In Italia da tempo il sistema abitativo è in crisi, perché non riesce a dare risposte adeguate ad una domanda sempre più complessa per composizione sociale, livelli di reddito, esigenze di mobilità territoriale e qualità urbana dell’edilizia.
Sempre più spesso quanti non riescono a trovare lavoro o non hanno la sicurezza di una certa continuità economica, non riescono a sostenere l’acquisto o l’affitto di una casa e sono quindi costretti a vivere in situazioni di grande disagio. Un’emergenza che riguarda in particolare giovani, anziani, single e divorziati, immigrati, senza fissa dimora; mentre in Italia mancano politiche atte a tutelare questi soggetti, presenti invece in altre realtà europee. Ecco perché i temi della casa e dell’abitare devono tornare ad essere presenti e centrali nel dibattito politico e sindacale.
Modena ha cercato negli anni anche attraverso la firma di diverse intese col sindacato a contenere le problematiche, intervenendo sulle emergenze. Ma per uscire dalla logica emergenziale sono necessarie altre risorse e capacità oggi non disponibili.
Se le occupazioni abusive non soddisfano certo il bisogno di legalità, spesso lo stato di necessità e il sentimento prevalgono e i fatti accaduti ieri testimoniano un disagio non certo nascosto, né da sottovalutare. Sull’emergenza povertà nessuno deve fare speculazioni. Se la situazione oggi è quella che si è determinata dopo 8 anni di crisi economica, accompagnata da un debito pubblico già preoccupante di suo. non è certo responsabilità degli esclusi, degli emarginati, dei giovani, dei pensionati al minimo, ma di tutti quelli che hanno mal gestito il patrimonio pubblico, dissipando imponenti risorse, indebitando il paese, ricorrendo alla corruzione, al malaffare, alla mancata lotta all’evasione e elusione fiscale e contributiva.
Come sindacato vorremmo che le cose nella nostra città potessero andare meglio. Da tempo abbiamo cessato di considerarci un’isola felice, ma le cose tutto sommato sono meglio che da altre parti anche in virtù di una tradizione di relazioni con le istituzioni che negli anni ha visto il coinvolgimento attivo delle parti sociali. Non basta certo. Mesi orsono facevamo notare che a distanza di 2 anni, nonostante il contributo comunale di contrasto all’indigenza fosse cresciuto attribuendo al fondo 200000€ in più, a moltissime famiglie modenesi (2000 richiedenti) sia stato riconosciuto lo stato, ma senza ricevere alcun contributo, che nel passato, con altri chiari di luna, avrebbero sicuramento percepito con certificazioni ISEE poco sopra i 7000€ annui di reddito familiare.
Sfratti per morosità, mutui bloccati, insoluti, bollette inevase sono all’ordine del giorno. L’idea iper liberista che tutto si possa aggiustare col mercato è fallita miseramente. Le cose non si aggiustano da sole, senza risorse pubbliche non si rimette in moto l’economia. Non prendiamocela con i poveri, con chi esegue delle disposizioni e applica le leggi, puntiamo in alto, ad un nuovo modello sociale di sviluppo, ad un’ Europa attenta e unita nelle risposte alle gravi emergenze sociali di questi tempi.
LUIGI TOLLARI
SEGRETARIO GENERALE CST UIL MODENA E REGGIO EMILIA