Lieve e profonda, questa poesia di Donata Berra evoca incanti di ore senza tempo, paesaggi interiori, suggestioni eterne, fatte di silenzi e di voci.
Bellissima.
Non si dovrebbe aggettivare la poesia. Ho aggettivato un’emozione.
Tsunami
Quando sull’arco del giorno si schiaccia la notte
e abbruna la linfa alle nostre membra sfatte
passa la mano dell’onda e subito
abbiamo tutti lo stesso nome
i giochi le reti gettate gli sguardi la compiacenza
il lungo, faticoso metterci in scena
niente più appare
sotto il cielo ragnato da un inutile sole
come se il tempo si trovasse altrove
calma è soltanto la voce
nostra, che dice in fondo noi
lo sapevamo
vieni, riposa, voglio accarezzarti di buio,
buio sulla tua pelle, a piene mani
ti accarezzo di buio
che renda cieca la voce.
Donata Berra è nata a Milano, dove ha studiato Letteratura italiana e Musicologia. Dopo un soggiorno di alcuni anni in Germania si è trasferita in Svizzera, dove tuttora risiede. Ricopre un incarico per corsi di Lingua e letteratura italiana all’Università di Berna. Ha tradotto Friedrich Durrenmatt, Klaus Merz, Stefan Zweig. Ha pubblicato tre raccolte di poesie: Santi quattro coronati, Casagrande, Bellinzona 1992; Tra terra e ciclo, Zwischen Erde una Himmel Verlag Im Waldgut, Frauenfeld, trad. J. Kelter, 1997; Maria, disguincio, addossata a un palo / Maria, schràg an einen Pfosten gelehnt, Verlag im Waldgut, Frauenfeld, trad. J. Kelter, 1999, e una plaquette dal titolo Vedute bernesi, alla chiara fonte, Lugano 2005. Una silloge di poesie dal titolo La linea delle ali è stata pubblicata nel 1999 sul n. 132 di “Poesia”. Nel