Uomini e bestie

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Cronistoria di un flagello creato dall’uomo.

Otto marzo 2006, la Provincia di Modena vara un piano straordinario per ridurre il numero di ungulati nelle zone di montagna adibite a colture pregiate. Il Piano straordinario, discusso in Giunta, prevede battute sistematiche e veloci (sic!), così titolavano i giornali.  Non era previsto l’utilizzo della braccata sia per l’incolumità delle persone impegnate sia per il disturbo che questa arreca alle altre specie di animali. In un primo momento, dopo la pubblicazione di un nostro articolo di protesta sulla Gazzetta del 10 marzo, la mira si sposta dagli ungulati in generale sui soli cinghiali, così assicura la Provincia. Ma due settimane dopo, il 23 marzo 2006, quattrocento imprenditori agricoli

si riuniscono in Comitato Spontaneo e presentano una petizione al Presidente della Provincia di Modena: non vogliono più cinghiali, né caprioli e daini in libertà sul territorio, chiedono interventi drastici e rapidi ma anche la garanzia che i cacciatori siano veramente esperti nell’uso delle armi a palla, visti i rischi e le situazioni di pericolo trascorse. Dal tre all’otto aprile 2006  il piano straordinario dai suoi primi frutti: una cinquantina i cinghiali abbattuti che, come prevede il Piano, rimarranno come incentivo nella disponibilità degli stessi cacciatori ai quali spetterà destinarne (?) metà ai proprietari dei fondi che ne abbiano presentata richiesta. Le “”operazioni di bonifica””continuano anche nel fine settimana e ai turisti ed escursionisti viene sconsigliato dal servizio provinciale Faunistico di frequentare le zone interessate dalle ore 8 alle ore 18: noi arriviamo a piedi in località Benedello, fino  dialogare con i cacciatori appostati ai margini della braccata con cani ( ma non le avevano proibite?). Quattordici aprile 2006, diversi agricoltori

> della Val di Sasso di Pavullo si sentono presi in giro dai “”Terminator”” di cinghiali: ne hanno scovati in zona più di cinquanta senza ucciderne ,   pensiamo noi, perchè non si vede una libbra di cacciagione !  I fatti sono due – fanno sapere gli agricoltori alla Provincia – o i cacciatori sono guerci e allora meglio non dargli in mano armi pericolose, oppure hanno semplicemente sbagliato di proposito, limitandosi ad allenare i cani ( o per non dividere il bottino ?). Siamo alla serata del 24 aprile, la sala della Comunità Montana di Pavullo è gremita all’inverosimile, gente fin lungo i corridoi: l’assemblea promossa dal comitato spontaneo si accende, animata dagli agricoltori. La presenza di Associazioni Venatorie e di una dozzina di cacciatori non invitati crea momenti di tensione e di disturbo, ma l’assemblea è determinata nel rivendicare il diritto che “”ognuno sia padrone a casa sua””. Fosse stato presente il consigliere regionale e comunale della Lega Nord, Mauro Manfredini, li avrebbe applauditi con entusiasmo! Infine l’intervento dell’Assessore provinciale all’agricoltura, Graziano Poggioli, tranquillizza la platea, ma il suo discorso suona come una condanna per gli ungulati in generale: “” La Giunta Provinciale – afferma l’Assessore – è decisa a voler eliminare, nel più breve tempo possibile, il problema cinghiali – continua – poi affronteremo anche il problema determinato dai danni creati da caprioli, daini e cervi”” La platea applaude. Non sappiamo quali altre puntate ci riservi questa tragedia rappresentata nell’immenso teatro delle nostre colline e che vede in primo piano agricoltori e Provincia primi attori protagonisti (e antagonisti), cacciatori, guardie e cani come comparse, cinghiali e ungulati vari in fuga dietro le quinte, e naturalisti, animalisti e ambientalisti vari assenti in platea… Il nostro pensiero va

indietro nel tempo quando la montagna era maggiormente popolata, quando, nonostante la miseria, il montanaro e le sue greggi convivevano con le bestie e le belve dei boschi, allora ben più numerose. Ora non sappiamo più convivere, né con le bestie né con  nostri simili.

 

 Paola Lei, aderente alla  Lega per l’Abolizione della Caccia.

 

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