Alla fine hanno deciso di eliminarle le province. Meno male! Il vertice del centrodestra ha preso in extremis quella decisione che non era riuscito a prendere prima. E’ stato un parto difficile. Un percorso costellato di contraddizioni. Prima l’impegno elettorale e programmatico di cancellarle. Poi il ripensamento condizionato dal veto leghista che voleva salvare le sue. Poi il voto alla Camera che respingeva la proposta di legge tesa all’abolizione. Quindi il goffo
tentativo di risolvere la cosa all’italiana: eliminiamone solo una trentina. Pezo el tacon del buso! Perchè così hanno fatto incazzare tutti, i favorevoli e anche i contrari. Infine il ravvedimento ed il ritorno alla linea programmatica: le province saranno abolite con apposita legge costituzionale. Se c’è la volontà politica – e dopo il vertice di ieri, cui hanno partecipato tutti quelli che contano, non c’è motivo di pensare che non ci sia – la pratica potrà essere risolta rapidamente.
Inutile dire che noi, che ci battiamo da quattro anni per l’abolizione delle province, siamo soddisfatti. Ma poichè siamo in Italia e ne abbiamo viste di tutti i colori, aspettiamo a cantar vittoria. Anzi, proprio per questo e per dar corpo all’impegno politico dichiarato dal vertice riunito del centrodestra e per dare un segnale chiaro ed inequivocabile della volontà di procedere al più presto alla cancellazione di quella istituzione residuale che avrebbe dovuto essere cancellata già con l’istituzione delle regioni quarant’anni fa, darei un suggerimento.
Pdl e Lega diano ordine ai propri rappresentanti nelle province di dimettersi entro l’anno. Sarebbe un bel segnale per far vedere agli italiani – e anche all’Europa- che con la crisi non si scherza e che si vuole fare in fretta.
Paolo Danieli