Spettabile Redazione di Bice

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Questo è il commento di Antonio da Francavilla che in via straordinaria e stato trasferito in Agorà di Bice. (la redazione)

 

Togliendo i riferimenti troppo personali Vi invio  la mail  che mi ha inviato una mia ex allieva che con il marito è volontaria della protezione civile. le ho mandato subito il vostro articolo  sul terremoto e l’ha apprezzato molto e mi ha inviato in risposta il messaggio seguente.

Vi ringrazio per lo spazio che avete dato alla tragedia dell’Abruzzo e per gli appelli che avete lanciato attraverso il giornale.

Caro Antonio ti ringrazio dell’articolo che mi hai mandato  il tuo come al solito è stato un pensiero davvero gentile, ti ringrazio molto, in questo modo sento molto la tua vicinanza in questo tremendo momento; con la protezione civile in questi giorni siamo impegnati proprio lì a L’Aquila, perciò il tuo pensiero  arriva a proposito e dà la sensazione che molti ti sono vicini. Il mio ruolo è piccolissimo, sono andata lunedì con una squadra, ma il lavoro duro era già stato fatto con le mani dai compagni che erano partiti subito alle 4 di quella terribile notte, mio marito compreso. Ho avuto modo di entrare a L’Aquila proprio il primo giorno, ti assicuro che è stata una vista terribile, sembrava ci fosse appena stato un bombardamento, a terra calcinacci dappertutto, come alzavi gli occhi vedevi solo crepe, pareti sfondate, ti giravi un po’ intorno e ti accorgevi che palazzi interi erano accartocciati su loro stessi, palazzi di cinque piani diventati di colpo alti 3 metri, e poi lo sguardo disperato e perso nel vuoto delle persone che ti guardavano in cerca di speranza, di un piccolo sollievo, di una piccola certezza che mai potevamo dare. Ho visto quella maledetta casa dello studente, e un palazzo vicino che non c’era più, lì sotto il presidente di un’associazione di protezione civile di L’Aquila che collaborava spesso con il Modavi, la mia associazione; ancora non riuscivano a trovarlo ma i suoi volontari hanno scavato incessantemente per ore fino a quando non sono stati aiutai dai vigili, alla fine l’hanno tirato fuori insieme alla sua famiglia.

Poi ho visto arrivare i tir con i container pieni di tende, reti e materassi, ti assicuro un’impressione terribile, quando vedi in televisione è una cosa, ma dal vivo è tutt’altra cosa credimi.

Poi ho iniziato a sentire i racconti dei compagni che erano lì dalla mattina: momenti belli quando hanno estratto alcune persone ancora vive, momenti molto tristi quando hanno preso le persone morte o hanno assistito a scene strazianti come il ritrovamento dei cadaveri di una mamma e dei suoi due bambini ancora abbracciati, o dovevano accogliere con tanta calma persone sbandate e assenti che chiedevano cose strane o erano talmente fredde per gli shock subiti da non rendersi nemmeno conto di cosa era successo.

Insomma  una giornata per me da incubo, il giorno dopo non sono tornata sono rimasta a casa a metabolizzare l’evento guardando la tv per ore e ore, dovevo sapere più possibile, stavo troppo male fisicamente e psicologicamente per affrontare di persona L’Aquila. Domani riparto con la squadra, adesso mi sento un po’ più pronta, almeno credo di poter affrontare meglio il tutto. Probabilmente ti ho fatto un racconto confuso di tutto, ma è un po’ come mi sento, ti ringrazio ancora per il tuo pensiero e continua a mandarmi tutti gli articoli che pubblicano, possono solo farmi bene.

 

Per il momento ti saluto

un abbraccio

 


 Grazie di nuovo a voi tutti

 

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