Siamo stati nelle scorse settimane al capezzale del PD quasi quanto al capezzale di ben altri ammalati, le migliaia di nostri connazionali colpiti dal Covid. Ogni giorno, ogni notiziario, ogni flash di notizie, si diquisiva sulle vicende del partito democratico, sulle diatribe interne, sulle lotte intestine, sulle discussioni che hanno infine portato alle dimissioni del Segretario Zingaretti. Ora, dopo l’insediamento del nuovo Segretario Enrico Letta, è nuovamente al centro dell’attenzione, non per il suo stato di salute, poiché è miracolosamente quanto velocemente guarito… ma per i programmi, i progetti, gli intendimenti e i provvedimenti cui dare immediatamente seguito e che, evidentemente, sono la cosa più importante da sapere.
L’ascesa politica di Letta, classe 1966, tocca l’apice quando ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio, incarico ricevuto da Napolitano, ricoperto dal 24 aprile 2013 fino al 13 febbraio 2014, quando la Direzione Nazionale del Partito Democratico, sollecitata dal segretario Matteo Renzi, chiese le sue dimissioni. Un vero e proprio abbandono, da parte del partito, da parte di sostenitori e amici: un tradimento che, oltre che farlo dimettere, lo portò polemicamente a non rinnovare la tessera del PD, lo farà allontanare dalla politica e persino dall’Italia. A Parigi, dove si stabilisce, gli viene prontamente offerto un posto di docente presso la Scuola di affari internazionali. Ora, sorprendentemente, per strano che possa sembrare, dopo essere stato così grandemente umiliato e offeso, ha lasciato il prestigioso incarico di docente alla Science Po di Parigi ed è rientrato come se nulla fosse, alla guida questa volta, dello stesso partito che lo aveva abbandonato.
Ha detto indubbiamente qualcosa di Sinistra, per dirla alla Nanni Moretti, nel suo discorso di insediamento; ha messo le carte in tavola, invocando il rinnovamento del PD, auspicando la sua più ampia capillarizzazione sul territorio allo scopo di sottrarre spazio alla Lega … parole che appagano l’auditorio, parole che dovrebbero unire tutti, facendo superare le non poche divergenze. Quindi, benissimo indicare come sentina d’ogni nequizie la Lega, benissimo demonizzare l’avversario, benissimo sbandierare come priorità assolute Ius soli e voto ai sedicenni, tutti temi assai cari al PD.
Giova ricordare, tuttavia, che l’Italia non è proprietà del PD, della Lega, del Movimento 5S né di alcun altro partito e prendere, imporre diciamo pure, provvedimenti utili a raggranellare voti, più che al bene della Nazione, non è particolarmente giusto, chiunque lo faccia. Anche perché, la situazione contingente, sanitaria, scolastica, sociale, lavorativa, in cui ci dibattiamo fa apparire voto ai sedicenni e Ius soli importanti quanto scegliere le tendine del salotto mentre la casa va a fuoco.
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto sono link che portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
A.D.Z.
Alberto Venturi
Resto convinto che dovrebbe esistere in ogni comune o in ogni distretto un giudice deputato a punire i reati minori e i comportamenti incivili, con una maggiore libertà di utilizzare formule alternative di pena.
Ciao Raoul !
Laura Corallo
“”La vita è ciclica, è fatta di epoche: ci sono sempre stati i grandi cambiamenti e le grandi trasformazioni. Al successo segue la caduta, poi torna il successo. Consiglio ai ragazzi di non perdere mai dignità fiducia e valori. (Raoul Casadei)
Rientrare o no nel PD?
Ugo Volpi
Il ragionamento, fondamentalmente, è che senza il Pd in Italia non esiste una forza con la massa critica minima per essere un punto di riferimento per l’elettorato. Di contro c’è chi lo ritiene ormai morto e sia necessario creare un soggetto nuovo.
Come state di salute oggi?
Paolo Danieli
Ve lo diciamo noi. Peggio, e vivrete pure di meno. Pandemia, peggioramento della salute mentale, tumori, infarto, obesità…
Donne sole e culle vuote, il Recovery Plan dev’essere pro vita
Maddalena Morgante
Due notizie apparentemente distanti ci confermano che la vera priorità di questi giorni è e resta la famiglia che non compare in alcun recovery plan come non fosse un problema evidente che questo Paese non cresce perché manca, banalmente, di un ricambio generazionale e di una tensione ideale al futuro.
Buona settimana e buona lettura del n. 741 – 435.