L’esultanza dei deputati del centro sinistra a Montecitorio, dopo all’approvazione della nuova legge elettorale, mi lascia dubbioso. Che sia l’ennesima fregatura rifilata al popolo italiano? Ci mancava solo che l’onorevole Ettore Rosato, uno dei relatori del nuovo regolamento, si mettesse a correre per i corridoi del palazzo (fuori, nella piazza tirava una brutta aria), come Marco Tardelli nella finale di Coppa del Mondo di calcio del 1982. Punto più alto di patriottismo toccato dall’Italia del dopo guerra. Ricordo una marea di tricolori, compresi quelli del Regno d’Italia, usciti da bauli o dai cassetti, perché custoditi dagli estimatori di quella forma di stato. Non sono un esperto di statuti elettorali, come non lo sono la stragrande maggioranza degli italiani, però, credo che, aldilà delle diverse posizioni ideologiche fra i vari membri dei partiti salvo rare eccezioni, ci sia una convivenza per mantenere il posto di lavoro derivante dalla politica. Pertanto, la maggioranza degli italiani continuerà a essere suddita di una minoranza di nominati gestita dai vertici del partito che (giustamente per loro), non vuole rinunciare alle posizioni di privilegio raggiunte. Tuttavia, non c’è mai fine al peggio. Nell’ultimo colpo di coda del governo di sinistra o centro sinistra (la sostanza non cambia), c’è l’approvazione della legge su lo ius soli, altra picconata per demolire l’identità di una nazione. In settanta anni di repubblica, e fin da quando questi signori si chiamavano comunisti, è stato sempre il loro pensiero fisso. Generazione dopo generazione, si è tramandata la speranza di riuscire a distruggere l’identità della nazione e con essa la libertà del suo popolo. Ci provarono dopo la I° Guerra Mondiale e poi anche dopo la seconda, in maniera in parte armata e non ci riuscirono. Oggi, lo sperimentano attraverso interposta persona. Ovvero, l’immigrazione! Arruolare persone che non hanno nessuna intenzione d’integrarsi, se non in minima parte. Lo fanno attraverso la promessa di benefici futuri, che sanno di fare pagare agli italiani. Dopo di tutto, rendere tutti uguali (leggesi tutti poveri), è sempre stato il loro cavallo di battaglia. Naturalmente loro esclusi: partendo dal “piccolo padre” nostrano fino all’ultima cellula. Come amo ripetere, a pensare male si fa peccato, ma qualche volte ci si prende. Prendete la polemica dell’ultima settimana su l’unica bambina italiana in una classe composta di bambini di varie etnie. Ovviamente, la mamma italiana, come si legge, è stata insultata e scarsa attenzione ha ricevuto da parte degli organi scolastici, se non dopo che il fatto stava assumendo un carattere nazionale. Per la cronaca, abbiamo assistito a un lieto fine. Tuttavia, quale occasione migliore per le cellule della sinistra per indottrinare, andando casa per casa dai genitori dei bambini stranieri di quella classe, per vedere se loro votano e se lo fanno a incitarli a votare per loro? Fantasia, forse! Brevemente accenniamo anche all’altro avversario dell’identità di un popolo e di una nazione, in altre parole il grande capitale, le multinazionali, le banche. Credo che sia chiaro a tutti che costoro non creano lavoro e offrono lavoro per migliorare le condizioni dei popoli. A loro servono braccia che costino poco per i lavori più degradanti o usuranti. E non solo. Quale migliore occasione per gente che arriva da noi senza arte ne parte? Non che il futuro per i residenti, sia dell’attuale generazione, sia della prossima, sarà migliore. Infatti, le categorie sopra elencate non lavorano per migliorare le condizioni dei lavoratori pagati con una ciotola di riso, bensì per ridurre tutti a vivere con una ciotola di riso. Anche questa è fantasia? Forse, ma l’Ilva non è nel terzo mondo!
Il test elettorale siciliano per i vari partiti è solo una conta di numeri che usciranno dalle urne (debitamente tarati), per le eventuali alleanze e per le varie candidature in vista delle prossime elezioni nazionali. Come già detto la Sicilia, resta e resterà irrecuperabile per ancora molte generazioni (a meno di un cataclisma naturale come detto dal giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, siciliano Doc). A latere di questo scenario, anche nella nostra Modena si apre un nuovo laboratorio politico e pertanto, sabato 14 ottobre c’è stata una riunione per presentarsi uniti (si fa per dire), al prossimo turno elettorale per l’elezione del primo cittadino, fra due anni. Un centro destra animato da buone intenzioni, mascherato da un lessico buonista del “volemose tutti bene”. Chi come me ha visto tante primavere politiche non può non aver notato il modo d’esprimersi usato dai tre big dei rispettivi partiti che a oggi compongono il centro destra. Tuttavia, da voci degne di fede raccolte prima dell’incontro, il triangolo Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia sono destinato ad aumentare per diventare un esagono se non molto di più. Tornando al linguaggio, non ho mai sentito pronunciare tante volte la parola, o meglio l’aggettivo, – Amici – dall’ultimo congresso della Balena bianca, al secolo la Democrazia Cristiana. Aggettivo che sarebbe meglio, a mio avviso, sostituire con un altro: alleati. Un’alleanza che grazie al favorevole momento contingente (basta solo parlare alla pancia della gente), forse potrà avere una buona rappresentanza di eletti nel nuovo parlamento, ben oltre il numero due dei votati alle tornate precedenti. Vorrei, però, avere una telecamera nascosta quando si riuniranno per decidere le candidature alle elezioni nazionali. Secondo me voleranno gli stracci. Ah, dimenticavo, senza contare coloro non presenti all’incontro che sono già andati ad Arcore o a Ischia. Auguri, se son rose, fioriranno. Intanto, continuate a volervi bene.