La consigliera, in una interrogazione, chiede piuttosto di “”premiare il personale sanitario che lavora negli ospedali e di pensare a un piano di recupero dei tempi delle liste d’attesa””
Pensare a un piano completo e dettagliato per il recupero dei tempi delle liste di attesa per visite, esami, ricoveri e interventi chirurgici e per la riapertura delle agende oggi bloccate per le nuove prenotazioni, recuperare le prestazioni ambulatoriali istituzionali che sono state rimandate, per mesi, a causa dell’emergenza Covid-19, con aperture straordinarie degli ambulatori, un piano di assunzioni anch’esso straordinario e un monitoraggio attento delle liste d’attesa e dell’incremento dei posti letto. Ma, soprattutto, disporre un blocco delle attività libero professionali, premiando economicamente il personale sanitario per l’incremento delle attività ordinarie istituzionali in sostituzione dell’intramoenia. A chiedere, con una interrogazione, un intervento della Giunta regionale, è la consigliera del gruppo Misto Giulia Gibertoni.
La consigliera, infatti, sottolinea come “”la Regione Emilia-Romagna non abbia ancora elaborato il piano per la riduzione delle liste d’attesa e per il recupero delle attività ordinarie, che hanno subìto mesi di sospensione, ma non ha esitato a prevedere di riattivare la cosiddetta attività intramoenia, cioè le prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici ospedalieri””. Un divario, quello dei tempi di attesa delle prestazioni a pagamento e quelli delle prestazioni istituzionali caratterizzate dal pagamento del ticket, “”già eclatante prima della pandemia- sottolinea Gibertoni- che ora rischia di diventare una costrizione inaccettabile per il cittadino che, in assenza della possibilità di accedere alla prenotazione per le attività istituzionali nel sistema sanitario pubblico, è di fatto dirottato verso l’intramoenia””.
Per questo, quindi, l’esponente di opposizione rimarca come “”la regolamentazione oggi in essere preveda la possibilità di disporre un blocco delle attività libero professionali in caso di superamento del rapporto tra attività di libera professione e istituzionale e di sforamento dei tempi di attesa massimi, circostanza che attualmente si è verificata, tenuto conto del blocco delle attività ordinarie da mesi a causa della pandemia, ma nonostante ciò, le Ausl, le Aziende ospedaliere e la Regione non hanno attivato tale facoltà di blocco delle attività libero professionali””.
(Margherita Giacchi)