Ha fatto scalpore, procurandole certo una pubblicità non cercata, il gesto di una mamma di Milano che, sul libretto personale del figlio, ha firmato, correggendo la scritta, fresca fresca di stampa, Genitore 1, con un “banalissimo” Mamma…Scrivo “banalissimo” in aperta irrisione a un provvedimento che appare cervellotico e inutile, se non dannoso.
Non desidero affrontare, non ora e non qui, il complesso tema dell’omogenitorialità ossia il legame, di diritto o di fatto, tra uno o più bambini (sia figli biologici sia, molto più raramente, adottati) e una coppia di persone omosessuali. Esso, inoltre, meriterebbe approfondimenti per quanto concerne i risvolti etici, legali, sociali… Ad esempio, nelle famiglie omogenitoriali con bambini nati mediante fecondazione in vitro da un progetto di genitorialità condivisa si possono trovare quattro genitori: la madre biologica del bambino e la sua compagna, nonché il padre biologico ed il suo compagno.
Oppure, con l’affidamento di un figlio al/la partner del/la genitore/genitrice biologico/a, che diventa così genitore adottivo di diritto o di fatto, o ancora nei casi di padri o madri non affidatari che prendono coscienza della loro omosessualità successivamente alla nascita del figlio.
Delicato, oltre che complesso. Mi limito pertanto non per chiusura preconcetta verso ciò che è moderno, che è futuribile, che è progresso…ma per semplice buon senso, a plaudire al gesto della mamma di Milano, per essere uscita dal coro. Il coro di coloro che accettano senza alcun sussulto di indignazione o di sorpresa, questa e ben altre innovazioni, fin dalle prime classi della scuola materna… con bimbetti, a malapena capaci di capire ciò che viene loro detto, ai quali vengono insegnate, direi imposte, nozioni su sessualità, genitalità, omosessualità spacciata per normalità…
Rientra, fra queste innovazioni, quella che per me è una incomprensibile forzatura, “Genitore1 e “Genitore2”, al posto di Mamma e Papà, forzatura imposta con l’alibi di non discriminare nessuno, privilegiando così una minoranza di genitori non tradizionali, mortificando e negando i diritti della maggioranza.
Ecco, quello che a molti, meno coraggiosi di lei, sarà certo venuto in mente, la mamma di Milano l’ha fatto. Ha ribadito un titolo che la natura le ha dato, ha sottolineato il suo ruolo, non fuori moda e non proibito.
Almeno fino a quando non avrà il sopravvento la tecnica di riproduzione umana di cui parla Aldous Huxley nella sua opera Il Mondo nuovo. Bellissimo, e raggelante, questo libro meraviglioso e triste, è ritratto di una società futura, organizzata in ogni suo aspetto, fin dalla nascita. La produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana, con gli embrioni umani prodotti e fatti sviluppare in apposite fabbriche secondo quote prestabilite e pianificate dai “coordinatori mondiali” e non esistono più vincoli familiari di alcun tipo e “”ognuno appartiene a tutti””.
Forse è ciò che attende l’umanità…e, un passo alla volta, certo ci arriveremo.