“Senza Quorum”

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Ossia parliamo del pamphlet“La politica in versetti coi suoi fatti ed i suoi addetti” di Sergio Buffagni.Tutti i protagonisti politici messi allegramente alla berlina in versi rimati

Altroche “grana padano doc e dop”, con una Lega Nord così forte (o bega Nord come ebbe a dire un po’ volgarmente Gianfranco Fini quando Bossi provocò la caduta del primo governo Berlusconi), ci troviamo veramente davanti ad una vera e propria “grana  padana” con un Bossi redivivo che potrà così porre veti su tutto e tutti sia alla Camera ed al Senato.

 La felice ed esilarante formula “la grana padana” non è purtroppo parto della mia modesta mente, ma è l’ennesima genialata dell’umorista Sergio Buffagni che ha pubblicato un divertentissimo pamphlet, illustrato dal disegnatore Gennaro Prisco dal titolo “La politica in versetti coi suoi fatti ed i suoi addetti” dove vengono messi allegramente alla berlina in versi rimati tutti i protagonisti dell’agone politico italiano. Emerge il ritratto di un Bossi che nell’ agosto del 2004  viene così dileggiato: “Con un fare molto sciatto e gran uso del ricatto tiene Silvio in grande scacco con l’andar sempre all’attacco sia del povero Follini che dell’alleato Fini;

a soffrire è allora il Polo che in questo clima rissaiolo lascia molto frastornato tutto il proprio elettorato. Poi col papa se la prende perché ha troppe prebende,

mentre preme sul pedale del Senato federale.

C’è un ondivago Maroni che riforma le pensioni,

mentre il tecnico Castelli tira un po’ per i capelli

l’ampio clan dei magistrati a sinistra sbilanciati.

Mentre sembra ancor propizio con Tremonti il sodalizio

che irrita assai Fini e scontenta anche Follini…

Aspettando venga il giorno di uno sperabile ritorno

auguriamo  alla sua gente che questo fiero combattente esca dalla quarantena e ritorni sulla scena per riprendere il comando della Lega un po’ allo sbando operando con fermezza ma condita con saggezza”. Ci associamo tutti all’auspicio del geniale Buffagni sarcastico al pari del collega Bonfatti, altro grande fumettista autore della Filastrocca satirica a fumetti dal titolo “Barbolino senatore (bis?). Due libriccini eccellenti quanto esilaranti da cui emerge una fotografia parodistica dell’intero l’agone politico italiano. Per concludere appunto con Bonfatti che amaramente chiosa a fine libretto “E’ caduto ancora il governo, un destino sempiterno e non l’ha voluto il popolo, ma un sol tipo assai ridicolo: questa legge elettorale sbagliata ed immorale e fa sì che conti tanto che tre voti ha soltanto …Oggi si va di nuovo a votare per decidere chi far governare, è l’ennesima occasione di civile condivisione, ma non tutti sembran pensare che le cose possan cambiare. C’è chi spera e chi mugugna c’è chi spreca e chi si sgrugna , per il suffragio ancora una volta siamo chiamati alla raccolta starà in noi farne buon uso o non votare in modo ottuso, Barbolino è ottimista la speranza è ora in vista, da sudare ci sarà però almeno servirà…

“Della serie la cosa è grave…ma non seria”.

Davvero tutto “senza quorum”.

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