Nella rubrica “”Visti da vicino”” una raccolta di immagini della serata, a cura del fotografo Corrado Corradi
Come sottolinea il pianista e direttore d’orchestra argentino-israeliano Daniel Baremboim nel suo volume “La musica è tutto”, “ La musica ha il potere di esprimere il potenziale di un’umanità che sa oltrepassare i suoi limiti. La musica ha la capacità di mettere in relazione gli esseri umani, senza distinzioni di sesso, razza o nazionalità. E questo perché ci guida sulla via che, partendo da un’idea –magari confusa- , procede verso lo sviluppo e il completamento di un’opera sorretta e supportata da una propria logica interna”. Per uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, Claudio Abbado, la musica può essere “il più efficace strumento per costruire una società migliore”. Cosa hanno in comune le affermazioni di questi due grandi maestri? . Sicuramente la constatazione-condivisione che la musica è un forte elemento di aggregazione, che coinvolge, arricchisce e diverte. Un elemento di aggregazione che ha via via segnato la vita dei nostri progenitori e la nostra: negli anni ’40 avevamo l’Italia divisa tra “Faccetta nera” e “Bella ciao”, ma ci trovavamo uniti nei buoni sentimenti espressi da “Mamma son tanto felice”, cantata da Beniamino Gigli ( il primo a passare dalla musica classica alle canzonette); gli anni ’50 sono ricordati per Domenico Modugno, “Mr Volare” con “Nel blu dipinto di blu”; negli anni ’60, con “Sapore di sale” , Gino Paoli porta nella canzone il lato sensuale dell’amore; gli anni ’70 , con “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni , sono gli anni dell’epopea “strappacuore”; gli anni ’80 , invece, sono caratterizzati da “Vita spericolata” di Vasco Rossi; gli anni ’90, sono quelli de “La solitudine” di Laura Pausini; gli anni 2000 vedono l’esplosione del rap e di “A te” di Jovanotti.
Ma, sicuramente, dagli anni ’70 fino alla sua morte , avvenuta nel 2002, (ed oltre) il panorama musicale, non solo italiano, è stato caratterizzato , in modo trasversale, dal “cantastorie” sassolese Pierangelo Bertoli che, si è autodefinito “ artigiano della canzone” , ma che è stato (ed è considerato) uno dei più interessanti co-protagonisti della canzone d’autore italiana, che ha spaziato dalla musica popolare al rock, con testi diretti e ricchi di riferimenti e contenuti sociali e politici. Parafrasando quanto ha scritto il grandissimo direttore d’orchestra e violoncellista Arturo Toscanini, “ battere il tempo lo fa qualunque asino, fare musica è di pochi”. Tra questi il sassolese Pierangelo Bertoli, che è stato ed è la voce sincera della sua terra, con canzoni come “Eppure soffia”, “Spunta la luna dal monte”, “ Per dirti t’amo”, con altre di vera denuncia socio-politica come “ Italia d’oro” o “ “Giulio”. E’ quindi giusto che sia nato, nel 2013, il “Premio Pierangelo Bertoli”, dedicato al cantautore di casa nostra, premio voluto e organizzato dalla famiglia Bertoli, con la direzione artistica del figlio Alberto e dell’imprenditore e promotore musicale Riccardo Benini. Questo riconoscimento, giunto alla sua quarta edizione, si propone premiare i cantautori che, come Pierangelo Bertoli, siano stati capaci di “arrivare al cuore della gente”, attraverso i contenuti dei loro testi in primis, l’impegno sociale e il coraggio-volontà di rifiutare il conformismo e le mode imperanti. Nelle prime tre edizioni, il premio si è tenuto al “Teatro Carani” della sua Sassuolo ed ha visto, tra i vincitori, artisti come Massimo Bubola, Luca Carboni, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Eugenio Finardi, Mariella Nava, I Nomadi, Il Cile (alias Lorenzo Cilembrini) , Brunori Sas ( pseudonimo di Dario Brunori), gli Stadio, i Modena City Ramblers e Levante. La quarta edizione si è svolta, sabato 26 novembre 2016, al “Teatro Storchi” di Modena ( per la assurda, inconcepibile “querelle” tra proprietà del teatro sassolese e l’Amministrazione Comunale di Sassuolo, lo storico “Teatro Carani” non è al momento disponibile) . Condotta da Andrea Barbi (una delle “colonne” portanti dell’emittente “TRC”) , la serata ha visto la presenza degli artisti Luca Barbarossa, Van De Sfroos, Ermete Meta ed Enrico Ruggeri, che hanno arricchito la manifestazione omaggio a Pierangelo Bertoli, con alcune delle loro più rappresentative canzoni . Il “Premio Bertoli” , riservato al cantautore italiano con comprovata carriera di successo ed almeno 15 album all’attivo , è stato consegnato a ENRICO RUGGERI,” l’uomo del nuovo swing”, che ha regalato ai numerosi presenti alcune canzoni del suo repertorio. Il “Premio Italia d’Oro” è stato assegnato al cantautore “laghèe” DAVIDE VAN DE SFROOS, per la sua capacità di descrivere la situazione socio-politica contemporanea. Il premio “A muso duro” , a LUCA BARBAROSSA “per essersi distinto sui temi dell’indipendenza intellettuale e dell’anticonformismo”. Il premio “ Per dirti t’amo” , dedicato alla “sua capacità di trattare il tema dell’amore anche sul piano universale”, è stato consegnato al cantautore albanese, naturalizzato italiano, ERMAL META. Tra gli ospiti co-protagonisti della serata al “Teatro Storchi” , i componenti la Compagnia “Daltrocanto” (gruppo musicale che “fonde i suoni della tradizione del Sud Italia con le atmosfere di oggi”) e gli otto finalisti del Concorso “NUOVI CANTAUTORI” : Tonia CESTARI ( di Caserta), Grazia CINQUETTI ( di Modena), DADAMO ( di Brindisi), MEZZANIA (foggiana trapiantata a Bologna), Noemi DE SIMONE ( di Napoli), GOLASECA ( di Carbonia-Iglesias), LOOPEN (di Milano) e Giulia OLIVARI ( di Bologna). Tutti gli otto concorrenti , accompagnati dalla band storica di Pierangelo Bertoli, diretta da Marco Dieci, hanno interpretato un loro brano e poi hanno cantato un “pezzo” di Pierangelo Bertoli. Vincitrice dell’edizione 2016 del concorso “Nuovi Cantautori” è risultata essere la “bolognese” (di adozione) MEZZANIA , nome d’arte di Mariantonia Mazzeo, 24 anni , nata a Foggia, che ha interpretato “con delicatezza” il brano scritto da Bertoli, “I Poeti”, ed ha dichiarato: “ la canzone inedita che ho presentato, “Fratello caro”, mi ha dato molte emozioni quando l’ho scritta. Pierangelo era un grande comunicatore e lo faceva con le sue canzoni”.
Da sottolineare che (come ha detto Alberto Bertoli) “l’idea del premio è stata sempre quella di valorizzare i nuovi artisti e trasmettere ai giovani il patrimonio musicale che ha lasciato mio padre” Il figlio Alberto , per rendere onore al padre Pierangelo, ha cantato brani del padre e il suo “Come un uomo”, riscuotendo calorosi applausi dai numerosissimi presenti .
Da sottolineare, in chiusura, che la figura e l’arte di Pierangelo Bertoli, continuano ad essere apprezzate : negli ultimi tempi, il Comune di Milano ha intitolato al cantautore sassolese morto 14 anni fa, un’area verde della metropoli lombarda. Il suo “storico” amico e partner Marco Dieci, con la collaborazione dello scrittore-giornalista Leo Turrini, ha appena pubblicato un libro-omaggio , “ Eppure Angelo canta ancora”, che raccoglie ricordi, testimonianze, aneddoti sulla figura e sulle canzoni di Pierangelo Bertoli.