Ultimamente, a distanza di pochi mesi, due rielezioni di Presidenti mi hanno lasciata perplessa e incerta.
La prima è quella di Obama, al minimo storico della sua popolarità, contrastato poco efficacemente dal rivale repubblicano…la seconda è quella di Napolitano, dopo un settennato dignitoso, che tuttavia non l’ha fatto amare proprio da tutti.
In questo caso, a renderne possibile la rielezione sono state sia l’emergenza nella quale si dibatte il Paese, senza governo a due mesi dalle elezioni, sia la clamorosa inconsistenza dei candidati…alcuni “bruciati” così pesantemente da vedersi precluso un qualsiasi futuro incarico. Anche se non si può mai dire, di “resurrezioni impossibili” in Italia ne abbiamo viste davvero tante.
Direi troppe, dato che i “risorti” nelle vite politiche precedenti hanno combinato più guai che miracoli. Basti pensare a quanto poco valevano il PdL e il suo fondatore, appena un paio di mesi fa. Fra inchieste, processi, scandali vari e grossolani errori politici, pareva scomparso soprattutto Berlusconi. E, invece, grazie a prodigiose amnesie dell’elettorato, egli, e la sua eletta schiera di fedeli, hanno raccolto un terzo dei voti disponibili.
Quindi è risorto e sta benone, almeno fino a quando non si approssima qualche udienza in qualche processo che lo vede imputato… allora purtroppo si rivela molto cagionevole di salute.
Quanto alla morte politica di Bersani e del PD, ritengo sia solo apparente, dato che, nonostante la gestione fallimentare, il partito conta su individualità capaci e motivate, in grado di coagulare attorno a sé interesse e voti degli elettori…In questi minuti, io scrivo nella serra di lunedì, in Friuli Debora Serracchiani vince, anche se di misura, conquistando la presidenza della Regione.
Comunque, pur rispettando la figura istituzionale, sono davvero incerta sul futuro di questa presidenza, non solo e non tanto per l’età avanzata di Napolitano, quanto per la difficoltà di gestire questi politici, di ogni fazione, per i quali ho finito gli aggettivi.
Ciò di cui, invece, non ho la minima incertezza, è la mia assoluta “”non appartenenza”” ormai alla politica italiana, di qualsiasi colore, che non degno neppure di critica.
Non amo infierire con i vinti, meno ancora esultare servilmente con i vincitori…ma anche se avessi queste propensioni, mi è difficile individuare gli uni e gli altri in questa aggrovigliata situazione.
O meglio, mi è impossibile individuare i vincitorii, ma di sicuro so quali sono i vinti : sono gli italiani.
Ma non tutti, solo quelli che ancora credono in qualcosa, per tutti gli altri, la pacchia continua.