Ammetto che la politica intesa come strumento virtuoso, quando, e se, viene esercitata con sapienza, abilità e maestria, ha un suo fascino al quale istintivamente non rimango indifferente.
Ciò nonostante, annoto che col il passare degli anni questa disciplina, ai miei occhi, sta perdendo sempre più del suo smalto invece che crescere di interesse.
Questo avviene, certamente per limiti miei, perché mi diventa sempre più difficile intercettare i discorsi o i programmi o le promesse o i ragionamenti dei vari rappresentanti o protagonisti della politica locale. Ma quello che più mi meraviglia è questa mutazione dei partiti, da centrali di ascolto, da spazi dove sollecitare una corale partecipazione degli elettori, in club quasi esclusivi e autoreferenziali dove per essere accettati degnamente non basta nemmeno la favorevole presentazione di qualche loro militante.
Malgrado ciò rimango convinta che Politica è, o dovrebbe essere, la materia primaria che governa tutte le altre discipline, perché queste siano sempre più al servizio dell’uomo.
Mi risulta che in questo settore la Modena del dopoguerra sia stata laboratorio, punto di riferimento, guida e oggetto di studio politico per altre realtà territoriali.
Cosa può riportare le nostre città al glorioso primato di ieri, a fregiarsi di cavalcare ‘il meglio’ che necessariamente non deve essere per forza nuovo o “nuovista”?
Città progressista per eccellenza, a suo tempo luogo dove una diffusa partecipazione dei cittadini veniva cointeressata alla gestione politica del paese, oggi, pur avendo registrato, nel corso degli ultimi anni, profonde trasformazioni sociali e strutturali, si è ripiegata su un suo innegabile status da città da primato, illudendosi che riformismo e progresso fossero dei naturali derivati della coalizione di governo e non frutto della rinnovata progettualità culturale e amministrativa dei suoi governanti.
Di questo errore di valutazione sono rimasti, a volte vittime e a volte comprimari, anche i soggetti del poderoso esercito di funzionari, dirigenti e impiegati sia dell’apparato comunale e provinciale che delle aziende collegate o delle molteplici realtà collaterali.
Infatti questa nutrita schiera di lodevoli, preparati e motivati portatori di professionalità non si sono limitati a formare una nutrito zoccolo duro di consenso, ma credo, anche un impagabile apparato propulsivo per i governanti che si sono succeduti alla guida delle istituzioni territoriali.
Questi stessi appartenenti all’apparato oggi, quanto sono elementi di freno o possibilità di accelerazione di rinnovamento o di cambiamento? Sono convinta che molto del cambiamento avvenuto in altre realtà che sembravano immutabili sia stato facilitato dall’apporto decisivo degli appartenenti a questa schiera di onesti servitori delle nostre istituzioni periferiche.
Nel frattempo negli anni in molte parti la sfiducia e un certo malessere si sono andate sviluppando in un crescendo dì frustrazione, di rabbia come di un vero e proprio rigetto della politica che sta sfociando nell’anti politica.
Per esempio l ’evento luttuoso determinato dalla scomparsa del maestro Pavarotti ha fatto rimandare appuntamenti già prefissati come il V-DAY di Beppe Grillo previsto anche in Modena.
Un evento che nella vicina Bologna ha radunato circa quarantamila persone! Sarebbe stato interessante valutare l’effetto che questa giornata
In ogni caso questa protesta montante sembra essere l’effetto di una classe politica di conservatori tesi alla loro conservazione anche se ci troviamo di fronte ad un equilibrio politico instabile.
Del resto come non nutrire dubbi e perplessità che scaturiscono dalle contraddizioni che emergono dal costituendo Partito Democratico?
Che dire di Forza Italia? Giorni fa il suo coordinatore nazionale Sandro Bondi ha definito Forza Italia “ il solo partito veramente popolare che oggi c’è in Italia, anche se non è ancora del tutto democratico ”. Una preoccupazione quest’ultima che avrei preferito sentire anche dalla super rossa Michela Vittoria Brambilla, il cui silenzio in materia mi fa mestamente osservare come le stesse presenze femminili in città, di fronte a questi scenari poco esaltanti, mi paiono più impegnate a difendere posizioni o quote di rappresentanza piuttosto che a vincere battaglie a favore delle donne là dove non sono ancora a sufficienza tutelate.
O c ome valutare La lega Nord che nonostante la sua antipolitica e il suo anticonformismo da prima pagina ora deve assistere, sicuramente qui in Emilia, ad una concorrenza spiazzante da parte di un “movimento” guidato dal comico ligure?
Oppure è rassicurante AN ora in dialettica casalinga anche con il nuovo partito di Storace, o l’Udc modenese che sembra solo in cerca di polemica utile solo a garantirgli una sua visibilità ?
Di fronte e grazie anche a questi scenari, per dirla come il prof. De Rita sostiene nell’articolo pubblicato nella rassegna stampa di Bice, siamo diventati come tanti “Coriandoli”, detentori del primato delle soggettività, ma divenuti tali principalmente per la perdita di aree di appartenenza ( della classe operaia, del mondo contadino, del ceto medio, delle grandi scelte ideologiche, della militanza nei partiti di massa, ecc.)
Quindi se questa identità non esiste più come forza aggregante e propulsiva, grazie a quali contenuti, un progetto culturale e politico, riesce a diventare credibile e vincente? Basterà sollevare la questione morale ( due sole legislature; fuori dal parlamento i condannati, ecc.ecc.)?
Saranno le liste civiche raccomandate anche da Beppe Grillo, saranno i vari comitati, i blog i futuri nuovi protagonisti della scena politica delle nostre realtà periferiche?
«I blog non sono solo “uno strumento di informazione e di denuncia”. I blog possono essere (e non da oggi) un luogo della politica. Non della chiacchiera politica, del teatrino, del gossip o della lamentazione perpetua del piove-governo-ladro. I blog sono un luogo dell’aggregazione di idee e consenso, della politica “vera”…» (da La Stampa.it del 13 settembre 2007di Mario Adinolfi)
Sarà così? Di sicuro è obbligato un rilancio di una nostra diffusa partecipazione alla politica modenese. Una disponibilità anche a un rimescolamento delle nostre appartenenze storiche. Una scesa in campo di tutti gli armati di buona volontà e determinazione. Una discesa in campo mettendo in discussione anche le nostre certezze perchè oltre la consapevolezza che nessuno è indispensabile c’è la presunzione di sapere che il primo della classe non siede più fra i banchi della politica da un pezzo……….
Da queste pagine di Bice e mi auguro non solo da queste sarà possibile mettere in circolazione per la città idee progetti speranze e perfino delusioni
La campanella è suonata anche a Modena, dobbiamo rientrare al lavoro e alle proposte perché la ricreazione non può avere tempi illimitati. Proviamoci … la città nel suo insieme e non solo; i partiti singoli od aggregati dovranno riemergere da questo torpore
Sono certa che di fronte a progetti credibili e proposte sensate un tam tam, un brusio, un passa parola percorrerà la città avvicinando , risvegliando e convolgendo anche i più distratti ed indaffarati in altre faccende
Proviamoci: Passa parola…e teniamoci informati ed aggiornati