Una notizia sorprendente(1) sia per la localizzazione geografica, sia per la tipologia.
A Jesolo, sulla spiaggia assolata, i bagnanti hanno difeso e protetto la fuga di un venditore ambulante abusivo, accerchiato dalle guardie. Questi aguzzini, infatti, nella fattispecie Polizia Locale e militari della Capitaneria di Porto, avevano individuato un extracomunitario intento a vendere la propria mercanzia, in violazione delle norme vigenti, e volevano procedere al controllo per contestargli le sanzioni previste.
Al che l’extracomunitario, per sfuggire al controllo e al conseguente sequestro della merce, ha pensato bene di rifugiarsi in acqua. E’ in questo momento che una cinquantina di villeggianti, di probi cittadini, ha fatto cerchio attorno ai vigili e ai militari, indirizzando loro insulti e minacce. Con una tale virulenza da suggerire ai rappresentanti delle forze dell’ordine di abbandonare la spiaggia perché la situazione stava per degenerare!
Siamo purtroppo abituati a scene simili, ma a Napoli.
Mi scuso con i napoletani, non giudico le persone dalla latitudine di provenienza, e mi indignano le gratuite prese di posizione di chi, sia che parli di delinquenza, sia che parli di lavoro, sia che parli di olio, o che so io, butta lì, come uno sputo, la parola “meridionali”…Pertanto, se dico che siamo abituati a vedere scene simili, nelle vie di certi quartieri dove la camorra la fa da padrona, la mia non è un’affermazione gratuita o razzista.
La volante della Polizia bloccata dai residenti per impedire la cattura di un amico o di un congiunto, oppure gli agenti fatti segno di un nutrito lancio di oggetti dalle finestre, per mano delle donne dei boss, la complicità di far entrare svelto svelto in un “vico” chi è inseguito, a qualunque titolo, dalle forze dell’ordine…sono scene che forse non avvengono solo a Napoli e in Campania, ma che comunque lì hanno una tale ripetitività per cui è facile che esse poi diventino una specie di tratto contraddistintivo.
Ma che qualcosa di simile accada a Jesolo è incredibile.
A Jesolo, cioè nel profondo Nord, in quel Nord Est, anzi, così spesso tacciato di chiusura e razzismo, bollato con l’etichetta del provincialismo, ma, soprattutto, quel Nord Est che vive, quotidianamente e amaramente, in ogni sua città, sulla pelle dei propri cittadini, l’invasione massiccia di extracomunitari e clandestini, con l’impennata di micro e macro delinquenza che ne è conseguita.
Già sentir dire micro delinquenza mi provoca un travaso di bile, come se fosse “micro” lo scippo a una vecchietta che cade e si spacca la testa, o anche solo le ginocchia, come se fosse micro il furto sistematico delle biciclette (anche legate con catena e lucchetto, sissignori) come se fosse micro lo spaccio di una piccola dose di droga, ma piccola eh, una cosina da nulla…In ogni caso, è micro delinquenza anche vendere merce abusivamente, o merce “taroccata”, come si dice in gergo, oppure rubata, è micro delinquenza occupare il suolo pubblico, magari davanti a un negozio, vendendo le stesse cose che il disgraziato gestore paga il doppio o il triplo, e sulle quali deve comunque pagare le commesse, le tasse, l’affitto del negozio, tutti i vari balzelli che la Legge impone ai commercianti…e, buona ultima, mantenere la propria famiglia.
E se vogliamo lasciare questo ridicolo doppio decimetro nel misurare la delinquenza, tutto ciò è comunque una violazione, di leggi, regolamenti comunali e quant’altro.
Che ci sia chi, cittadino, vada contro sé stesso, proteggendo e favorendo chi le leggi le infrange, lo trovo incomprensibile.
Che accada a Jesolo o a Scampìa.
E qui si tratta di una legge giusta, che protegge la dignità del lavoro dei commercianti regolari, garantisce la sicurezza e la tranquillità dei bagnanti, difende la bellezza, la vivibilità e il decoro dei luoghi, siano essi strade cittadine o spiagge.
E invece non va bene, perché se la signora vuole la finta borsa Louis Vuitton ha piacere che ci sia l’ambulante sotto casa o accanto all’ombrellone, e così per ogni altro sfizioso acquisto. Quindi, insieme agli altri bagnanti, aggredisce chi, in altre occasioni, invoca, magari perché un cane si è permesso un bisognino inopportuno, o abbaia durante il suo sacro pisolino pomeridiano.
In un mondo in cui ci facciamo un punto d’onore di rendere conto delle nostre azioni solo a noi stessi, le leggi valgono solo per gli altri, e, in ogni caso, qualunque legge, evidentemente, la riteniamo degna di essere rispettata solo se ci aggrada e se si adatta alle nostre esigenze.
Socrate che, invece, rispettava la Legge in quanto tale, in quanto espressione massima della dignità dell’umano consesso, al punto da morire ingiustamente, pur di non violarla, non è lontano da noi appena duemilaquattrocentosette (2) anni, ma si colloca a distanze siderali.
(1) Il Gazzettino, 10.7.2008
(2) Ciò è narrato nel Critone , dialogo di Platone che prende il nome dall’amico e discepolo di Socrate. Quest’ultimo, ingiustamente condannato a morte, rifiuta l’aiuto di Critone, che ha corrotto le guardie ed organizzato perfettamente la sua evasione, nonché predisposto per lui il rifugio e l’accoglienza fuori Atene. Ricco di frasi memorabili, il Crito
ne è un insegnamento di vita e una norma per ogni cittadino. Se una legge è iniqua deve essere cambiata, deve essere perfezionata, ma