Il segretario provinciale del Partito Democratico modenese Stefano Bonaccini, 42 anni, ha recentemente ufficializzato la sua candidatura alla segreteria regionale.
Sostenitore della mozione-Bersani al prossimo congresso nazionale, per questa sua ipotesi di scalata regionale ha l’appoggio di molti big del partito ovviamente non solo modenesi.
Infatti Bonaccini può contare sul consenso di moltissimi autorevoli nomi del partito dell’Emilia-Romagna, tra i quali, tra gli altri, lo stesso governatore Vasco Errani; i sindaci di Modena Giorgio Pighi e di Bologna Flavio Delbono; l’ex sindaco Giuliano Barbolini; diversi assessori della giunta regionale; alcuni deputati emiliani; il segretario del Pd bolognese Andrea De Maria; il vice sindaco di Bologna Claudio Meriggi; il sindaco di Imola Daniele Manca.
In più Bonaccini potrà contare, oltre che sull’ala del partito che fa riferimento a Pier Luigi Bersani, anche di parte importante di dirigenti e loro accoliti ex-Dc, quali la Bindi e Letta. Non è quindi una logica di campanile modenese che fa muovere tante personalità. Non è in competizione il primato di una provincia sull’altra, ma un modo di pensare sentire e gestire il partito che questi ultimi ritengono ancora vincente e quindi da non disperdere, anzi da consolidare. Bonaccini ha una sua idea di partito che evidentemente nei fatti si rivela tra le più rassicuranti in circolazione e perciò ancora in grado di centrare obbiettivi.
Per il fatto stesso che in natura come in politica nulla è immutabile è un dato certo anche per i dirigenti del PD che anche le regioni più ostinatamente conservatrici ed elettoralmente tradizionaliste, come l’Emilia-Romagna, dovranno prima o poi passare la mano. Un cambiamento, una alternanza di governo che se mal gestita potrebbe trasformare un normale passaggio di mano in un disastro politico.
Serve quindi al PD una sapiente capacità di navigazione in queste acque tempestose che ha convinto e probabilmente indotto i big a concentrarsi sulla candidatura a segretario regionale di Stefano Bonaccini.
In più i grandi e piccoli elettori e sostenitori modenesi nel partito ritengono che
Stefano Bonaccini sia la persona giusta a ricoprire questo ruolo perchè
ha ben gestito il PD modenese in questi anni. Ha la giusta esperienza avendo ricoperto anche importanti incarichi da amministratore ; sa rappresentare il nuovo di qualità e non il nuovismo fine a se stesso.
Per il rispetto che dobbiamo garantire alla naturale dialettica tra le componenti interne non entriamo nel merito di questo dibattito.
Certamente, che tutto questo piaccia o meno il risultato di questo ulteriore rimescolamento delle carte non potrà lasciare indifferenti nemmeno gli altri partiti.
Che ognuno quindi ,in questo frangente, faccia la propria parte che gli compete potrà solo portare benefici alla politica nel suo variegato complesso