Vento di destra

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Bice ha l'onore di ospitare l'analisi politica delSen. Paolo Danieli
sul ""Vento di Destra"" che spira sull'Europa, con il consolidamento di realtà preesistenti e la nascita di nuove formazioni.

La destra stia ottenendo in tutta Europa un successo senza precedenti suffragato da risultati elettorali a ripetizione. Il 19% ottenuto in Finlandia dal partito dei Veri Finlandesi ne è solo l’ultimo esempio.

Si tratta di realtà politiche consolidate e in molti casi determinanti, come il Fronte Nazionale di Le Pen in Francia, il Partito della Libertà in Olanda, la Lega delle Famiglie Polacche, l’Alleanza per il futuro dell’Austria ed il Partito della libertà in Austria, il movimento Jobbik in Ungheria, il partito Grande Romania in Romania, Nuova Alleanza Fiamminga in Belgio.

Tutti partiti, escluso il Front National, che fino a qualche anno fa erano marginali o non esistevano proprio. Anche in altri paesi, come il movimento Sovranità nella Repubblica Ceca, il Partito Nazionale in Slovacchia, il movimento Ataka in Bulgaria, il Partito per l’Indipendenza in Scozia ed il Partito Nazionale Britannico nel regno Unito, i movimenti di destra stanno crescendo a vista d’occhio.

Lo stesso vale per le socialdemocrazie scandinave con il Partito del Popolo in Danimarca e Democrazia Svedese e per gli stati dell’ex blocco sovietico, a cominciare dalla Russia.

Sono, com’è nella natura della destra, tutte formazioni diverse tra loro, con differenti peculiarità legate alla storia e alle vicende di ciascun paese, ma contrassegnate dal medesimo programma politico: difendere l’identità e gli interessi del proprio popolo minacciato dagli effetti della globalizzazione e dell’immigrazione. Inoltre sono accomunate da un certo euroscetticismo, se non da una vera e propria avversione all’Unione Europea ed all’Euro.

Anche in Italia, specie sotto la spinta dell’invasione degli africani che sbarcano sulle coste del sud, ma anche per l’invadenza di certe etnie di immigrati, per la crisi economica, per la delocalizzazione e per la perdita di molti posti di lavoro si sta diffondendo il medesimo stato d’animo che sta determinando il successo della destra nel resto d’Europa.

C’è quindi un grande spazio politico per la destra italiana, che tuttavia non è riunita in un grande partito.

Sono due i motivi per cui ciò non avviene.

Il primo è che gran parte di essa si trova nel Pdl, in condominio con il cosiddetto centro.

Il secondo è che esiste la Lega, che nel nord sequestra gran parte del voto di destra.

Per queste ragioni tutti i piccoli movimenti che si sono costituiti per rappresentare la destra sono falliti.

Ma se il quadro politico cambiasse, se intervenissero degli eventi a determinare la fine della Seconda repubblica, verosimilmente a causa di grandi sconvolgimenti economici, sociali o politici ecco che allora, a fronte dello sgretolamento degli assetti attuali si potrebbero creare i presupposti per riunire la destra italiana in una casa comune.

 

 

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