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“Quando si percepisce la totale assenza di banalità di una mente, le antenne si orientano e rimangono in ascolto per tentare di carpire quei colori e quei sapori che ci migliorano un po', attimo dopo attimo”. art. di J.Vol

Ho letto un commento, che si intitola  Solo due righe, all’articolo Viva la differenza! (Bice n.241 NdR)
Mi trattengo dal commentarlo perché non riesco a trovare le parole che gli  rendano veramente giustizia… e non basta scomodare Georges Wolinski che ha descritto come “”Quando si è sicuri di avere ragione, non c’è bisogno di discutere con quelli che hanno torto.””

Ebbene Antonio da Francavilla è davvero micidiale, di una esperienza, maturità, saggezza e dolcezza infiniti.

Lui non solo scrive quando ha qualsiasi genere di dubbio, ma sopratutto quando sa con certezza di aver ragione. Lui non scrive, come praticamente ciascuno di noi, alla ricerca della frase ad effetto, del colpo del KO. Non scrive con l’arroganza di chi crede di aver capito tutto, non scrive con rancore nei confronti di una persona mai conosciuta. Nemmeno scrive per perdere il suo e l’altrui tempo con elucubrazioni al limite oppure ripetizioni infinite.

Scrive perché ha qualcosa da dire, e la sua intelligenza, il suo garbo, i suoi modi gentili e spontanei fanno sì i suoi argomenti non siano mai banali, mai scontati, ma sopratutto mai imposti. Esprime concetti complessi con parole semplici, esprime concetti banali con altrettanta semplicità. Allo stesso tempo riesce a superare le barriere elettroniche e mostrare a chi lo legge la vera immagine di un nonno, un uomo che immagino sereno, capace non solo di amare e non di odiare, ma sopratutto capace di domare ogni sorta di pulsione umana semplicemente ragionando e condividendo.
Insomma, mi piacerebbe avere un minimo del suo saper vivere ed affrontare la vita, far mio il suo gioire delle cose piccole, la capacità di cogliere il caso, la coincidenza, la stranezza di un mondo e di insegnarlo a chi gli è vicino tutti i giorni. Quando racconta con precisione gli avvenimenti, la routine dell’accensione del PC e la lettura di Bice; le passeggiate con
la Moglie e le serate in Famiglia mi sembra di essere fisicamente presente, anzi, mi dispiace, quasi mi secca, di non esserlo. Certo, si tratta di esperienza di una vita, è l’esempio di quel tipo di uomini maturi d’altri tempi, che hanno sfruttato la vita cogliendone insegnamenti da ogni aspetto. Non si tratta di uomini, parafrasando C. Sainte-Beuve, che “hanno trovato nella vecchiaia l’unico sistema per vivere a lungo”; ha trovato e trova ancora nella vita di tutti i giorni, nonostante i suoi malanni, la curiosità e l’intelligenza con i quali affronta ogni attimo.

Nemmeno appartiene alla cricca di uomini che tacciono per la paura di dimostrare le proprie lacune. Sa di averne, come ciascuno di noi, tuttavia moltissime le ha colmate cogliendo, giorno per giorno, tutto quello che la vita gli ha offerto. Ha gioito per le cose belle e non si lamenta degli acciacchi dell’età; li accetta, non li subisce. No, non teme di apparire sciocco esternando un suo pensiero, e anche nel suo silenzio non si coglie la paura di dimostrare stoltezza. Anzi. Non tace per ignoranza ma per saggezza. Il suo silenzio non serve, come indica Lincoln, a nascondere stoltezza; il suo silenzio è una chiara espressione della logica di Arthur Schopenhauer, per il quale “in genere è meglio palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è saggezza, la seconda vanità”. 

Non riesco a commentarlo perché resto senza parole, ma credo sia giusto rendergli manifesta l’impressione mia e che credo molti lettori condividano: lo renderebbe veramente felice, gli restituisce il merito. Ne condividerebbe ancora una volta i concetti con la Moglie. È un Onore che riceve con rispetto e profondo imbarazzo, ma sarà in grado di ricambiare con profonde riflessioni.

Chi sa, forse, almeno questa volta, MC Ô   non si sguinzaglierà alle terga di chi scrive accusandolo di non aver risposto a chissà quale domanda… chissà che per una volta, anche lui, converrà come la quasi totalità dei lettori di Bice sul Valore di quest’Uomo, che forse mai è apparso semplicemente un nick. Sicuramente si, altrimenti, a mia volta, avrei perso una buona occasione per tacere.

Mi viene da concludere con una cosa vera anche se può apparire sdolcinata. Mi appare sdolcinata ma in realtà è “”timore”” per il pensiero altrui… allora reagisco e provo a trascrivere, come lui, quello che provo. Ringrazio Bice perché permette ad Antonio da Francavilla di trasmettere anche a noi, infinitamente lontani e per lo più sconosciuti, una piccola parte di ciò che chi  lo conosce davvero ha la possibilità di apprezzare.

Un vecchio amico tempo fa ha ben descritto quello che è il mio rispetto, quello di ciascuno di noi nei tuoi confronti: “Quando si percepisce la totale assenza di banalità di una mente, le antenne si orientano e rimangono in ascolto per tentare di carpire quei colori e quei sapori che ci migliorano un po’, attimo dopo attimo”.

Con i tuoi commenti quotidiani rendi la lettura di Bice completa, restituisci un bel po’ di serenità che le notizie giornalistiche spesso (con)turbano.

Accidenti J Antonio da Francavilla… tempo fa gli ho insegnato ad aprire i file .zip[1] e lui oggi mi insegna un pezzo di vita…. ci si rincontra senza essersi mai conosciuti, evidentemente non è una banale coincidenza. 10 anni fa non avrei capito quanto Antonio da Francavilla mi ha dimostrato oggi: affezionarsi sinceramente ad un conoscente mai visto.

 
                                                                                           J.Vol
 

[1] L’Autore, in qualità di esperto on line, rispondeva alle domande degli utenti, in questo caso sull’Informatica (NdR)

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