Se essere cristiani è questo, esigere il crocefisso[1], magari anche all’osteria, per bestemmiarlo più comodamente, se si biascicano preghiere e si nega agli altri il diritto di parlare, se ci si avvoca a Dio, e ci si sente dei padreterni superiori al nostro prossimo… ben vengano allora “i senza Dio”.
Questi cristiani mi ricordano certi pacifisti e non violenti, che in nome della pace e della fratellanza, rovesciano macchine e cassonetti, incendiandoli e distruggendo al loro passaggio vetrine e vari elementi di arredo urbano…
O certi iracondi vegetariani, che sostengono, con arroganza e protervia inaudite, che la carne fa diventare violenti e sanguigni, in pratica “cattivi”…
O certe femministe, presunte donne libere, schiave invece della carriera, della moda, del denaro…e che considerano certo inferiore a loro la donna che desidera, sopra ogni altra cosa, creare un’oasi di serenità, di pace , di allegria e di tenerezza, per il suo uomo e per i suoi figli.
Sono le nostre contraddizioni, frutto dell’ipocrisia, che ci fa accogliere come oro colato tutto ciò che in qualche modo ci soddisfa, ci adula, ci dà ragione… e ci fa disprezzare, e negare, tutto ciò che riconosciamo, sì, come vero… ma che ci disturba, ci fa mettere in discussione, ci chiede un esamino di coscienza, ci chiede di essere umili e disposti ad imparare qualcosa anche dagli altri…
Il cristianesimo non è pretendere di essere i migliori, forse è cercare di esserlo, nel vero senso della parola. Non è imporre il nostro personale credo, semmai è darne un esempio positivo, che qualcuno potrebbe seguire.
Non dobbiamo comportarci in modo che i detrattori dei cristiani abbiano fondati motivi per esserlo e, soprattutto , il crocefisso non deve essere un’arma, tanto meno un gadget, che ci accomuna, come il portachiavi della squadra del cuore, o la spillina del liceo.
Per chi ha il dono della Fede, è il simbolo di Cristo e della redenzione dell’Umanità, ma, ad esempio, per uno stilista, invece, la croce è una delle forme più sfruttabili.
La croce “rende bene” sia nei materiali più preziosi e pretenziosi, sia (per i miei gusti ancora di più) nelle linee essenziali e semplici, dell’acciao, dell’argento…
E proprio nell’ostentazione imposta dalla moda, accade che la croce, uno strumento di morte, e di una morte orribile, e insieme simbolo di speranza e di redenzione, perda completamente questi significati…
E’ bella da indossare, perché ha una bella forma, è suggestiva, né più né meno di una chiave di Sol, o di una stella, un di un cuore…così adatti da appendere a una collana…
Ma come, ovviamente, non possiamo considerare questa una dimostrazione del nostro essere cristiani, allo stesso modo non lo è certo il voler imporre il ritorno, a tutti i costi, del crocefisso, nelle scuole, nei tribunali, negli uffici pubblici e non…in particolare quando la motivazione non va oltre il “perché lo dico io” .
Per qualunque motivo lo si voglia, questo ritorno del crocifisso, per abitudine, per rassicurante continuità, per demagogica ricerca del consenso o per profonde convinzioni religiose è comunque diventato difficile da realizzare
Questo perché, troppo facilmente, in un passato recente, in una ubriacatura di laicismo e di libertà da ogni “oppio dei popoli”, si è accettato, o addirittura voluto, che venisse rimosso, in nome di ideologie, o forse anche di mode, o per non “urtare la sensibilità” di pochi…o semplicemente per timore di essere giudicati bigotti, vergognandosi quasi di aver fede… il che mi appare la cosa peggiore, perché è come mentire a sé stessi.
Ora, come far valere i diritti di chi vuole vedere il crocefisso appeso, e, contemporaneamente, i diritti di coloro i quali, invece, difendono il loro diritto a NON VEDERLO e che sembrano in questo essere più determinati e arroganti?
Difendere il diritto a NON VEDERE il crocefisso è discutibile forse, come se , entrando in uno scompartimento per fumatori , io , non fumatrice, venissi sanzionata perché non mi accendo una sigaretta come tutti gli altri…
Ma, spesso , anche in altri campi, nella nostra società regna la contraddizione più grande.
Dal classico …“chi ruba una mela va in prigione, chi ruba i miliardi no” …ai liberi profes
sionisti che dichiarano redditi risibili e lasciano che a pagare le rette stratosferiche negli asili nido siano i ricchi impiegati… agli extracomunitari che vivono nell’indigenza e possiedono televisori, veri home theatre, e inalberano antenne paraboliche e satellitari…
Quindi , nessuna meraviglia.
Per discutibile che sia, comunque, il predetto diritto a vedere, o a NON vedere il crocefisso, tutto ciò deve essere in qualche modo regolamentato.
La democrazia, che riconosce i diritti di ogni minoranza, non deve impedire i diritti della maggioranza , anche se non è assolutamente detto che la democrazia sia lo strumento valido in assoluto per operare le scelte migliori.
Questo dipende dalla preparazione di chi esprime il proprio voto, e qui il tema si fa davvero difficile, perché è più facile fare la conta ( talvolta pure la ri-conta) delle schede elettorali, o dei voti espressi alla Camera o in Senato, piuttosto che preparare gli individui alla libertà di pensiero, e creare gli strumenti della conoscenza nei cittadini chiamati a votare.
Tutto questo accade mentre il mondo cristiano, e cattolico in particolare, diviso tra colpevole indifferenza e ignavia, lascia via libera ai partiti politici italiani e ai politicanti di ogni statura, anche bassissima. Politicanti che ghiottamente faranno, anche di questa causa, un argomento di lotta elettorale, né più né meno di tutte le altre cause.
Se Gesù Cristo indossasse una giacchetta, piuttosto che una tonaca, si potrebbe dire che ora questo, ora quel partito, Lo tira per la giacchetta appunto… adattandoLo alle sue più utili convinzioni e strategie ideologiche…La verità è che nessun partito politico e, meno che mai, nessuno schieramento composito, può arrogarsi il diritto di essere un difensore del cristianesimo…
Se da una parte giova ricordare quanto Gesù sia stato misericordioso e indulgente, verso ogni peccatore, con l’ icona edulcorata, da santino benedicente, …sarebbe bene, tuttavia, non dimenticare che quello stesso “santino” prese a staffilate i mercanti nel tempio e, a chi scandalizzava i fanciulli, suggerì di fare buon uso di una pietra da mulino…
Scritto da Maria, il 3 dicembre 2006
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