Le persone crudeli, vigliacche, stupide e inutili, affollano la Rete, il Web, come la vita reale.
La differenza sta nel fatto che, quando su Facebook o un altro dei social network suoi omologhi, l’infinita stupidità, la cattiveria, la falsità umana si manifestano, è possibile “tappare la bocca” agli idioti che berciano, è possibile oscurare le loro parole, è possibile rintracciarli e forse anche punirli, per il male che fanno, per il dolore che provocano a persone innocenti e alle loro famiglie.
Ma, nella vita di ogni giorno, quando queste stesse cose intossicano i rapporti umani, la vita sociale, la dignità delle persone, non c’è scampo, non è possibile difendersi, non è possibile oscurare le parole che queste persone vomitano addosso al prossimo, né i loro pensieri crudeli, né le loro insinuazioni meschine.
Fa vergognare di appartenere al genere umano, che ci sia, (cito solo l’ultima in ordine di tempo fra le aberrazioni in Rete), chi prende di mira le persone forse più maltrattate, quelle affette dalla sindrome di Down. Mi rendo conto, scrivendo così, di dispiacere sia queste persone sia i loro cari, e chiedo loro scusa. Questi bambini non si dovrebbero definire come “affetti da trisomia
In questa nostra insulsa società, quando si vuole offendere qualcuno gli si dice mongoloide, ma fino a qualche decennio fa, quando ancora il “politically correct” non era arrivato, dire mongoloide non era un insulto, era semplicemente riportare la definizione che il dott. Langdon Down, nel 1866 usò, distinguendo quei neonati secondo una tipologia etnica, quella mongolica. Questo perché la forma della loro testina, i loro occhi a mandorla, il loro nasino schiacciato, ricordavano i tratti somatici delle popolazioni mongole.
Ma l’isolamento, l’ingiusta discriminazione sociale riservata a questi bambini, cui negli anni passati la parola venne associata, l’ha fatta decadere e non solo nessun medico, ma nessuna persona civile la usa più.
Ma ora, da quando l’ipocrisia o, come dicevo, il politically correct, ci fa pudicamente evitare questo termine, paradossalmente esso viene usato come insulto, quando ce ne sono già tanti a disposizione, per annientare una persona, assai più comodi, come darle della cretina, o più crudeli, come darle della squilibrata, e molti altri ancora. L’Italiano è una lingua ricchissima.
Comunque, la grancassa mediatica attorno ai decerebrati che osano fondare un gruppo simile su Facebook è, a mio avviso, molto dannosa, perché in qualche modo li si premia, si dà loro il miserabile quarto d’ora di celebrità che cercavano.
L’aspetto positivo è che questo clamore, portando il tutto a conoscenza di milioni di persone, censura queste belle imprese e sollecita a far oscurare il sito. Ai benpensanti che si sono indignati per la poca tempestività, gioverà sapere che l’oscuramento non è avvenuto in tempo reale, perché il server di Facebook non è in Italia e nemmeno in Europa, ma in USA.
Tuttavia, e di questo sono amaramente convinta, la cosa più grave è che rimangono impunite nella vita reale persone che abbondantemente superano per insensibilità, vigliaccheria, meschinità e crudeltà persino i fondatori di questo indecente gruppo.
Non frequento Facebook, se non per segnalare l’uscita settimanale di Bice, e il suo aggiornamento il giovedì, quindi non posso dire di conoscerlo bene, ma trovo incomprensibile che si colpevolizzi il mezzo, quando a macchiarsi delle più varie nequizie sono le persone. Sarebbe come definire assassino un bastone da passeggio, con il quale, invece di sorreggere dei passi incerti, si spacca la testa a qualcuno … o un bisturi, che invece di servire ad un’operazione salvavita, taglia la gola di qualcun altro che sta sullo stomaco.
Non serve a nulla dire a chi, con molta superficialità, considera Facebook e in generale i social network, soltanto come una congrega di ragazzini scoppiati, di perdigiorno, di ochette isteriche e palloni gonfiati, che molte persone debbono ad essi la vita. E’ cosa nota che nelle calamità n
aturali essi talvolta sono il solo mezzo per comunicare con i soccorritori.
Né servirà far presente che, fra gli iscritti compaiono persone di grande valore, scrittori, politici,rettori universitari, sindaci, associazioni di volontariato, gruppi culturali…
Né, sicuramente, serve ricordare che ogni associazione, ogni gruppo, ogni consesso,ovunque sia, non solo in Rete, è rappresentativo della società umana, e i soggetti che li compongono derivano da essa.
Perchè non è Facebook, o il Web in generale, a creare dei mostri.
I mostri, sia quelli che si servono di esso, sia altri che nemmeno sanno cos’è Internet, sono comunque tra noi, impuniti, riveriti e rispettati, anche dalle loro ignare e incolpevoli vittime.
Per questo dico che tutto il mondo è Web e tutti siamo Down per qualcun altro.
Chi, per aspetto, per genialità, per spiritualità, per malattia, è in qualche modo diverso, viene isolato, temuto, molto più spesso irriso.
Se gli esseri umani sono stati capaci di irridere Michelangelo che, lacero, con un buffo copricapo a sorreggere una candela, dopo una giornata di lavoro vegliava nella notte, per levigare la Pietà, o Bernadette, che si impiastricciava il viso col fango, ubbidendo alla Signora che lei sola vedeva, o Francesco, che parlava con un lupo e si spogliò davanti al Papa …come possiamo pensare che siano sensibili di fronte al bambino che a scuola legge con difficoltà, a chi, per una malattia, ha visto la sua voce affievolirsi, la sua verve oratoria attenuarsi, la sua sicurezza nel trovare i termini appropriati scemare…o di fronte alla persona in sovrappeso che ansima anche a fare due gradini, al ragazzo con le orecchie a sventola, alla giovane con un brutto naso o, ancora di più, di fronte a chi è triste, chi è debole, chi è brutto (secondo i loro discutibili canoni) chi è vecchio, chi è povero, chi non è à la page, chi non è cosmopolita, chi non è, insomma, perfettamente omologato con il resto della società che vuole tutti allegri, tutti vincenti, tutti sani, tutti perfetti, tutti ricchi, tutti uguali.[1]
Chi non ha queste caratteristiche è out…
I mostri, crudeli e ingiusti quanto e più di quelli presenti sul Web, con le loro ingannevoli facce bonarie, con la loro falsa amicizia,con la loro mendace bontà, sono fra noi, e il loro è un gruppo da cui i non omologati vengono esclusi, come degli appestati. Questi mostri non conoscono la pietà, la vera amicizia, la carità, ma nemmeno la lealtà.
Non c’è posto, per chi non è come loro, nella società, e meno ancora per i Down, che sono solo dei parassiti, stando al giudizio di queste menti anguste, di queste anime meschine.
Quanto a questo, basta guardarsi intorno e ne vediamo tanti, che di cromosomi ne hanno 46, eppure sono soltanto delle nullità privilegiate, loro sì, dei veri parassiti.
Peccato non sia possibile, come per i gruppi criminali che nascono su Facebook, oscurare, tappare la bocca, isolare, allontanare queste persone dalla società e dalle nostre vite.
Maria