Il fronte del No ha vinto con il 61,31%, gli europeisti greci si devono accontentare di un 38.69%. Vittoria netta del premier Alexis Tsipras e del suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis sui burocrati dell’EU. Tsipras, in segno di distensione, ha offerto la testa di Varoufakis che in questi mesi di tira e molla, con il suo atteggiamento, ha indispettito per bene i burocrati di Bruxelles. E questo, è un timido segnale di distinzione. Ma adesso, cosa accadrà? Sicuramente la soluzione non è fuori dalla porta. L’unica cosa sicura è che si cercherà di prendere tempo, senza smettere d’inviare risorse per permettere alla Grecia di sopravvivere al fine di trovare una soluzione che salvi la faccia ad ambedue i contendenti. Sì, perché in fondo, di questo si tratta. Non sarà facile, ma nemmeno impossibile e potrebbe anche portare ad un cambiamento, in positivo, delle regole che da troppi anni fanno felici e ricche solo alcune nazioni e rendono più povere altre. Fra queste, la stessa Italia che, in parte, si trova nella stessa situazione della Grecia. Debito pubblico enorme, politiche di risanamento che hanno fatto felici solo la grande industria, mentre la piccola e la media impresa, quella artigianale tanto per capirci, ha pagato il prezzo maggiore della crisi. Per non parlare del pasticcio delle pensioni e della disoccupazione giovanile, ma anche di quegli over 50, che espulsi dal mondo del lavoro, non riescono a rientrarci. Certo, tutto dipenderà anche dalle prese di posizione di alcuni stati membri dall’EU che hanno in questi anni subito le stesse vessazioni da parte di Bruxelles-Berlino. Parliamo di nazioni come l’Irlanda, il Portogallo e la Spagna, che hanno portato avanti politiche di risanamento a costo di grandi sacrifici. L’Italia, dovrebbe essere fra queste, ma non ne sono troppo sicuro. In fondo, coloro che ci hanno portato a questa situazione, sono gli stessi che ci hanno fatto credere che aderendo all’EU, la nostra vita sarebbe cambiata in meglio. Salvo poi, essere clamorosamente smentiti. Questi signori, invece di scavarsi una buca e sparire, sono ancora in circolazione. Vi sembra una cosa seria? Tornando alla Grecia, io non credo che la loro situazione possa peggiorare già di più di quella che è in questo periodo. Se prevarrà la linea dura dei paesi nordici, ci troveremo di fronte ad uno scenario in cui questi stati farebbero bene a ritirare il loro personale dalle ambasciate. Ai primi bambini morti, per mancanza di medicinali, assisteremmo ad un grande ponte aereo dall’est verso l’ovest. La linea dura non conviene a nessuno: anche alle tre nazioni maggiormente esposte con la carta straccia del debito greco. Ossia, Germania, Francia e Italia. Spero che non si debba arrivare a questo, e che i burocrati, per una volta tanto, lascino stare regole e forma per badare più alla sostanza. La vita umana vale molto più di un punto spread.