Sono tornato! Ci sono novità? Qualcuno mi ha cercato?

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""Si dice che il postino suoni sempre due volte.""Articolo di Dante Fontechiari

Si dice che il postino suoni sempre due volte.

Non è dato sapere se anche l’infarto sia solito fare altrettanto. Certo è che la seconda volta che si è ripresentato alla mia porta l’ho subito riconosciuto! Lo ha rifatto con le sue terribili caratteristiche: un ostile invasore che viene per uccidere e senza l’aiuto di nostri alleati ben attrezzati e sperimentati, nessun individuo da solo riesce a sconfiggere.

Poco dopo il sorgere del sole la copiosa colonia dei piccoli pappagalli ogni mattina alzandosi in volo si appresta a risalire il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti, alla ricerca quotidiana del cibo. Non si hanno notizie certe o testimonianze dirette che certifichino come vengano considerati quelli che, perché fannulloni o perché ammalati, ritardano  la loro partenza con il gruppo.

Credo che i numerosi stormi che compongono quella chiassosa e variopinta colonia non si preoccupino molto del problema riguardante i singoli casi che giornalmente si propongono al loro interno, per questo demandano la soluzione dei vari  quesiti alle coppie o ai singoli investiti dal loro  giornaliero eventuale imprevisto.

Sto parlando degli esotici volatili  da noi  conosciuti come “ i cocorita”

Prendo a prestito queste immagini, affidandomi una sorta di “licenza narrativa”, quindi non per considerazioni scientifiche, che non essendo io un ornitologo non sarei nemmeno in grado di fare.

Questo è uno spunto dunque per descrivere ed abbandonarmi a similitudini suggerite da miei personali ricordi  a seguito di osservazioni da me fatte di qualche loro  comportamento  all’interno delle gabbiette domestiche presenti in alcune nostre case. Si sa che questi volatili, essendo per istinto monogami, vivono bene solo se sono “in coppia”.

Un giorno, con grande stupore, notai all’interno di una voliera, tra l’indifferenza degli altri consimili, che un maschio di cocorita, ormai morente, steso sul fondo della gabbia aveva vicino la sua “lei”. Questa, in piena salute, incurante del suo invidiabile piumaggio  aveva abbandonato i posatoi per portarsi anch’essa sul pavimento sudicio, tra l’altro un luogo molto più insicuro rispetto ai rami alti sui quali solitamente si posano, per stare accanto al suo compagno morente. Chissà che cosa le stava dicendo…

Anch’io prima di essere caricato sulla ambulanza fui salutato da una fiera, giovane e bella signora , ma le sue lacrime e le sue parole  mi riportarono a ricordarmi più di quella pappagallina che di una irrequieta leonessa che annusa il pericolo che sta correndo un leone sfiancato da un cuore molto o troppo provato dalle insidie della foresta.

Cosa fu detto in quei minuti, dolorosi sia per il corpo che per l’anima, mi sia consentito schermarlo con un personale ed intimo riserbo.

Ognuno di noi  è anche un quid di unico ed irripetibile: una tastiera sulla quale si può anche strimpellare, ma alla quale sarebbe opportuno avvicinarsi sempre con rispetto, preferibilmente per suonare, per irradiare melodie e non per diffondere solo  fastidioso trambusto.

Ci sono  emozioni poi divenute tante “note musicali” che cesellano intimi spartiti patrimonio o traguardo di certe coppie. E’ facile comprendere come poi, in definitiva solo quelle coppie sono in grado di leggere, di capire, di motivare, di codificare, di interpretare e dunque di saper suonare tanta musica …ovviamente a quattro mani come si conviene.

Non ho nulla di particolare dunque da celare, ho solo la consapevolezza  che quelle sono state parole suggerite da un insieme di cause ed effetti cresciuti e giustificati all’interno  di un corposo e complesso rapporto di coppia di ardua lettura per ogni estraneo.

Una “invidiabile coppia” non è tanto la risultante, a somma di individualità particolari, straordinarie, eccezionali, fantastiche e nemmeno è “l’opera d’arte” da raccontare, da descrivere o da magnificare. In realtà è “la coppia” il soggetto e il complemento oggetto; il vero motore  dell’armonia; il contenitore e il contenuto, la forma e la sostanza; la poesia, il romanzo, la tragedia e la fiaba.

E’ nella coppia, più che nel singolo, che si possono riempire di contenuto profetico i tratti misteriosi del creato e del suo Creatore: dal “big bang” della nostra nascita, alla nostra personale finale apocalisse terrena per poi sbarcare nell’eternità….ossia percorsi, passeggiate , intuizioni e  tragitti di “coppia” unici, ineguagliabili ed irrepetibili.Tutto qui, così è.

L’umana e trafficata società modenese era ormai in piena attività. La chiamata al 118 aveva dato prontamente i suoi risultati. Caricato d’urgenza sull’ambulanza ero in grado  di sentire ed ascoltare quanto stava succedendo attorno a me:sia il dolore prodotto dal cuore in carenza di sufficiente ossigenazione, sia il suono della sirena che non smetteva di chiedere strada, sia le informazioni che si scambiavano via radio i miei soccorritore e il medico che stava per raggiungerci; infatti in breve tempo avvenne il rendez vous stradale tra le due ambulanze. La presenza del medico a bordo mi portò,assieme ad alcune prime cure anche un beneficio psicologico.

Toccavo con mano questo formidabile, sperimentato e giornalmente collaudato primo
intervento di soccorso alla persona vittima di una emergenza sanitaria.

Avvertivo di essere accolto da un complesso, ben organizzato e positivo  mix di eccellenze fatto anche da un intreccio tra volontariato e professionisti di primo ordine, che si è consolidato e si è affinato negli anni.

La società modenese, che di questi tempi mi appare sempre più venata da un pizzico di intolleranza di troppo; anche essa divenuta figlia  sempre più ineducata di una sempre più marcata inciviltà politica italiota intenta ogni  giorno a contrabbandare carrettate di disvalori come se fossero irrinunciabili  diritti della persona, quella mattina mi mostrava il suo vero volto: il meglio della tecnologia in suo possesso, l’ eccellenza delle sue professionalità mediche  e paramediche si stava prodigando per risolvere la crisi cardiaca di cui ero rimasto vittima a prescindere…dalla mia provenienza territoriale, dalla mia fede religiosa, dal credo politico, titolo di studio od altro….Toccare con mano e ribadire  questa ovvietà  quando tutto sembra  essere divenuto uno scontro tra destra e sinistra come se la realtà fosse solo o tutta di “dritta” o tutta di “manca” a pensarci bene non è poi una sintesi  banale.

Il dolore fisico aveva il sopravvento su tutto il mio organismo, conseguentemente tutte le altre percezioni sensoriali comprese le vivacità mentali erano attutite o quasi zittite

La squadra che all’interno dell’ospedale mi prese in carico per l’emergenza era composta anche da qualche infermiera protetta da una mascherina anti virus influenzali che produceva in loro una certa parvenza musulmana. Più che i loro visi risaltavano i  loro sguardi enigmatici. Poiché si racconta che gli occhi sono lo specchio dell’anima , senza con questo volere mancare di rispetto agli Islamici, secondo me sarebbe opportuno da parte loro che rivedessero la funzione che attribuiscono al velo sul volto delle loro donne: certi loro sguardi evidenziati proprio dal viso velato risultano dei libri aperti stimolanti o accattivanti anche per noi infedeli. Cercavo inutilmente tra quegli occhi  lo sguardo di Raffaella e Patrizia, ma conclusi che era meglio così: pretendere la loro presenza in quel momento sarebbe stato come caricarle di un ulteriore pesante stress: un dolore che ogni buon padre invece dovrebbe sempre  evitare per le proprie figlie.

La voce di un medico risuonò compiaciuta:  “Ecco fatto, ora le abbiamo aperto la coronaria !”

Così il dolore pian piano stava sparendo e la quotidianità ritornava a riempire nel mio corpo tutti gli spazi dai quali era  stata bruscamente  allontanata.

Fui poi accompagnato in una stanza di degenza a terapia intensiva super accessoriata con meraviglie tecnologiche.

Mi avevano tolto il crocifisso che portavo al collo ma in compenso un altro a parete vegliava sopra il mio letto. 

Istintivamente e comprensibilmente sentii come l’obbligo di esternare al Cristo  un pensiero di ringraziamento anche se nessuna delle orazioni da noi più recitate sono rivolte al crocifisso figlio del Dio vivente.

Essere e professarsi cristiani, militanti  cattolici romani comporta una coerenza di fede di difficile testimonianza. Nel frattempo però, in compenso, stiamo affidando a certi governanti, ministri, parlamentari e politici la difesa del nostro credo religioso . La nostra Fede sarà garantita grazie ad una raccolta di firme, forse grazie ad una legge comunitaria. Di questo passo il Cristo dovrà reincarnarsi di nuovo e rifarsi crocifiggere. Meno male che a Porta a Porta, cattedratici  monsignori, con motivazioni dotte e raffinate come i vezzosi gemelli che impreziosiscono i polsini della loro camicia, sono a spiegare il primato della religione cristiana sulle altre.

A questo punto più semplicemente suggerisco su Bice una rubrica fissa tenuta da un sacerdote che spieghi dove va tenuto il crocifisso altre che nei nostri  luoghi pubblici.

Il nostro premier si trova attualmente negli emirati arabi dove per “SACROSANTA RECIPROCITA’ “ con la richiesta di una moschea a  Sassuolo o per sottoscrivere accordi economici  nel distretto ceramico concorderà la costruzione in loco di qualche chiesa cattolica.

Sono tornato! Quante novità positive sono da discutere… in primis, però,  un grazie sentito va  a coloro che mi hanno esternato di presenza o per iscritto la loro solidarietà e vicinanza.

 

 

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