Vania Galli artista carpigiana a tu per tu con Bice

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E’ famosa in tutto il mondo per le sue sculture in vetro e i suoi quadri ma ha conservato l’umilta’ di chi ha compreso che nell’arte non si e’ mai finito di imparare e sperimentare.Bice e’ riuscita a carpire i segreti della sua magica ispirazione

Quali sono stati i suoi esordi?

 

Fin da piccolissima ho iniziato a disegnare con qualsiasi materiale creasse un segno. A scuola avevo ottimi voti in disegno e applicazione tecnica perché tutto ciò che si poteva assemblare e costruire rappresentava una forma di espressione. Non ho seguito, mio malgrado, specifici corsi d’arte, né frequentato l’accademia sebbene il mio sogno fosse stato proprio quello. Ho scelto una strada più scientifica che mi ha dato, comunque, la possibilità di crescere. Molti critici, infatti, considerano la mia pittura definita dal segno e dalla precisione e questo probabilmente grazie all’impronta lasciata da una cultura scolastica di tipo scientifico. Ho studiato medicina, ma questo non mi ha impedito di cercare un linguaggio artistico di comunicazione con gli altri vagliando differenti forme di espressione non solo disegno e pittura. Mi sono, così, appassionata allo studio di antichi testi sull’incisione, la grafica, la litografia e l’acquaforte cercando di trasportare metodi tanto nobili e lontani nel tempo nell’arte moderna che seguo come pittore surrealista. Questa è la definizione che mi hanno sempre dato i critici. Si è trattato di un percorso interessante che mi ha dato la possibilità di affinare,tramite soprattutto la tecnica dell’incisione, l’esecuzione manuale approdando in via quasi del tutto casuale alla pittura in vetro.

 

Ricorda quale è stato il tuo primo disegno?

 

Si certo. I miei genitori lo conservano ancora. E’ un disegno su carta realizzato con colori ad olio che raffigurava un paesaggio invernale in cui spiccavano un ruscello, un piccolo ponte di legno e delle casette nel sottobosco. Io sono nata in gennaio e conservo con l’inverno un fortissimo legame che si traduce in autentica passione per la neve. Tutti gli anni, con l’arrivo dell’inverno,  avverto il richiamo della neve questa strana cosa bianca, fredda, tralucente ed estremamente affascinante. Il secondo disegno, al contrario, era un disegno su carta dedicato alla primavera: una collina piena di animali di ogni tipo. Lo feci in prima elementare e la maestra lo valutò con un bel dieci e lode. Conservo ancora quel disegno che forse è quello che meglio rappresenta ciò che avrei voluto trovare nel linguaggio pittorico, vale a dire, tutte le forme espressive possibili. All’inizio credevo che il mio percorso di artista fosse indirizzato solo verso il disegno e la pittura con il tempo,invece, si è evoluto comprendendo anche la tecnica manuale espressa attraverso la scultura, la creazione orafa e l’arte vetraria.

 

 

A proposito di arte vetraria, lei Vania realizza meravigliose sculture in vetro che richiedono lunghe ore di lavoro in fornace e una buona conoscenza dei trucchi del mestiere tramandati di padre in figlio dai maestri vetrai di Murano. Un lavoro e una passione non certo facile da portare avanti per una donna esile e minuta come lei!

 

 

La storia vetraria muranese è una storia tutta al maschile. Dopo cinque anni di lavoro accanto ai più prestigiosi maestri vetrai di Murano ho scoperto che c’era una motivazione storica ben precisa non legata al ceto sociale o alla differenza di sesso degli operatori. Basti pensare che la lavorazione meno artistica, a cui mi dedico,avviene a 1300 gradi e richiede un considerevole sforzo fisico. La temperatura corporea si alza di parecchi gradi mentre la temperatura ambiente si aggira sui 70-80 gradi. Nonostante queste condizioni poco favorevoli la passione per questo tipo di arte è tale che si lavora senza sosta dalle cinque del mattino alle cinque di sera. I ritmi incalzanti e la fatica fisica hanno praticamente escluso la presenza femminile in fornace e oggi solo poche donne hanno l’onore di poter assistere i maestri vetrai nel loro lavoro. Da parte mia io amo lavorare con questi grandi artisti ed è un vero privilegio poter creare qualcosa insieme. Cerco di pormi con grande umiltà nei loro confronti perché so bene che prima di poter diventare un maestro vetraio occorrono oltre cinquanta anni di esperienza con il fuoco e la vita della fornace. Come me sono pochissime le donne che si cimentano in questa esperienza di affiliazione con i grandi maestri e noi siamo la dimostrazione che anche una donna può fare un mestiere del genere nonostante la fatica e il caldo.

 

Lei lavora al Policlinico di Modena, come riesce ad associare il lavoro e questa grande passione?

 

Riesco a dedicarmi a questa mia passione perché posso contare su orari molto flessibili che non mi impegnano tante ore al giorno. La notte, però,è la mia grande alleata. Mi capita spesso di fare le ore piccole pur di finire un progetto artistico. Per fortuna ho bisogno di dormire poco, mi bastano solo poche ore di sonno per ricaricare le batterie. Lavorando in ambienti radiologici in cui dominano il bianco e il nero quando esprimo la mia creatività è tutta un’esplosione di colore che mi rilassa e mi tranquilliz
za. Sia l’arte che il mio lavoro mi aiutano molto nel percorso di crescita personale. Mentre l’arte mi garantisce un forte equilibrio,la mia mente scientifica mi dà lo sprint necessario all’accensione della miccia della creatività e della fantasia.

 

Dove trova l’ispirazione per le sue opere?

 

L’ispirazione la trovo in qualsiasi cosa io vedo intorno a me. Un gesto, una parola, un semplice modo si atteggiarsi delle persone, un abito curioso aiutano il pensiero a volare verso nuove forme nella mia mente. I sogni esercitano un forte potere su di me e rappresentano un’importante fonte d’ispirazione. Il tipo di pittura che faccio sconfina oltre l’onirico anche se generalmente è la realtà a catalizzare la mia attenzione. Il mio obbiettivo è quello di trasformare la realtà in sogno non il contrario. Ognuno di noi tende a migliorare una cosa o a preferire un oggetto o una situazione ad un’altra perché la realtà non è sempre felice. Da qui il desiderio di cambiare, non certo per mancanza di coraggio, per il semplice piacere di evadere spiccando un salto verso la dimensione del sogno che dal canto suo mi da la forza necessaria ad affrontare meglio le situazioni che mi si parano davanti. Si può guardare ed interpretare il mondo da diverse angolature ed ognuna è diversa come diversi sono i modi di vedere la realtà di ognuno di noi. E’ una gioia per me raccontare il mondo con i miei occhi e mostrarlo agli altri.

 

Ha mai dedicato una scultura ad una persona?

 

Ne ho dedicate molte proprio perché attribuisco un grande valore alle relazioni interpersonali. Molte persone hanno direttamente ispirato le mie opere ad altre, invece, ho semplicemente dedicato un mio lavoro.

 

C’è una persona che ha un ruolo determinante nella sua vita e nella sua arte?

 

Ce ne sono diverse. La mia famiglia mi ha sempre appoggiato benché mio padre rivesta da sempre il ruolo di colui che mi tiene con i piedi per terra. La persona che più di ogni altra,invece, mi è vicina è mia sorella. Il suo carattere forte e concreto riesce ad ridare equilibrio alle frequenti evasioni della mia mente. Tante altre persone, poi, hanno avuto e hanno ancora un ruolo fondamentale. Le stesse meteore, apparse sul palcoscenico della mia vita e poi rapidamente scomparse per mille motivi, hanno esercitato una forte influenza. Io mi considero una privilegiata perché il Signore mi ha dato il dono di non dimenticare e di portare sempre nel cuore tutte le persone che ho incontrato. Ogni tanto vecchie frasi di amici o alcuni gesti, suggerimenti divengono attuali e mi ispirano cose nuove.

 

Vania Galli e la moda un recente sodalizio che le ha portato un grande e forse inatteso successo. Pensa di continuare in questo mondo effimero, ma al tempo stesso esaltante per un artista?

 

Da poco tempo ho iniziato una felice collaborazione con un giovane stilista, Gian Marco Messori, realizzando alcune collezioni di accessori- abbigliamento per uomo. Lui è un professionista dotatissimo con tanta voglia di sperimentare. Questa sua inclinazione mi affascina molto. Mi vedo bene in questo ambiente sperimentale in cui anch’io posso dare spazio alla mia personale creatività. Come una persona comunica attraverso il suo abbigliamento mi ha sempre incuriosito, perché sono convinta che attraverso l’abito sia possibile scoprire altre sfaccettature di questa vita.

L’idea che un mio disegno si animi su un tessuto confezionato ad hoc per un uomo che sfila su una passerella mi galvanizza. Questo legame tra un’idea che si trasferisce alla carta e può viaggiare non solo nella mente umana come succede abitualmente nell’opera pittorica ma può prendere forma sul corpo di un modello o di una modella mi regala emozioni continue.

 

Lei ha un grande successo non solo in Italia, ma anche all’estero. E’ Modena, però, una delle piazze in cui il suo nome incontra il favore del pubblico grazie anche a numerose iniziative che la vedono impegnata come direttore artistico, organizzatrice, espositrice o creatrice di opere. Quali saranno i suoi prossimi impegni? Ci può anticipare qualcosa?

 

Non amo molto dare anticipazioni, non è nel mio stile. Non vorrei mai sciupare le sorprese al pubblico. In questo caso farò un’eccezione anche perché ormai è alle porte il Maggio Fioranese un’importante iniziativa del comune di Fiorano che ha richiesto la mia presenza artistica. Mi hanno, infatti, dato la possibilità di esporre le mie opere presso le ex scuole di fronte al comune. Esporrò non solo quadri e sculture, ma anche gioielli e accessori per abbigliamento.

 

Non ci resta altro che farle il nostro più sincero in bocca al lupo!

 

Crepi il lupo.

 

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