Non sappiamo quali siano le logiche che bloccano le menti e la circolazione sanguinea a coloro che, ogni volta si parli di un argomento la cui ovvietà è talmente clamorosa dall’essere offensiva del buon senso, diventano inflessibili censori.
La gente comune resta sbigottita nel sapere che chi è nato in Italia può non averne la cittadinanza, mentre chi non lo è, ma ha antichissime e non sempre chiare discendenze, diventa un idolatrato rappresentante della nazionale pallonara senza conoscere neppure il nostro inno.
Certo, è opportuno anche vivere in Italia, non solo nascerci per caso e fuggire; frequentare la scuola, imparare la lingua ed accettare le nostre tradizioni culturali e religiose.
Lo diciamo da leghisti, pur espulsi, che si pongono con atteggiamento critico ma logico davanti alle tematiche che toccano le sensibili corde del vivere civile.
E lo diciamo da consiglieri comunali ferrei sostenitori delle regole e della lotta ad una immigrazione incontrollata e spesso clandestina, che imperversa nel nulla legislativo, limitata solo grazie al massimo impegno delle forze dell’ordine.
Ma sono due temi diversi, due ordini del giorno che non si intrecciano; come si può pensare che vi siano sottili logiche secondo le quali considerare italiani i nati in Italia, porta di conseguenza ad essere favorevoli al voto amministrativo per gli extracomunitari senza un adeguato lasso di tempo di residenza nel nostro paese, o, ancor peggio, ad essere favorevoli all’ingresso indiscriminato di stranieri in Italia?
Si, una logica c’è, è quella della mala fede, dilagante in ambito politico.
Basta con questi stereotipi del da una parte o dall’altra; si può essere inflessibili su un punto e logici su un altro.
Misuriamoci sui contenuti e non sui luoghi comuni per pavoneggiarci con la base elettorale e rosicchiare un pugno di voti, sporco di ipocrisia.
I consiglieri comunali a Modena, per loro scelta ancora per poco nel gruppo consiliare Lega Nord
Walter Bianchini