
Sono passati 10 anni dall’elezione dell’argentino cardinal Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio ed ancora riesce a stupirmi positivamente, come successe fin dalla scelta del nome: Francesco, il santo che fece della semplicità la sua teologia e dell’amore la sua tenacia.
Quante volte la sua voce si è elevata isolata per chiedere la pace, per chiedere al mondo di superare i conflitti, i fili spinati, le migrazioni come necessità, le ricchezze eccessive accanto a povertà altrettanto eccessive, la solitudine delle persone, lo sfruttamento del lavoro altrui.
Ma Papa Francesco non è comunista, come taluno lo vuole disegnare, né in contrapposizione a Benedetto XVI. Altri hanno provato e provano a scavare trincee e ad alzare muri di divisione fra i due papi, ma entrambi hanno navigato nel fiume del Concilio,
Padre Antonio Spadaro, direttore di ‘La Civiltà Cattolica’ scrive: “Ho avuto modo di porgli una domanda sui suoi progetti in ambito ecclesiale: “Lei vuole fare la riforma della Chiesa?”, domandai. La risposta di Papa Francesco fu candida e diretta: “No”. E proseguì: “Voglio solo mettere Cristo sempre più al centro della Chiesa. Poi sarà Lui a fare le riforme necessarie”. Anche nel contesto politico internazionale Francesco sta tentando di fare lo stesso: mettere Cristo al centro del mondo. Bergoglio è un leader spirituale cristiano. E solamente in quanto tale può parlare di politica e diplomazia. Francesco ha una precisa consapevolezza del suo compito”.
Papa Francesco è rivoluzionario soltanto perché Cristo fu ed è rivoluzionario, una rivoluzione che si pratica con l’inclusione, l’ascolto, la misericordia ma nel rispetto della Dottrina, la stessa dottrina di Benedetto XVI. Lo ha detto lo stesso Francesco: “Un cristiano, se non è rivoluzionario, in questo tempo, non è cristiano!”,
Ma la sua rivoluzione è tesa a costruire umanità, non a distruggerla; è tesa a non lasciare che popoli siano invisibili, come ha dimostrato con il suo recente viaggio in Congo.. In questo senso mi sembrano calzanti del parole scritte da Padre Jean-Marie Benjamin per la ‘Canzone di San Damiano’ musicata da Donovan per il film ‘Fratello sole sorella luna’: “Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, / con amore ed umiltà potrà costruirlo. / Se davvero tu saprai vivere umilmente / più felice tu sarai anche senza niente // Se vorrai ogni giorno / Con il tuo sudore / Una pietra dopo l’altra / Alto arriverai”.
L’umanità ha più che mai bisogno di una voce che grida in nome delle vittime, di qualsiasi parte e colore esse siano, che si schiera a fianco degli ultimi e di chi è sfruttato, che non si arrende davanti alle ingiustizie, che non chiude le porte in faccia a nessuno e, come il padre del Figliol Prodigo è pronto a fare festa per il figlio ritrovato.
Se non ci fosse, Papa Francesco bisognerebbe inventarlo.
Una risposta
Un altro Papa buono
D’accordo in linea di massima questa volta con più di qualche distinguo però.
Devo dire che papa Francesco mi è stato immediatamente simpatico sin dalla sua elezione al soglio pontificio.
Mi piaceva la sua semplicità e genuinità e l’ho apprezzato perché convinto assertore della povertà evangelica al punto tale da abitare in un modesto alloggio in stridente contrasto con lo sfarzoso superattico di Bertone da 700 mq restaurato con soldi destinati alla beneficenza.
Lo apprezzo inoltre per il suo tentativo di porre fine alle sanguinose guerre di religione dialogando con i seguaci di altre fedi e cercando di convincerli che esiste un solo Dio creatore dell’universo.
Lodevolissimo poi il suo tentativo di fare tutto il possibile per arrivare alla pace tra Russia ed Ucraina anche se purtroppo stanno prevalendo i falchi sulle colombe ed il rischio di una terza guerra mondiale è sempre più reale.
Memorabile poi l’inizio del suo pontificato nel quale dimostrò di avere tempra e carattere rimuovendo dal suo incarico il terribile segretario di Stato Tarcisio Bertone ed azzerando la dirigenza dello Ior.
Non posso però fare a meno di constatare che la sua azione riformatrice si è progressivamente affievolita .A volte si ha la sensazione che sia approdato al soglio pontificio dalla porta di servizio gestendo il suo ruolo non come re della Chiesa ma come primus inter pares.Ritengo che non sia entrato mai a pieno titolo nello status di Papa ed abbia forse inconsapevolmente rinunciato all’autorevolezza necessaria per imporre le sue decisioni al collegio cardinalizio anche quando si esprimeva ex cathedra.
Forse la salute cagionevole da una parte e l’arroganza del collegio cardinalizio dall’altra, in una con la mitezza propria del suo carattere, lo stanno emarginando sempre più .
In un frangente come quello attuale ci vorrebbe un Papa di polso ed autorevole perché la Chiesa è arrivata forse al capolinea della sua millenaria storia essendo attaccata in tutto il mondo anche con metodi cruenti dai seguaci di altre religioni e dilaniata al suo interno dal malaffare e dalla corruzione quasi generalizzata di cardinali ed alte sfere ecclesiastiche.
Per non parlare poi dell’odiosa pedofilia ecclesiastica troppe volte tollerata e coperta dai suoi predecessori.
Potrei citare mille casi nei quali le parole del Papa sono state snobbate e disattese ma mi limito a citare solo l’ultimo : la sua apertura alla omosessualità ed alle coppie gay.Non c’è stato un solo cardinale che si sia schierato a favore del Papa contravvenendo all’ostracismo secolare della Chiesa per l’ omosessualità.
Risultato : la sua è sempre più vox clamans in deserto.
Ritengo comunque che Papa Francesco sia migliore di tutti i suoi predecessori dell’ultimo secolo con l’unica eccezione di Papa Giovanni XXIII, il papa buono.