a tutti buona settimana e buona lettura del n. 555-229