Virtù e vizi

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Ci fu un tempo in cui gli uomini poco virtuosi non avevano vita facile, al contrario oggi la rendono difficile agli altri.

In Persia, sul finire del 1500, lo Scià Abbas il Grande faceva tagliare le labbra ai fumatori e mozzare il naso ai fiutatori di tabacco: oggi lo Stato scrive sui pacchetti di sigarette che “”il fumo uccide”” ma si intasca il 75% in tasse.

Gli statuti medievali delle terre da Trieste all’Istria stabilivano che l’abitante di Pirano al quale fosse “”scappata”” in pubblico una bestemmia venisse esposto per un giorno alla “”colonna infame”” oppure gettato vestito di tutto punto per tre volte in acqua dal molo.

Oggi viene ritenuta offensiva, da un consiglio di alti personaggi delegati ad amministrarci, la presenza in luoghi pubblici del crocifisso.

A Roma si possono ancora vedere una settantina di lapidi che comminano multe salatissime “”et altre pene anche corporali”” a chi ha la brutta abitudine di “” fare il mondezzaro””, cioè di gettare i rifiuti per strada.

In via dei Pianellari se ne può ammirare una che contempla per il sozzone pescato a lerciare la strada “”tre tratti di corda””.

Se tale pena fosse in auge anche oggidì, i napoletani sarebbero alti come i  watussi, poichè, nel corso di oltre duemila anni di storia, la loro città è sempre stata sinonimo di sporcizia, frutto della loro proverbiale indolenza e sciatteria. 

Il peggio è che certe abitudini se le portano appresso emigrando al Nord.

 

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