Villa Menotti all’asta

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 “I personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese, e con essi i luoghi che li hanno ospitati o visti nascere, meritano cura e rispetto. Se l’asta andrà deserta, l’edificio andrà con ogni probabilità incontro alla rovina. È fondamentale restituire questo luogo ai cittadini e alle giovani generazioni”.

 


L’associazione Le Case della Memoria rinnova l’appello per salvare Villa Menotti di Spezzano, messa all’asta, perché “rappresenta un luogo della memoria legato a un grande personaggio del Risorgimento”. “I personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese, e con essi i luoghi che li hanno ospitati o visti nascere, meritano cura e rispetto. Se l’asta andrà deserta, l’edificio andrà con ogni probabilità incontro alla rovina. È fondamentale restituire questo luogo ai cittadini e alle giovani generazioni”.

Ovviamente sono d’accordo che la villa vada salvaguardata perché è una residenza di pregio, che valorizza il paesaggio e ha avuto abitanti illustri, precisando però che questo luogo non è mai stato dei cittadini e delle giovani generazioni, ma sempre e soltanto una abitazione privata; che, parlando di Ciro Menotti, più della villa spezzanese, di proprietà della moglie e soltanto per pochi anni abitata qualche mese all’anno anche dall’eroe risorgimentale, converrebbe guardare alla sua residenza modenese o a quella carpigiana della famiglia, o alla vasta proprietà di Saliceta Panaro dove per primo Ciro Menotti sperimentò una macchina a vapore per la filatura della seta, oppure alla fonderia di Casinalbo, alla ferriera di Vignola, o alle fabbriche del truciolo con più di 1.000 dipendenti.

Quanto poi al Risorgimento modenese e ai suoi eroi bisogna chiedere la riapertura del modenese Museo del Risorgimento, chiuso dal 1990, con tutti i reperti e i cimeli raccolti in casse di legno in un deposito.

Ecco, Villa Menotti, come sede del Museo avrebbe un senso, ma allora, più del mecenate, comunque benvenuto, occorrerebbe un intervento strutturato da parte delle pubbliche istituzioni nazionali, regionali e provinciali sia per l’acquisto dell’immobile che per le spese di allestimento e la gestione nel tempo.

Altrimenti, piangerò la perdita di un bell’edificio del nostro territorio perché non esistono norme che permettano di acquisire al pubblico patrimonio, gratuitamente, residenze di pregio abbandonate a se stesse e lasciate rovinare, ma la memoria di Ciro Menotti rimarrà comunque intatta perché Spezzano conserva la tomba nella parrocchiale, che andrebbe meglio illuminata e valorizzata.

In ogni caso non pensiamo a sommovimenti turistici; al massimo, se nascesse a Villa Menotti il Museo Storico del Risorgimento, potrebbe essere una tappa in più in un percorso comprendente Castello di Spezzano e Salse di Nirano. Sul fronte del richiamo, il nostro distretto ha un asso di briscola, la Ferrari e una potenzialità per il futuro nel Palazzo Ducale di Sassuolo con il Santuario di Fiorano in un percorso estense legato a Modena e Ferrara

 

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