Se non e’ uno scontro di civilta’ (religione compresa), come la vogliamo chiamare? La guerra dei bottoni.

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Per anni, intellettuali, buonisti e persone che vogliono a tutti i costi integrarsi con coloro che non lo vogliono, ci hanno inculcato il “volemose bene a tutti i costi”.

 

L’attentato di Bruxelles non sarà l’ultimo. La  scia di terrore che il fanatismo religioso islamico seminerà in Europa, farà nuove vittime. Forse, anche più numerose dei 31 morti lasciati sul terreno negli ultimi due attentati, per non parlare degli oltre 300 feriti che porteranno per tutta la vita il segno sul proprio corpo sulla propria mente.

Cosa dire in queste tragedie?

Niente di più che andare a rileggere quanto scritto o detto dalle poche voci fuori dal coro.

Per anni, intellettuali, buonisti e persone che vogliono a tutti i costi integrarsi con coloro che non lo vogliono, ci hanno inculcato il “volemose bene a tutti i costi”. Sarebbe troppo facile, però, dire:- io l’avevo detto!- In questi giorni abbiamo visto accapigliarsi nei vari studi televisivi uomini e donne degli opposti schieramenti politici. Hanno fatto il tragico gioco dello scarica barile, mentre a Bruxelles altre persone raccoglievano i resti di coloro che coinvolti più da vicino dall’esplosione,  non erano evaporati durante la deflagrazione degli ordigni. Un piede, una mano, un pezzo di testa da potere restituire ai loro cari.

Eppure, è andato in scena il solito teatrino fatto di scambi d’accuse fra coloro che vogliono chiudere le frontiere e coloro che accusano di  fare campagna elettorale sui i morti. Tante voci stonate e poche voci intonate.

Nel frattempo, dopo lo shock iniziale si cercano i colpevoli fra le forze di sicurezza perché, in fondo in fondo, è colpa loro se non si è potuto intervenire per impedire l’attentato. A parole siamo tutti bravi, ma per prevenire un attentato bisogna avere una rete di persone che sia ben infiltrata in queste cellule di terroristi. Però, queste persone che non hanno nessun legame ideologico o religioso le devi pagare e bene perché, se scoperte, fanno una brutta fine. A pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca.

Sono convinto che l’intelligence israeliana sapesse che qualcosa stava per succedere. Loro, con gli attentati ci convivono giornalmente e hanno un ottimo servizio d’informazione. Forse, questa volta  hanno deciso di girarsi dall’altra parte e fare assaggiare anche a noi un po’ di terrorismo. D’altronde, come dargli torto?  Il presidente della nazione che non smette di dire che Israele deve essere cancellato dalla faccia della terra, è stato ricevuto con tutti gli onori. Per un pugno di barili di petrolio!

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