Un po’ più di rispetto nei confronti dei cittadini non guasterebbe in prossimità delle elezioni
Pare proprio che per l’Amministrazione e i gestori dei locali che danno più problemi ai cittadini il tempo che passa non conti.
Qualcuno di noi ha potuto ascoltare le accese e sacrosante lamentele dei residenti di Via Gallucci già prima del Natale 2006, quando, in Piazza Redecocca, alla presenza dell’Assessore al Bilancio, del Sindaco, dell’Assessore al Centro Storico e del Presidente della Circoscrizione 1, per la prima volta mostrò – davanti a una nutrita platea – le immagini del degrado di Viale Mazzoni.
Eppure, a distanza di due anni e mezzo, non è stata ancora trovata una soluzione e le cose che dobbiamo ascoltare sono sempre le stesse, nonostante le proposte che abbiamo più volte portato pubblicamente all’attenzione dell’opinione pubblica.
Sembra che vi siano solamente due alternative per i contribuenti tra i più tartassati in Italia e in regione che desiderano vivere in città.
“Vivere”, non “sopravvivere”.
O accettare di perdere sonno e salute per lo stress che gli schiamazzi e il degrado conseguenti alla condotta poco “urbana” di clienti e gestori di esercizi commerciali adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande (compresi i Kebab, che lo sono di fatto nella stragrande maggioranza dei casi) provocano, oppure subire un degrado ancora maggiore: quello legato alle “desertificazione” del centro che diventerebbe terreno fertile per spacciatori e delinquenti di ogni sorta.
In breve: o rassegnarsi a non riposare, o vedere spacciatori sotto casa.
Morale: dovremmo essere grati all’Amministrazione e a questi locali per trascorrere le nostre notti insonni.
La cosa, da cittadini, ci appare talmente assurda che, a costo di ripeterci fino alla nausea, diciamo nuovamente che laddove c’è residenza devono essere lasciati operare solo quegli esercizi che siano “compatibili” con essa.
Bar? Kebab? Pub? Tutto può essere utile per rivitalizzare il centro, ma solo se i gestori non continueranno a tentare di giustificare la loro incapacità di “tenere a bada” chi afferisce ai loro locali con le scuse più abnormi e se l’Amministrazione non si schiererà dalla parte di quanti, guadagnando, provocano disagi ai residenti.
O gli esercenti sono in grado di attrezzarsi, evitando schiamazzi, vandalismi e comportamenti contrari all’igiene a danno dei cittadini, oppure crediamo che, poichè oltre al Regolamento di Polizia Urbana esiste l’art. 659 del Codice Penale, chi ha il dovere di far rispettare le norme che regolano la convivenza civile cominci a considerare che il non farlo può costituire omissione di atti di ufficio e che siamo pronti, se i residenti della Pomposa e quelli di Via Gallucci vorranno prendere contatto con noi, a sostenerli.
Unica condizione per questo è che, come noi, siano semplici cittadini.
Se gli esercizi di cui si parla non si attrezzeranno e i “ghetti commerciali” di ogni genere non saranno smantellati, ne chiederemo il trasferimento in zone non residenziali o la chiusura attraverso petizioni popolari.
Perché la libertà di ciascuno di noi deve aver termine dove comincia quella altrui.