Spiegazione su tre livelli

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La fine del ciclo berlusconiano trova spiegazioni diverse. art. del Sen. Paolo Danieli

 

 

 

 

 

Troppo facile liquidare la spiegazione sulla causa della crisi con l’inadeguatezza di Berlusconi! Troppo facile, semplicistico e demagogico, anche se nella società attuale prevale l’abitudine di cercare non la verità, ma la spiegazione più facile, che costa meno fatica e quella che solletica i riflessi più elementari della gente.

La spiegazione ha vari livelli di lettura, a seconda di quanto uno è disposto ad approfondire.

Un primo livello è quello della vulgata corrente, leggibile sui giornali, scritti e parlati: Berlusconi ha curato solo i suoi interessi, non ha capito la situazione ed ha avuto comportamenti incompatibili con il suo ruolo al punto da minare la credibilità dell’Italia.

Un secondo livello scende un po’ più in profondità. Dopo quasi un ventennio, anche il ciclo di Berlusconi è finito perchè si sono esauriti l’energia iniziale e l’entusiasmo generati dalla promessa di un cambiamento che non è avvenuto. La rivoluzione liberale si è rivelata solo uno slogan, le riforme non sono state fatte e l’Italia è rimasta ferma. Certamente colpa del Cavaliere che si era/aveva illuso di riuscirci. Certamente degli errori li ha fatti anche lui, sennò mica saremmo a questo punto.

Ma colpa soprattutto della società italiana, di cui la classe politica, piaccia o no, è l’espressione, dominata da un pernicioso istinto alla conservazione, intesa non come salvaguardia di valori, ma come difesa delle diverse rendite di posizione, sia a livello personale che di categoria. Per raggiungere il terzo livello bisogna scavare più a fondo.

Ci si deve sforzare di abbattere luoghi comuni, penetrare le consolidate barriere del politicamente corretto, acquisire nozioni celate accuratamente negli spazi più reconditi del pensiero unico. Però una volta raggiunto questo livello la spiegazione che si trova è più completa.

Falliti i precedenti tentativi, è attraverso le agenzie di rating, la Bce ed il governo oligarchico dell’Europa che gli speculatori internazionali stanno per riuscire nel disegno di far fuori Berlusconi, reo di non far parte di quell’establishment che attraverso la finanza decide il destino degli stati e dei popoli e di mettere le mani sulla ricchezza degli italiani convincendoli di essere poveri.

 

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