Il dibattito si è aperto con l’intervento del sindaco Giorgio Pighi, seguito dal prefetto Giuseppina Di Rosa, dal rappresentante dei Presidenti delle Circoscrizioni Antonio Carpentieri e della rappresentante dei comitati cittadini Anna Verri Ferrari, insieme a diversi consiglieri di maggioranza e opposizione e al presidente della Consulta cittadini stranieri Bueno Kinderlan Liubertsi.
Il sindaco Giorgio Pighi ha così esordito:
“”Il tema della sicurezza urbana impone una rilettura del ruolo e delle funzioni del governo locale. Tutto un sistema si interroga sulle azioni e gli approcci da porre in campo.
Il vecchio patto secondo cui a livello locale non ci si occupava di sicurezza è venuto meno aprendo un grande dibattito, con un’evoluzione anche a livello normativo. Abbiamo colto, anche nella nuova formulazione dell’articolo 54 del Testo unico degli Enti locali, l’avvio di una nuova fase.
Una fase proficua, che oggi deve essere seguita da nuovi passi, positive evoluzioni per il controllo della sicurezza urbana per le nostre comunità. La presenza del sindaco del capoluogo e del presidente della provincia al Comitato per la sicurezza urbana erano già un chiaro segnale in questa direzione. La nostra città è stata sede del primo protocollo sicurezza, una nuova modalità di lavoro fondata sulla collaborazione tra soggetti diversi per un obiettivo comune.
Uno dei primi passi riguarda il ruolo della Polizia Municipale. Noi ne abbiamo assunti 19 prima e altri 5 subito dopo.
Abbiamo poi lavorato perché la Polizia Municipale potesse agire in condizioni migliori sul piano della sicurezza, e che potesse avere turni tali da rispondere con forza alle richieste dei cittadini: contrasto e presidio del territorio anche oltre il limite dell’una di notte. Abbiamo scelto di destinare lo scorso anno 800 mila euro alle 4 Circoscrizioni per progetti finalizzati a garantire la sicurezza dei cittadini con le opere pubbliche. Accanto a questo ci sono le azioni di prevenzione sociale, per frenare o monitorare comportamenti e situazioni. Vorrei ricordare iniziative come quelle dell’associazione Viveresicuri, che cancella le scritte dai muri. Un’azione non da poco, innovativa nell’ambito del volontariato e della prevenzione.
Abbiamo inoltre siglato un accordo per evitare la concentrazione di casi socialmente difficili nelle scuole. Sono tutte attività insostituibili di prevenzione. Questo ruolo si svolge in dialettica con i cittadini, tenendo sempre aperto un dialogo, ad esempio tramite le Circoscrizioni. Qualcuno forse si aspettava che non avrei sottoscritto il documento dei comitati sulla sicurezza urbana. Invece l’ascolto e la capacità di parlare ai cittadini sono regole che ci appartengono.
Ai Comitati di cittadini organizzati sul tema della sicurezza, come anche su altri temi, abbiamo proposto gli incontri in Commissione consigliare, perché sono questi i luoghi del confronto discorsivo e operativo””.
Il Prefetto di Modena Giuseppina Di Rosa ha messo a confronto l’andamento dei reati a Modena negli ultimi mesi, evidenziando:
“”Modena è da sempre una città che si è preoccupata della propria sicurezza, è una comunità attiva, ricordo che a Modena c’è stato il primo Patto sulla sicurezza, rinnovato nel 2007, con il ministero dell’Interno, proprio per assicurare alla città continuità su questi temi e sinergia di interventi per renderla più tranquilla e sicura.
Confrontando l’andamento dei reati nei due periodi gennaio – luglio 2007, e agosto 2007 – febbraio 2008, precedente e successivo al Patto, si rileva un calo complessivo dei furti pari a oltre il 16%, con 1250 furti in meno nel secondo periodo rispetto al primo.
Calano di circa il 37% gli scippi, del 21,40% i furti con destrezza, del 14 % quelli in esercizi commerciali, dell’8% i furti su auto in sosta. Crescono invece del 19% i furti in abitazione. Nei primi 9 mesi del 2008 abbiamo registrato una diminuzione complessiva dei reati rispetto allo stesso periodo del 2007 di oltre il 21%.
I reati di furto sono calati del 26%, gli scippi di oltre il 60%, i borseggi del 33%, i furti in esercizi commerciali del 30%, e di autovetture del 12,50%.
Calano anche i furti in abitazione, del 10,60%, segnando un’inversione di tendenza rispetto a
l recente passato, le rapine del 25,60%.
Al fine di accrescere il senso di sicurezza – ha proseguito il prefetto – si è operata una strategia di intervento che ci ha visti tutti d’accordo nell’aggredire i fenomeni criminosi, dove si sono creati, affrontandoli in maniera congiunta tra forze dell’ordine, istituzioni, comitati cittadini, sindacati, associazioni di categoria ed altri.
Siamo partiti dalle situazioni più critiche segnalate: spaccio stupefacenti, prostituzione, furto, degrado urbano, attività di disturbo della quiete pubblica. Sono stati intensificati i servizi straordinari di controllo del territorio, arrivando a 128, concentrati nelle zone della Stazione ferroviaria, via Canaletto, zona Crocetta e Madonnina, alla Bruciata, in via Piave, e via Autodromo, ecc.
La città è comunque sottoposta continuamente ad assalti, anche perché rispetto al passato è cambiata modalità con cui si manifestano aggressioni. Uno degli aspetti più inquietanti che si è manifestato dall’inizio dell’anno è il ripresentarsi di fenomeni, più che altro in provincia, di danneggiamenti o incendi, che negli ultimi anni non avevano avuto manifestazioni così importanti.
Non sono stati tanti, ma ci hanno allarmato in quanto espressioni dell’esistenza di una criminalità organizzata.
Modena è una città che ha un tessuto economico straordinario e molto appetibile per chi vuole investire ed espandersi. Le azioni delle forze dell’ordine ci devono indurre a una cauta tranquillità: è in atto una costante opera di monitoraggio non solo sugli appalti, ma anche sui cantieri di moltissime imprese da parte di coloro che ne hanno competenza e delle forze dell’ordine.
In 9 mesi sono state controllate 133 aziende, di cui 83 con irregolarità.
I lavoratori irregolari scoperti sono stati 249, di cui 98 stranieri, gli arresti sono stati 2, le denunce a piede libero 66, le attività sospese 20 e i lavoratori in nero individuati 351.
In questo il ruolo della società civile è molto importante, le organizzazioni di categoria possono fare molto per incoraggiare gli imprenditori a venir fuori da condizioni di disagio. Spero che l’impegno di tutti ci possa aiutare ad intervenire sulla criminalità e a trovare soluzioni””.
È poi intervenuto Antonio Carpentieri, coordinatore dei presidenti di Circoscrizione, che ha ricordato
“”l’impegno quotidiano delle Circoscrizioni nell’ascolto dei cittadini. Lo statuto del Comune – ha sottolineato Carpentieri – pone le Circoscrizioni come punto di riferimento della partecipazione delle persone e delle associazioni. In questa cornice generale vorrei evidenziare gli aspetti particolari del nostro agire: l’ascolto, la partecipazione e la responsabilità. L’ascolto si traduce in un’approfondita conoscenza del territorio. Il valore della rappresentanza politica e territoriale dei consiglieri eletti si unisce alla partecipazione diretta delle persone e delle associazioni attraverso momenti di confronto e progettazione. Ai nostri gruppi di lavoro partecipano decine di soggetti quali associazioni, polisportive, parrocchie, circoli e comitati.
Quanto emerge dai nostri tavoli viene condiviso con l’Amministrazione, la Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine, e altre azioni vengono intraprese direttamente””. Carpentieri ha posto l’accento sui fenomeni di microcriminalità come spaccio, borseggi, scippi, prostituzione e furti in appartamento. “”Crediamo che si debba contribuire a un costante monitoraggio della situazione – ha detto Carpentieri – e intervenire dove possibile con progetti di riqualificazione urbana, animazione e presidio sociale del territorio. Anche la presenza di grandi gruppi informali di giovani, la concentrazione di cittadini stranieri o di alcuni particolari esercizi commerciali possono creare allarme sociale””.
Carpentieri ha inoltre sottolineato l’importanza dell’ordinanza contro l’accattonaggio, del nuovo regolamento dei phone center e della fattiva collaborazione tra le Forze dell’Ordine
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Mauro Manfredini , della Lega nord, ha affermato:
“”rispetto al sindaco e ai consiglieri di maggioranza abbiamo una diversa concezione della sicurezza.
La Lega nord, dove governa, si oppone all’immigrazione irregolare.
Il drammatico aumento della criminalità è dovuto al buonismo delle vostre Amministrazioni.
Le carceri modenesi hanno oltre il 70% di popolazione extracomunitaria con un costo quotidiano di 235 euro a persona. Abbiamo meno sicurezza e più reati, non è vero che l’immigrazione è una risorsa.
Modena non è così sicura come si vuole fare credere. Si deve cercare le cause dei fenomeni, in un lavoro di team tra i diversi partner.
Il ministro Maroni ha mandato a Modena 40 militari, ci sono 15 agenti nuovi di Polizia Municipale: con 55 uomini in più perché non si può avere una pattuglia in ogni quartiere? I cittadini non vedono risultati concreti””.
Sergio Rusticali , del Partito socialista, ha dichiarato:
“”stando ai dati presentati oggi, la risposta al problema della sicurezza è positiva. Il problema delle infiltrazioni mafiose è prioritario per gli addetti ai lavori, ma percepito meno dai cittadini rispetto alla microcriminalità sotto le porte di casa.
Io sono convinto che macro e microcriminalità non siano due aspetti separati, e le infiltrazioni a Modena ci sono.
La presenza dei militari è positiva, ma servono anche i rinforzi promessi, quei famosi 25 agenti che più volte sono stati dati in arrivo. Questo è un problema reale, come quello delle strumentazioni e delle dotazioni. Il problema della criminalità va poi affrontato bonificando le aree di degrado: noi abbiamo avviato progetti, ad esempio nella zona del Tempio, delle ex Fonderie, del Mercato
Bestiame. A ognuno il proprio ruolo, coordiniamoci per dare risposte ai cittadini “”
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Secondo Andrea Galli, An-Pdl,
“”siamo in epoca di totale globalizzazione, cambiano le modalità di vivere.
Credo che venendo a Modena da altre esperienze si respiri aria positiva, sana, ma non è del tutto vero, il degrado è percepito molto evidente, e sul tema della sicurezza percepita ci si deve confrontare.
Sono stati portati avanti interventi molto significativi per aumentare la sicurezza percepita, ma a Modena le realtà di grandissimo degrado continuano ad aggravarsi: ne è un esempio il condominio Errenord. Negli ultimi decenni c’è stato un degrado dell’immagine del poliziotto e del carabiniere, dei valori su cui si imperniava il concetto di sicurezza.
Oggi alcuni concetti che per noi erano ovvi sono riconosciuti da gran parte dei cittadini italiani. E’ probabile che chi sbaglia sia un delinquente e bisogna intervenire con repressione e poi con il recupero. Quella di lavavetri e della prostituzione non sono attività criminali ma criminogene: è necessario interrompere il degrado all’origine per impedirne l’aggravarsi””.
È poi intervenuta Anna Verri Ferrari, rappresentante dei comitati, affermando:
“”siamo un campione della società che vi ha eletto. Ciascuno di noi ha votato qualcuno di voi.
Buon motivo per essere interessati ad ascoltarci.
Le nostre richieste le conoscete. Il tribunale ha ancora problemi: è stato nominato il nuovo capo della procura ma sono inadeguati gli organici.
Anche l’organico di polizia deve essere adeguato: l’esercito all’ex Cpt é un fatto positivo, ma il personale aggiuntivo assegnato a Modena in base al Patto per la sicurezza é servito tutto a rimpiazzare quello che é andato in pensione o é stato trasferito.
L’organico resta identico a quello del 1989, mentre aumenta la criminalità di ogni tipo. Poi, dovremo stare a vedere gli effetti della crisi economica che sicuramente indurrà un maggiore numero di persone a sbarcare il lunario con espedienti non sempre legali.
Ci chiediamo dove è il vigile di quartiere e cosa viene fatto per fare rispettare con continuità le importanti ordinanze del sindaco.
Facciamo perciò – ha concluso Anna Verri Ferrari – un invito appassionato alle autorità per: integrazione dell’organico degli uffici giudiziari di Modena, rapido adeguamento dell’organico della Polizia di Stato e uso temporaneo di alcune pattuglie dei corpi mobili regionali di Polizia di stanza a Reggio Emilia per debellare fenomeni di radicamento della criminalità nei quartieri più a rischio””.
Antonio Maienza dell’IdV ha osservato:
“”la città in cui viviamo è votata all’integrazione, solidale e coraggiosa, ma non deve farsi irretire da facili vittimismi e perversi sentimenti. Non sempre la Polizia ha i mezzi sufficienti per garantire la sicurezza, con una pianta organica ferma al 1989. In attesa dei rinforzi, molto può fare il coordinamento. Ai cittadini modenesi dà fastidio il susseguirsi di episodi di microcriminalità che si consumano in zone degradate: furti, scippi, capannelli di cittadini extracomunitari, locali equivoci e sporcizia. Ci confortano i dati portati da sua eccellenza il Prefetto, ma ci sono condomini degradati e zone come Cittadella e Crocetta dove la situazione è ormai invivibile. Per questo sono nati i comitati civici di quartiere, che però si sono moltiplicati negli ultimi tempi. Possono aiutare le Istituzioni a fare nascere una nuova società modenese più attenta ai bisogni della persona umana. Un altro aspetto da tenere sotto controllo è quello della criminalità organizzata, del racket, dell’usura e del riciclaggio finanziario””.
Andrea Leoni di Fi – Pdl ha sottolineato che è
“”dal ’94 che Fi ha messo la sicurezza tra le sue priorità. Dalle telecamere, al vigile di quartiere, alla lotta al degrado, alla proliferazione dei phone center troppo spesso abbiamo trovato la sinistra a bocciarci le proposte, salvo poi applicarle in seguito. Se 15 anni fa le nostre proposte fossero state accettate forse adesso non si dovrebbero spendere milioni per sistemare le situazioni, come l’Errenord.
Nell’agosto 2006 abbiamo chiesto adeguamento dell’organico della Polizia municipale, ne mancano oltre 20 al raggiungimento dello standard. Solo dopo anni è arrivato il regolamento sui phone center, anche per i manganelli e gli spray abbiamo fatto una pesante sollecitazione e l’Amministrazione è arrivata con troppo ritardo. E ancora il presidio della polizia, o l’ordinanza antilucciole, su cui il sindaco ha fatto orecchie da mercante, l’atteggiamento di favore verso nomadi e rom, e altro. A noi interessa la sicurezza dei modenesi: per parte nostra ci sarà sempre un orecchio attento alle proposte, se buone e realizzabili, da qualsiasi parte vengano. Quelle che riteniamo migliori cercheremo di farle attuare””.
Bueno Kinderlan Liubertsti, presidente della Consulta dei cittadini stranieri, ha dichiarato:
“”la visione costruita dai media, in cui gli stranieri vengono considerati causa della nostra insicurezza determina un rovesciamento rispetto ad una realtà assai diversa, dove italiani e stranieri condividono questa situazione con amarezza, nel caso dei cittadini italiani che temono di essere disturbati, senza pensare che i cittadini stranieri si sentano essi stessi disturbati e minacciati nella propria incolumità, dall’aumento della criminalità. E’ grave quando gli autoctoni arrivano a pensare che ci sia una diretta correlazione fra immigrazione e crescita della criminalità. Occorre rassicurare i cittadini bloccando l’ascesa dell’allarme sociale e puntare sulla prevenzione e su una valorizzazione della responsabilizzazione individuale di tutti i cittadini che vivono nella Città di Modena. Per questo motivo la Consulta dei cittadini stranieri si rende disponibile a rapportarsi con le istituzioni, con le comunità e con tutti i cittadini stranieri per favorire il rispetto delle regole””.
Il consigliere Alvaro Colombo, che ha parlato a nome di Rc, Verdi e Sd, ha affermato che
“”la percezione del binomio sicurezza-insicurezza esprime un problema reale che a volte abbiamo sottovalutato. Un problema complesso che richiede ricette differenti ed articolate per affrontarlo. Bisogna evitare che nel paese si sviluppi una legislazione debole con i forti e forte con i deboli. La microcriminalità è un problema reale che crea allarme sociale, ma non si può dimenticare che dietro vi è spesso il braccio silenzioso della criminalità organizzata. La destra del tema sicurezza ha fatto la politica del capro espiatorio, sulla paura ha costruito parte del suo consenso elettorale. La crisi economica crea una reale oppressione sociale, cresce l’incertezza e la frammentazione sociale. Si estende la cattiva occupazione senza tutele e diritti, con il lavoro nero. La sicurezza sul e del lavoro è un aspetto del più ampio tema di sicurezza sociale che noi riteniamo prioritario””
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Baldo Flori è intervenuto a nome di Modena a colori e Udc, osservando:
“”il nostro obiettivo ambizioso era realizzare un’iniziativa bipartisan per arrivare a Roma con una piattaforma comune.
L’altro obiettivo era dare una lettura aggiornata sullo stato della sicurezza nella nostra città. Lo stato reale della sicurezza a Modena riguarda, secondo noi, sia la criminalità comune sia la criminalità organizzata.
Alcune risposte sul primo problema le abbiamo avute dai dati statistici, tranquillizzanti, presentati dal Prefetto. La percezione, però, è molto diversa.
Sul problema della criminalità organizzata è positivo avere sentito parole chiare: da parte della Direzione investigativa antimafia e anche, a livello provinciale, dal nuovo capo della Procura.
Il quadro provinciale purtroppo non è tranquillizzante. Le aziende in difficoltà per l’accesso al credito sono a rischio.
I licenziamenti possono alimentare la manovalanza disponibile ad attività al limite della legge. Serve gioco di squadra con adeguate forze in campo per controllare il territorio. Oggi, il fronte che chiede l’aumento delle Forze dell’ordine non è più così coeso. Noi crediamo che si debba fare fronte comune anche con i Comitati””.
Michele Andreana del Pd ha detto:
“”questo Consiglio è stato importante.
La preoccupazione di non abbassare la guardia sui temi della sicurezza non ci deve far dimenticare i dati presentati dal Prefetto.
Il nostro è un territorio aperto, dinamico, con una libera circolazione delle merci e delle persone, con nuove opportunità e nuovi rischi da governare, diversamente dalla società dei nostri padri. Servono azioni di repressione ma anche le politiche sociali e urbane che fanno della nostra realtà non un’isola felice, ma sicuramente un luogo dove il benessere e la sicurezza sono ben superiori ad altre città. Non possiamo concentrare il tema solo sulla realtà urbana senza ricordare che molti problemi vengono gestiti a livello nazionale, con massicci tagli anche al comparto della sicurezza. Le Forze di Polizia operano in un contesto di drammatica carenza di uomini e mezzi. Serve l’intervento delle Istituzioni con un decisivo coinvolgimento della società civile e del territorio””.
Nella sua replica il Prefetto di Modena Giuseppina Di Rosa ha affermato:
“”Abbiamo chiesto maggiore organico, il governo ha mantenuto la promessa di mandare gli uomini in più. E’ altrettanto vero che sono andati in pensione altri.
I numeri che sono stati dati, comunque, sono di 7-8 uomini di turno, che non sono pochi. Non sta a me, ma al Questore, al comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza distribuire le forze in base al bisogno. Quella delle nostre Forze dell’ordine è un’attività molto qualificata: di questo non dovete avere timore. I risultati che vi ho dato, che segnano un miglioramento, non sono forse quelli che spereremmo, cioè l’azzeramento della criminalità, perché non è possibile, speriamo di portarvi presto risultati migliori. L’ottimismo non deve essere un’idea, ma ci deve venire dalla concretezza e realtà di quello che facciamo, che è del massimo impegno. Per andare avanti bisogna crederci e tutti noi ci crediamo””
Il sindaco Pighi ha poi ripreso la parola per replicare :
“”in alcuni degli interventi è emerso un forte ringraziamento al Prefetto e alle Forze dell’ordine per i risultati raggiunti.
Sono numeri migliori degli anni precedenti, frutto di lavoro e di impegno in condizioni difficili.
Certamente c’è una dialettica anche in quegli interventi sui quali non si può non essere d’accordo. Abbiamo modificato il regolamento dei phone center, siamo intervenuti in alcune zone della città, ma non ci aspettiamo che l’opposizione sia d’accordo. Quando abbiamo firmato il patto per la sicurezza il Ministero dell’interno ci ha garantito 25 unità in più.
Non credo si possa parlare di 55 uomini in più sommando i militari al Cpt con i nuovi agenti di Polizia Municipale.
Noi, i vigili in più li abbiamo messi davvero, appena liberati da un vincolo del patto di stabilità: 19 vigili in più su 190 sono un aumento del 10%.
Da parte nostra, la disponibilità a collaborare è massima rispettando il ruolo di ognuno: i partiti, i consiglieri, l’Amministrazione, i comitati, sono soggetti distinti che possono avere obiettivi comuni e operare insieme per migliorare la nostra città.
Ci sono azioni che possiamo compiere anche a livello locale contro la criminalità organizzata: contro i pagamenti in nero, ad esempio, o con l’osservatorio sugli appalti “”.