A pensarci oggi, sembra uno dei tanti episodi di guerriglia sudamericana dimenticati e fatti dimenticare a forza di spot pubblicitari di Telecom, Vodafone, Wind, ecc. come se tali nomi di grandi monopoli privati dei moderni media non c’entrino nulla con il nome di Salvador Allende.
Eppure i milioni di chilometri di reti elettriche e telefoniche che collegano ancora le nostre case, le nostre aziende ed i nostri uffici pubblici sono state costruite con il rame cileno che poche multinazionali estraevano indisturbati in Cile a costi “”irrisori””, grazie alla compiacenza interessata del governo militare cileno, che Salvador
Allende contrastava per ridare speranza sociale e dignità economica ai miserevoli e ultrasfruttati minatori e contadini cileni.
Questo metallo rosso era diventato l’oggetto del contendere non democratico cileno, ma può ridiventare ancora oggi, in altre forme ed in altri paesi, l’oggetto di disputa del potere, che rischia sempre di degenerare nel sangue, oggi in Africa, in Asia e domani in Europa.
Il sacrificio di Salvador Allende e delle migliaia di caduti e perseguitati cileni morti per sostenere l’ideale di giustizia sociale si deve accomunare al sacrificio di Antona
e di Biagi, i giuslavoristi italiani morti ammazzati dalla stessa “”mano criminale””, che in Sudamerica si chiamava CIA e in Italia BRIGATE ROSSE.
Presidente del circolo della Libertà di Cognento