Egregio direttore, Alberto Broglia, in questi giorni è cambiato il direttore della Gazzetta al quale lei (unitamente a tanti lettori e io tra questi) ha rivolto un cordiale augurio di buon lavoro.
Sottopongo a Bice uno scontro tra la direttrice della Galleria Civica Angela Vettese e il critico d’arte della Gazzetta Michele Fuoco.
Michele Fuoco è stato accusato dalla direttrice della Galleria Civica di usare in modo improprio e strumentale il giornale su cui scrive. Le critiche che Fuoco rivolge alla signora sarebbero, a giudizio della stessa, finalizzate alla ricerca di un incarico presso la Galleria da lei diretta, o più ancora finalizzate a sostituirla nella direzione.
Ma, scrive la Vettese, “”nominarlo direttore non è nelle mie facoltà””.
A questa donna non par vero che ci sia qualcuno che fa un mestiere senza secondi fini. Non le sembra proprio possibile che si possano avere idee, dignità, rispetto del proprio lavoro e dei lettori, senza cercare sedie, potere e incarichi. Per chi conosce Michele Fuoco è un’accusa a dir poco indecente.
Si è offerta di dargli la direzione della Civica, ma solo perché dice lei stessa “”non è nelle mie facoltà di poterlo fare””.
Anche se potesse non lo farebbe mai. Chiedere alla Vettese di rinunciare a un posto dove si lavora poco e quando se ne ha voglia, dove si è ben pagati, dove si dispone dei milioni della Fondazione Cassa di Risparmio, dove si può invitare senza rendere conto a nessuno gli artisti personalmente preferiti, dove si ha uno spazio pagato dai cittadini che può essere messo a disposizione degli scambi internazionali con altri direttori, che a loro volta ricambiano, sarebbe come chiedere a Cicciolina di votarsi alla castità. La signora in questione passa la vita ad accumulare incarichi e ha l’impudenza di dire a Fuoco che se dipendesse da lei gli cederebbe uno dei suoi. Che sia vero che chi ha natiche tentacolari avvinghiate alle sedie vede negli altri le stesse propensioni?
Vediamo i suoi incarichi.
Insegna storia dell’arte all’Università Bocconi di Milano.
E’ direttrice del CLASAV di Venezia (Corso di Laurea Specialistica in Arte Visiva) presso la Facoltà di Design e Arti all’Università IUAV di Venezia.
Lavora come critico al Sole 24 Ore di Milano.
Lavora come critico al Giornale dell’Arte.
E’ direttrice della Galleria Civica di Modena.
E’ presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Lavora nel Comitato Scientifico di Faenza per il Festival dell’Arte Contemporanea.
Svolge attività di curatrice di eventi espositivi.
Svolge attività di conferenziere: è dello scorso gennaio una sua collaborazione col FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).
E’ scrittrice. Tra i volumi pubblicati ve ne è uno dal titolo significativo: “”A cosa serva l’arte contemporanea””. E c’è da chiederselo?
La signora, accusa Fuoco di non tenere conto dell’aumento dei visitatori alla Civica.
Peccato che non siano dimostrabili.
Lo accusa di aver trascurato la mostra di Cattelani da lei curata a Formigine dopo che Fuoco l’aveva presa in castagna allorchè fu fatta a Verona e da lei ignorata a Modena.
Cita una serie di nomi under 35 trascurati da Fuoco e da lei piazzati su uno scalone con bel pieghevole. Sic!
Ma tace sulle occasioni mancate: Cesare Leonardi a proprie spese al Paradisino; Vellani Marchi; Carlo Mattioli, artista modenese di fama da lei ignorato come tanti altri, per far posto a tre mostre consecutive in tre anni a Mimmo Paladino. Anzi, sei, tre a Modena e tre a Carpi.
Eccole: Modena, Paladino dal 24/11/04 al 28/03/05, oltre 4 mesi.
Modena dal 15/09/07 al 06/01/08, oltre 3 mesi, mostra su due sedi (Palazzo Santa Margherita e Palazzina del Vigarani). Telone per la Ghirlandina. Carpi: Paladino “”Nel segno dell’Eros”” 16/09/05 – 16/10/05. Paladino “”Opere Grafiche”” 15/09/06 – 17/09/06. Paladino “”De Rerum Naturis”” dal 14/09/07 al 25/11/07.
Da tre anni non si può uscir di casa senza imbattersi in questo Paladino.
Si è rivoltato anche il vento.
Avrebbero fatto meglio a costituire una Spa Vettese-Paladino con capitale pubblico privato oggi tanto di moda.
Così l’ossessivo amore artistico per Paladino avrebbe almeno una spiegazione chiara.
Per le gallerie private e le associazioni altro bel depliant. Dall’invasione Paladino non era rimasto altro. A proposito, anch’io aspiro alla direzione della Civica, ed è per questo che la critico…Divorziai da mia moglie, con la quale tuttora convivo, allorchè da assessore alla cultura non mi nominò direttore. Da allora, come Fuoco, non ho più trovato pace. O tempora o mores!!