Specchio, specchio delle mie brame

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Questo articolo di ‘pioggiacida’ è la seconda parte conclusiva di “Solo et pensoso i piú deserti campi vo mesurando “

“Siamo certi che dopo Silvio Berlusconi non possa venire qualcun altro che, grazie ad una pista già collaudata, permessa, sperimentata e  condivisa, chiami la gente a Roma per chiedere e ottenere un avvallo su qualcosa di ben più terribile per il popolo italiano?” (Continua)

 

A tre giorni dal voto siamo ad una vera e propria conclamata delegittimazione delle nostre massime italiche istituzioni, in origine pensate,create e chiamate a garantire il delicato e corretto funzionamento del nostro Stato democratico. L’on. Silvio Berlusconi accusa apertamente parte della nostra magistratura di tentazioni o di tentativi di stampo golpista; la Corte Costituzionale di essere al servizio dei comunisti, quindi serva sciocca e covo di eversivi nemici del popolo italiano; tutte le opposizioni e tutti coloro che non lo sostengono, me compreso, come colpevoli eversivi che attentano alla nostra democrazia. Se fossimo in un paese del sud America o post sovietico la gravità delle accuse farebbero temere  il peggio, ma invece siamo in Italia, il nostro premier in fondo è un simpaticone e invece di chiamare i Carabinieri a difesa della Democrazia stuprata, preferisce fare dell’altro affidando a Vittorio Feltri il compito di vigilare e di zittire gli impuniti.

Anche noi del popolo siamo alla fin fine dei saggi buontemponi e con l’ausilio di” ci facciamo du spaghi” che ci mangiamo a scopo propiziatorio va a finire poi che tutto perdoniamo. Tutti gli altri destinatari di quelle infamanti accuse respingono ovviamente ogni addebito rispedendolo  pari pari al mittente.

Così questa italiota fola dell’oca ricomincia da capo con il nostro Premier che grida “al lupo al lupo” immemore, come insegna la favoletta, che il gioco potrebbe  tramutarsi in vera tragedia . Probabilmente allo scopo di esorcizzare queste funesta eventualità il nostro alterna l’ira funesta con qualche barzelletta comico.

 L’ultima del nostro premier è stata pronunciata nel comizio organizzato per portare un aiutino al “”suo”” candidato, il leghista Roberto Cota al Lingotto di Torino: “”Sapete perché la Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata“”.

Questa battuta è già stata usata contro il giornalista Carlomagno in una affollata conferenza stampa…qualcuno sostiene che l’abbia usata anchecontro la Bonino…adesso la ripropone rivolgendola alla signora Mercedes Bresso, governatore uscente della Regione Piemonte…tutto questo strano ripetersi sul già detto è un brutto segnale che indica l’esistenza  di qualche incipiente problemino con la memoria, handicap che normalmente si manifesta con l’età oppure è la  dimostra zione di come questo esercizio mattutino con il proprio specchio sia per lui un momento esaltante, gratificante. necessario fino a divenirne succube?

 Sono più propenso a crederlo vittima dello specchio più che di un primo manifestarsi di demenza senile. Credo che da buon narcisista ami particolarmente la sua immagine e come la matrigna di Biancaneve sia ossessionato da qualcuno o qualcosa che possa offuscarla. In questo modo si spiega la sua diuturna attenzione ai sondaggi e agli indici di gradimento che spesso lo condizionano anche nelle scelte di governo.

La sua gestione della cosa pubblica, la decisioni da prendere, le scelte politiche sono condizionate dalle ripercussioni negative che potrebbero  mutare e gravare sulla sua immagine. Alcune decisioni impopolari che tuttavia potrebbero imporsi e rendersi necessarie per il bene del paese, più avanza negli  anni e più saranno bandite dalla sua agenda di governo. In tutti questi mesi la sua crescita di immagine presso l’opinione pubblica è avvenuta grazie ad operazioni di marketing che assicurano immediate ricadute di gradimento (immondizie a Napoli, Alitalia, Case ai terremotati in Abruzzo) piuttosto che a scelte strutturali ed epocali che raccolgono riscontri lontani nel tempo.

Ma non si può governare solo mediante il marketing anche se il logorio del tempo richiederebbe interventi sempre più robusti. Di ciò se ne sta rendendo conto. Avendo abituato i suo popolo al fantasmagorico quel suo averli come viziati si può ritorcere contro non appena la baldoria cala di tono: l’avvento il desiderio di una immagine più fresca e convincente potrebbe insinuarsi fra il suo popolo. Nonostante i suoi cortigiani e i suoi suggeritori e adulatori cerchino di rassicuralo l’avvento imprevisto di una insospettata Biancaneve per Silvio potrebbe essere un tarlo che lo tormenta al pnto da minarne la lucidità operativa.

Questo il premier lo ha ben capito: l’unico che può indebolirlo, sottraendogli voti è solo Biancaneve e alla lunga saranno proprio i suoi insopportabili adulatori del “meno male che Silvio c’è, saranno quei mercanti di sciocchezze e di vuoto culturale; tutti quei cortigiani e cortigiane, quei vassalli e valvassini di cui ama circondarsi e che hanno contribuito in tutti i modi a privilegiare più una politica come Arte dello spettacolare e non come superiore attività al servizio della gente, saranno proprio questi promotori dell’effimero ,i principali artefici che contribuiranno, loro malgrado al suo inesorabile e  definitivo declino.

Che senso ha divulgare anche questo?

” Berlusconi simboleggia in maniera perfetta il popolarismo di Alcide De Gasperi e il rif
ormismo di Pietro Nenni. Il Pdl è, quindi, una convergenza di idee, esperienze culturali e forze politiche, intorno a un leader che è in grado di fare sintesi fra le diverse entità  e di prendere delle decisioni con estrema rapidità”

Affermazione di un probabile prossimo Governatore di una importante regione che  dimostra l’esistenza desolante di un deserto culturale che si giustifica solo per la sottomissione idolatra che si deve testimoniare  pubblicamente nei confronti del capo.

 

 “Il populismo” da condimento scaduto con retrogusto ideologico sovietico a fattore portante della ragion d’essere del PdL

 

Perciò quando (quelli di sinistra) ci accusano di populismo in realtà ammettono di essere contro il popolo, di diffidare sempre del popolo, di considerarlo alla stregua di un bambino bisognoso di una guida, di un’avanguardia depositaria del sapere, della cultura, del bene, del fine della storia.

È per questo che disprezzano tutto quello che il popolo fa e pensa, è per questo motivo che ignorano quello che il popolo desidera e spera, è per questa ragione che non considerano le esigenze e i bisogni reali dei cittadini.

Per noi è vero il contrario. Per noi la volontà del popolo, dei cittadini è sacra, è inviolabile, è il frutto di una saggezza antica e di una profonda intelligenza.

Non anteponiamo la nostra volontà a quella del popolo, né quella dello Stato al popolo, tanto meno quella dei partiti al popolo. Per noi lo Stato, i partiti, la politica hanno una funzione positiva quando si mettono in ascolto e al servizio della volontà del popolo.

Per noi rispettare il popolo significa innanzitutto rispettare le scelte degli elettori. In secondo luogo questo significa per noi l’obbligo assoluto di non tradire gli impegni assunti con gli elettori.

Sandro Bondi

Coordinatore nazionale Pdl e ministro dei Beni culturali

Il Giornale del 22 marzo 2010

 

Non per niente l’ottimo Bondi è stato un comunista: in tutto questo suo perverso disquisire il sostantivo “persona” il vero ‘centro’dello stato liberale non compare nemmeno una volta. Fa solo massima confusione su concetto di popolo e quello di cittadino…e annaspando in questo vuoto ideologico altro non fa che dare spinta ad una innocente ed insospettabile Biancaneve di nome e di cognome Umbertobossi.

Infatti al Bossi va riconosciuta una indubbia capacità di anticipo: ha il fiuto politico sufficiente che gli permette di individuare gli umori del “popolo” fluttuante, che non è una personalità ben definita, ma entità mutevole , imprevedibile e che l’Umberto sa conquistare anche se non è un “comunicatore” perché, a differenza del Cavaliere, con spregiudicatezza sa spingersi in nome del “ suo popolo” sino a pronunciare la parola “secessione”; si parla di lui come di un padre padrone che ha saputo costruire attorno a se un partito e non un contenitore senza reali punti di riferimento:

“Chi non si è accorto di quel che è accaduto, si ostina a non voler accettare che il berlusconismo non è un fenomeno a termine destinato ad esaurirsi assieme a un percorso biografico eccezionale;

…si sta costruendo una grande forza politica, che condivide i principi di fondo propri del popolarismo europeo; una forza che non ha bisogno di essere legittimata da figure simboliche, né tantomeno di salvaguardare quote di nostalgia ricorrendo a simboli del passato.”

Gaetano Quagliariello PdL

Potenza del nuovo che avanza “la premiership” è l’alfa e l’omega della formazione politica, della sua ragion d’essere, l’unico punto di riferimento e di rappresentanza per  il “popolo sovrano”

Così siamo giunti a tanta de-regulation.

E come Biancaneve è in grado di far meglio della Matrigna con questa devastazione delle regole che garantiscono e tutelano una democrazia, nessuno può garantire che in futuro dei minuscoli ed insignificanti “sette nani “ si impadroniscano a loro volta del governo del nostro paese.

 Con queste condizioni date , per quanto mi riguarda, che devo fare alle elezioni di domenica prossima?

No grazie…preferisco fare dell’altro!

A proposito c’è qualcuno che mi fa compagnia?

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