Scajola e la manovra di Heimlich

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La non politica oggi ritiene come “non politici” i richiami all’etica, ai valori, al primato della pulizia morale e dintorni...Queste note sono perciò un esempio di indiscussa conoscenza della realtà e di una invidiabile, vera e attuale sensibilità politica. Articolo di Maria


La scorsa settimana ho rischiato di essere la protagonista di una cerimonia in mio onore…protagonista involontaria, come sempre accade in “”quel”” tipo di cerimonia, dato che, solitamente, nessuno arde dal desiderio di passare a miglior vita.

Secondo me si dovrebbe integrare il noto  detto, caro alle nostre severe nonne, “”quando si mangia non si parla, perchè si combatte con la morte”” aggiungendo “e tantomeno si deve ridere”. Alla luce di ciò, non si dovrebbe cenare  guardando uno spettacolo comico, ma come potevo immaginare che una delle battute più esilaranti di tutti i tempi arrivasse non da un  comico, ma da  un compunto e affranto ministro dimissionario della Repubblica che, sdegnosamente, sillabando termini desueti, minacciava un ignoto, reo di avergli pagato due terzi del suo “mezzanino”[1] dicendo testualmente:

  “”Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciterebbero le azioni necessarie per l’annullamento del contratto””

Ricambiando lo sguardo divertito di mio marito, sono scoppiata a ridere, il boccone mi è andato di traverso, poco ci è mancato che soffocassi anche perché, sebbene a conoscenza della  manovra di Heimlich[2], mio marito era troppo occupato a ridere per poterla eseguire correttamente. Comunque non era uscito il mio numero, non era arrivata la mia ora,  come si dice in questi casi, così ho infine tossito  e sono qui a scrivere, fortunatamente o disgraziatamente, a seconda dei punti di vista.

Tuttavia, anche se la nostra politica tutto è, eccetto che divertente, è auspicabile, a mio avviso, in previsione di altre micidiali battute ricche di umorismo involontario, una revisione del palinsesto: collocare anche il TG e i talk show a tema politico tra gli spettacoli comici salverebbe qualche vita.

Ma alle risate, di fronte a certe incredibili uscite, si uniscono le inevitabili riflessioni, su chi detiene il potere, grande o piccolo che sia, su chi gestisce la cosa pubblica, su chi amministra  e decide, del nostro denaro, della nostra sicurezza, del nostro lavoro, del nostro futuro, come nazione e come cittadini.

E sono risate amare quelle di chi, come me e come moltissimi altri, è disgustato dal letame della conduzione affaristica  dello Stato;  di chi ancora s’illude che  Kant  abbia ragione, scrivendo che “L’onestà e la dirittura morale sono la miglior politica” ; di chi pensa che  Erasmo da Rotterdam dia buoni consigli , esortando il principe cristiano a  “…seguire ciò che è onesto, il non far del male a nessuno. Non depredare nessuno, non abusare della tua posizione, non corrompere e non farti  corrompere”.

Parole elevate che fanno apparire i consigli di un altro grande, Machiavelli, poco più che ciniche “dritte” date al potente di turno.

A parte ciò, la prescrizione, l’indimostrabilità delle colpe, gli equilibrismi legali, le immunità varie, sono solo alcuni dei motivi che porteranno anche quest’ultimo scandalo, ultimo in ordine di tempo, al nulla di fatto, come tutti quelli che l’hanno preceduto, chiunque sia colpevole.

La cosa più terribile è che la politica la fanno le persone, e queste sono le persone che abbiamo scelto, che ci rappresentano, persone alle quali abbiamo affidato il nostro futuro, persone che non vorremmo certo come amici nella vita reale.

I rivoluzionari russi scrissero nel loro manifesto “Con la forza costringeremo l’umanità ad essere felice”. Un’utopia, come si è visto, indipendentemente dai discutibili metodi impiegati per portare i poveri alla vera “felicità”, ma soprattutto un’assurdità, perché non si può portare con la violenza e con la forza a ciò che è  giusto, a ciò che è bene. Certo non alla felicità, come pure all’onestà, alla rettitudine, alla lealtà, al senso di responsabilità, soprattutto non si può costringere gli esseri umani al pudore.

Parola che associamo riduttivamente solo a seni che debordano da scollature inguinali, a qua
lche gluteo svettante da minigonne ascellari…Ma esistono ben altre cose, di cui avere pudore: cattive azioni, inganni,  corruzione, tradimento della fiducia degli elettori, il privilegiare l’interesse personale a scapito del bene comune…tutte enormi  vigliaccate perpetrate ai danni di persone inermi, i cittadini.

Cittadini che hanno, sì, a disposizione l’arma, incruenta ma potente, del voto… ma del voto dato a chi?

Il 6 maggio scorso, giovedì, a Montecitorio, in occasione del dibattito sulla crisi della Grecia, mentre parlava il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, i convenuti ad ascoltare le comunicazioni del governo sulle importanti decisioni sugli stanziamenti, (totale  14,8 miliardi- quota per  l’anno in corso 5,6 miliardi- quota per ogni cittadino 243 euro) erano solo in  cinquantotto.   Di fronte a numeri come questi, 58 parlamentari presenti su 630 aventi diritto, nausea e amarezza sono  piccola cosa, forse solo l’inizio dell’indifferenza, cosa grave, gravissima, più grave dell’odio.

Perché l’indifferenza lascia nella totale libertà d’azione (o inazione)  questi signori, privilegiati sotto ogni punto di vista, economico, sociale, lavorativo, penale.

E’ sempre incomprensibile e assurdo che degli adulti, talvolta ultrasessantenni e oltre, abbiano comportamenti puerili, dicano le bugie, come scolaretti delle elementari, neghino  l’evidenza, siano falsi, si defilino di fronte alle responsabilità e agli impegni…Ma quando a farlo sono i politici, dai quali veniamo quotidianamente esortati ad essere veri cittadini che praticano le virtù civiche, che rifiutano ogni illegalità, la corruzione, l’evasione fiscale, la ricerca del profitto personale, l’assenteismo…verrebbe da dire loro:

– Senti da quale pulpito viene la predica –

Ma a chi lo diciamo… il pulpito è praticamente vuoto.

Maria

 

 

P.S.

Colgo l’occasione, per il Ministro Scajola

 

Sento il dovere di dare una spiegazione a quanto contenuto nell’articolo, non tanto al Ministro Scajola, improbabile lettore di Bice, ma per amore di verità. La parola garantista mi fa venire l’orticaria, preferisco essere,o cercare almeno, di essere equilibrata.  Non sempre ci riesco.Ho letto il commento del nostro lettore Antonio da Francavilla, che vede in quelle parole l’agitazione di una persona, probabilmente innocente, che per la preoccupazione di essere accusato ingiustamente, usa una frase infelice.

Naturalmente il significato è questo, ma riconosco  di non essermi espressa con chiarezza, e pongo rimedio alla cosa: ciò che  mi ha fatto sorridere e che non equivale alla condanna di chicchessia, è il modo, a dir poco goffo, con il quale il ministro ha dato notizia delle sue dimissioni. Pertanto, con il desiderio più grande di essere, appunto, equilibrata, chiarisco che  non esprimevo una condanna aprioristica di Scajola, cosa che, invece, tutti i media, senza distinzione di parte, pare si siano permessi di fare.

Nell’articolo, e lo ripeto, ciò che esprimo riguarda la frase usata, assolutamente inadeguata e fonte di equivoci, oltre che di ilarità.

Per il resto, l’ormai ex ministro non è neppure indagato, pertanto non so di che cosa possa essere incolpato. Ma se anche fosse riconosciuto colpevole non trovo sia poi così  terribile…

Anche perché, dire di un morto ammazzato dalle  Brigate Rosse che era un  rompi……..[3]è secondo me infinitamente più grave di avere un qualunque intrallazzo immobiliare, fosse anche di un  milione di €uro come in questo caso.

Lo metto sullo stesso piano delle scritte  “”Meno sei”” [4]comparse sui muri a Livorno, Milano, Genova, scritte inneggianti alla morte dei paracadutisti italiani a Kabul.

 

 

 


 



[1] Il diminutivo ingannevole, “”mezzanino”” si riferisce comunque a 180 mq. vista Colosseo, come tutti sanno.

[2] La manovra di Heimlich consiste in una compressione addominale a livello dell’epigastrio, in direzione del diaframma. L’aumento brusco della pressione sottodiaframmatica si propaga al torace e produce una spinta verso le vie aeree superiori e può dislocare e fare espellere il corpo estraneo. Manovra salvavita, tuttavia  molto pericolosa se praticata da persone  inesperte o in preda all’ilarità.

[4] Il 29 giugno del 2002, tre mesi dopo l’agguato mortale Scajola disse che  «Marco Biagi era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza»

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