Su Bonaccini, Giorgia Meloni  e Elisa Anzaldo

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Sono favorevole a che il commissario per la ricostruzione sia Stefano Bonaccini in quanto garanzia che le risorse messe a disposizione saranno equamente divise fra gli amici dei sinistroidi e quelli che non la pensano come loro. Giorgia Meloni attenta alle parole. Gaffe clamorosa della cronista RAI Elisa Anzaldo nella diretta del  2 giugno.

Come si legge nel sommario, Stefano Bonacini deve, a mio modesto parere, essere il commissario alla ricostituzione della Romagna. Quello che è stato il suo buon operato si può vedere dopo che il terremoto colpì la bassa modenese nel 2012.

Tranquillizzo subito i lettori: non ho cambiato il mio modo di pensare sui trinariciuti ma vengo e mi spiego. In passato scendevo spesso a Roma per svariati motivi e grazie a un caro amico che lavorava nella capitale, ho potuto conoscere vari Onorevoli e Senatori, diciamo di seconda fascia, che mi raccontavano ciò che non era di dominio pubblico. Fra di esse c’era anche un parlamentale, prima della Lega, poi di Alleanza Nazionale e dichiaratamente monarchico, motivo per il quale fu fatto fuori da Gian Franco Fini. In effetti, quella di fare eleggere un monarchico nelle loro liste, salvo rari casi, è sempre stata un’idea ostile al loro modo si concepire la pluralità degli ideali Saranno diventati anche antifascisti, ma rimangono repubblicani e anti monarchici! Un retaggio della RSI? La faccio breve. Entrai subito in sintonia con la persona in questione anche perché le nostre idee sulla forma istituzionale dello Stato Italiano, erano coincidenti.  Lui, veneto, mi raccontò un episodio. Facendo parte di una commissione dedicata alla distribuzione di fondi agli agricoltori nella sua regione di provenienza e sostenuta dai sinistroidi, non fece una piega, salvo, che al momento della decisione finale, mise un paletto: “va bene, ma una parte dei fondi deve andare anche agli agricoltori non schierati con voi”.

Quindi, lasciamo fare al Presidente di Regione e limitiamoci a mettere al lavoro i parlamentari, o le persone fidate e competenti, che possono fungere da controllo su come vengono assegnati i fondi per la ricostruzione. Così, si avrà la certezza che non andranno ai soliti noti. A pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca! In una terra dove le cooperative rosse la fanno da padrone e la cementificazione impera, sentirsi il fiato sul collo su ogni fondo che il commissario dovrà conferire, è senz’altro molto più scomodo. In più, non mi sentirei più dire dalle persone che conosco, che questi parlamentari stanno a Roma per scaldare la sedia. Inoltre, i comuni governati dalla sinistra hanno estremamente bisogno di essere comunque controllati altrimenti fanno dei danni un po’ per ideologia, un po’ per incapacità personale e collettiva ignoranza.

Un esempio. Succede a Modena che si crei una ciclabile in una delle arterie maggiori della città dalla parte in cui ci sono attività commerciali, togliendo parcheggi, mentre dall’altra parte, c’è il deserto dei tartari.  Chiusa questa parte di redazionale, mi occupo di una frase detta da Giorgia Meloni: … “il pizzo di Stato”. In precedenti editoriali avevo parlato di lei in maniera positiva in confronto a certe dichiarazioni dei suoi colleghi di partito. Questa volta, però, la frase sopra citata non mi è piaciuta. Giorgia, non dovevi dirla. La potevi pensare e proferire se tu fossi stata ancora solo un leader del tuo partito, all’opposizione, per raccattare un pugno di voti. Questo, però, non si dichiara quando si governa una nazione, seppur allo sfascio.

Termino sorridendo per la gaffe della giornalista che nella mattinata del 2 giugno ha detto che in quella data gli italiani scelsero la monarchia nel referendum del 1946. Un semplice lapsus o qualcosa di più visto che ci furono luci ma anche molte ombre sulla nascita della Repubblica? Tuttavia, per essere più sicuri, i padri della nostra costituzione crearono l’art 139 che recita: “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

Fine dei giochi.

https://video.repubblica.it/cronaca/il-lapsus-della-giornalista-rai-2-giugno-1946-gli-italiani-scelsero-la-monarchia/446073/447039#:~:text=La%20giornalista%20Elisa%20Anzaldo%2C%20nel,E%20scelsero%20la%20monarchia.

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