Sono molte le sfumature del bianco e non è necessario essere pittori per riconoscerle.
C’è il bianco delle camicie di percalle, indossate con il tight, c’è il bianco abbacinante dei denti sbiancati con la lampada alogena Beyond[1], c’è il bianco freddo e luminoso di platino e diamanti in una fede nuziale e c’è il bianco di un abito da sposa, appena intravisto, celato da grandi ombrelli, tanti, anch’essi bianchi.
E poi c’è un altro bianco, terribilmente cupo e oscuro, quello delle morti bianche, eufemismo usato per definire le morti sul lavoro.
E’ tristissimo che nello stesso giorno, a distanza di qualche minuto, compaiano nei notiziari queste sfumature di bianco, talvolta privilegiando nell’ordine le prime, improntate alla giusta gaiezza, rispetto all’altra, tristemente comune e nota sfumatura di bianco, che significa solo dolore.
E, mai come questa volta, queste sfumature mi sono apparse fra loro stridenti.
Una coppia famosa festeggia con amici e notabili un matrimonio favoloso, mentre per altri, le persone comuni, inizia il calvario della sofferenza e delle ristrettezze economiche.
Coppia che per certi versi mi è piaciuta, non vorrei essere fraintesa, ma ho apprezzato, come tutti credo, che nel lusso e nello spreco dilaganti, Briatore e signora abbiano pensato a chi soffre, a chi è meno fortunato, dirottando sia i doni nuziali sia la stratosferica esclusiva del tabloid inglese in beneficenza.
Anche se è facile dire che un miliardario si può permettere questo ed altro, trovo comunque bello il gesto, non importa quanto poco sia costato a chi l’ha compiuto. Se una persona mi regala un’acquamarina, trovata per terra, che quindi non le è costata nulla, se non piegare la schiena per raccoglierla, non per questo essa brillerà meno o la sua liquida bellezza sarà per me meno incantevole.
Quindi bisogna apprezzare un gesto comunque generoso, abbastanza unico nel mondo dell’effimero e della ricchezza.
Ma il pensiero torna sempre a quegli operai, che da Nord a Sud, (le ultime tragedie, in ordine di tempo, a Mineo, Modena, Imperia, Alessandria,Nuoro) hanno perso la vita lavorando.
Condivido il pensiero di Pasquino al Mudnès, che qualche tempo fa, sulle pagine di Bice, in un commento come sempre di grandissimo livello, ebbe il coraggio di dire che molti, troppi di questi incidenti sul lavoro sono originati dall’imprudenza, dalla ripetitività, dall’abitudine a compiere certi gesti a scapito del rispetto delle norme di sicurezza, come indossare le imbragature, le maschere, gli elmetti, gli occhiali protettivi e quant’altro…ma comunque queste persone lavoravano, e sono morte per questo. E ciascuna lascia una storia dietro di sé, una famiglia, degli amici.
E poi, un’altra cosa.
Forse gratuita, forse pure stupida, non lo so, ma sento il desiderio di dirla, senza fare della facile demagogia ma sinceramente.
Se io fossi stata Presidente del Consiglio, piuttosto che ad un matrimonio avrei scelto di presenziare ad un’altra cerimonia.
Infischiandomene di protocolli, opportunità e via dicendo, avrei presenziato ai funerali di quelle persone del popolo, popolo che io rappresento, popolo grazie al quale io sono in una posizione di prestigio e potere. Popolo per il quale, in teoria, io dovrei dare il cuore e l’anima. Concezione la mia assai romantica dell’impegno politico, vero?
Presenziando a questi funerali, è vero, non si va sulle prime pagine, non si hanno applausi di cortigiani servili, ad ogni sciocca facezia, non si hanno visibilità e servizi patinati sui giornali ma sicuramente avrei guadagnato qualcosa di infinitamente più importante, merce rara soprattutto per un uomo politico: la stima delle persone.
E’ pur vero che Briatore si sposa una volta sola e che, invece, di morti bianche ce ne saranno molte altre ancora.
Giusto.
Alla prossima, allora, Cavaliere.
[1] Un altro “must” nella parossistica rincorsa della perfezione, per i VIP, è lo sbiancamento dentale.
Viene steso perossido d’idrogeno sui denti e viene accelerata la sua azione sbiancante esponendolo alla luce della lampada alogena Beyond.