Assessore Caldana siamo interessati a guardare meglio dentro il meeting di CL che si è tenuto a Rimini, con gli occhi di un modenese.
Primo quesito: come mai tanto successo mediatico per questo appuntamento annuale?
Il Meeting di Rimini, che ormai è alla 26a edizione, è divenuto l’appuntamento che apre la stagione degli incontri politici di fine estate e, per questo, catalizza l’attenzione del mondo politico e dei media. Inoltre, l’impostazione del meeting è molto originale, molto dinamica e anche questo aiuta la visibilità. Infine, ma non meno importante, in una situazione di profondo travaglio del cattolicesimo sociale e politico, l’appuntamento di Rimini è divenuto un poco il centro del dibattito del mondo cattolico.
Il popolo Ciellino si è sempre manifestato con fischi e applausi,ma oltre questo apparire quale è la reale impostazione degli organizzatori per l’edizione 2006?
Mi pare che i dirigenti di CL abbiano chiaramente affermato che il loro obbiettivo, il modello a cui puntano sia la Grande Coalizione alla tedesca, cioè una messa in discussione dei Poli attuali, per arrivare ad una collaborazione tra le forze liberali e riformiste presenti all’interno dei due schieramenti. Un obiettivo sicuramente interessante, ma che oggi non tiene conto, a mio avviso, della situazione politica italiana molto incentrata sul bipolarismo
Traspare tra le pieghe di alcuni invitati salutati con ovazioni un certo integralismo di ritorno, quasi come obbligata rivincita o risposta cattolica integralista a un dilagante laicismo. Abbiamo letto male?
Il mondo cattolico oggi vive con preoccupazione un certo dogmatismo laicista e alcuni sono tentati da risposte di muro contro muro. Personalmente sono convinto che questo sarebbe un pericolo. La storia del cattolicesimo democratico in Italia non ha mai scelto lo scontro, la separazione, ma ha invece fornito un contributo essenziale alla creazione di un Paese laico ( non laicista!), attento alle diverse sensibilità culturali. Che oggi il campione dei teocon italiani, molto applaudito al Meeting, sia l’ex Presidente del Senato Marcello Pera, cioè il maggiore studioso di Carl Popper che sicuramente non è un pensatore cristiano, mi pare un controsenso. Ma forse anche un tentativo di strumentalizzazione della Fede da parte della politica totalmente estraneo alla tradizione del cattolicesimo politico italiano.
La storia del nostro paese caratterizzata in una eterna lotta tra il bene e il male interpretato dalle diverse formazioni politiche ha finito con coinvolgere anche i profeti di questa impostazioni: Anche i cattolici sono divisi tra buoni e cattivi: lei a quale categoria appartiene?
Mi verrebbe ovviamente da rispondere che io sto con i buoni, ma forse è il momento di superare queste divisioni e riprendere a parlarci tra cattolici, così come auspicato proprio al Meeting dal Presidente del Senato Marini. I cattolici rischiano l’irrilevanza culturale se non sono in grado di trovare luoghi e forme nuove per dialogare, confrontarsi e, soprattutto, fornire contributi unitari sui grandi temi dell’etica e della dignità dell’uomo. Questo è possibile, io credo, anche in un contesto bipolare, maggioritario.
Lei ha un curriculum politico di tutto rispetto, Rimanderemo ad altra occasione un approfondimento sulla sua azione di assessore. Ora limitiamoci a domandare ad un politico collaudato: secondo lei un meeting modenese per modenesi tenuto da modenesi sarebbe utile per la città?
Più che di un Meeting di cattolici modenesi, io sento il bisogno di un meeting di tutti i modenesi per individuare i temi condivisi su cui puntare per dare nuovo slancio alla nostra città. ho l’impressione che su alcune questioni non vi sia sufficiente attenzione e i nodi, si sa, alla fine vengono al pettine.
Se fosse lei l’organizzatore, sarebbe più interessato a coinvolgere aree culturali omogenee o “ comunque uomini e donne di buona volontà” a prescindere dal colore partitico.
Come dicevo prima abbiamo bisogno di aprire una stagione di confronto ed elaborazione tra tutti. Vi sono temi epocali, quali la globalizzaz
ione, l’immigrazione, la necessità di liberalizzare di più anche realtà come le nostre, che devono trovare soluzioni fortemente condivise anche sul piano locale.
Le propongo questo schema: la città di Modena è divisa tra propugnatori della necessità dello scontro culturale tra le coalizioni e quelli più interessati alla ricerca di scelte condivise. Una divisione che attraversa tutti i partiti. In questo caso quindi si prospetta uno scontro sia tra i diversi
partiti sia all’interno degli stessi. In questo probabile rimescolamento delle carte, lei dove si colloca?
Personalmente sono sempre stato convinto che il confronto sia sempre il meglio. Occorre superare quella rissa continua tra i Poli che contraddistingue la politica italiana e, anche a Modena, abbiamo bisogno di più dialogo.
Noi di Bice siamo interessati a dare voce a questi movimenti: dobbiamo aspettarci novità a breve?
E’ una domanda cui faccio fatica a rispondere. Mi pare che la società civile modenese sia in una fase di attesa, di riflessione. Sotto sotto però si avverte la voglia di nuovo protagonismo, si stanno preparando nuove iniziative. Credo che la politica debba smettere di “”ingabbiare”” la società civile e di liberare le risorse enormi che la società modenese ha al suo interno. Sì forse si sta per aprire una stagione interessante…..