Fra i molti, troppi, motivi di contrasto, fra partiti e fazioni, c’è anche la prossima elezione del capo dello Stato. Il PdL, reclama affinchè l’eletto alla suprema carica non sia un nome gradito o, meno ancora, un nome proposto dalla Sinistra che già ha fatto il colpaccio, per così dire, piazzando Presidente della Camera e Presidente del Senato. Ora, se non ricordo male, anche il PdL “piazzò” Gianfranco Fini e Renato Schifani, entrambi PdL , alla seconda e terza carica dello Stato… e nessuno potè certo dire nulla… erano stati eletti dal Parlamento, proprio come la Boldrini e Grasso.
Questo non significa certo che io straveda per loro, anzi. Sulla Boldrini mi sono già espressa, forse troppo, già nello scorso numero, Grasso mi permetterò di giudicarlo alla distanza. Vedremo.
Comunque, entrambi hanno il sacrosanto dovere di dimenticare le loro simpatie politiche e la loro provenienza… perché devono dimostrare sul campo di essere, per tutti, degni dell’incarico che ricoprono. Non m’importa, dato che non ho potuto sceglierli io, ovviamente, da quale partito provengano e quale coalizione li abbia sostenuti e candidati, mi importa solo che ora siano all’altezza del compito loro affidato, con imparzialità e giustizia. Le questioni di partito, i comizi, le parzialità… le lascino a casa, per cinque anni, salvo sorprese elettorali anticipate.
Tornando all’elezione del Capo dello Stato, prossima ventura, non vedo differenze. Ogni fazione proporrà dei nomi ( curiosamente sempre gli stessi, tristemente sempre gli stessi, incredibilmente sempre gli stessi…) e poi l’assemblea deciderà.
Minacciare la rivoluzione, se non sarà eletto un “moderato” ( qualunque significato il PdL attribuisca a questo termine) mi sembra veramente grottesco…Scendere nelle piazze perché il parlamento ha scelto un Presidente non gradito? Non bastano già gli infiniti guai della Nazione, senza che si minacci la mobilitazione delle piazze per un Capo dello Stato che non va a genio a qualcuno? Non ha senso… il Presidente della Repubblica ha il dovere morale, l’obbligo di essere super partes, togliendosi qualsiasi casacca abbia indossato in precedenza, stracciando idealmente e non solo, qualsiasi tessera di partito. Chi è a capo di una nazione non può permettersi simpatie e antipatie, parzialità e ingiustizie, non può essere di Destra o di Sinistra, non deve avere nessun colore…O meglio, deve averli tutti, perché tutti i cittadini possano guardare con un minimo di serenità e fiducia a lui che, per sette lunghi anni, li rappresenterà, custodirà la Costituzione, vigilerà sulla nazione, lontano da ogni bega politica, interessato solo al bene del Paese.
Se qualche Presidente in passato non l’avesse fatto, non sarebbe stato degno di questo immenso onore.
Ma questo è un altro discorso.