Maria Fida, figlia di Aldo Moro, intraprenderà, anche a nome della famiglia, una serie di azioni legali nei confronti dello Stato italiano “”… per i danni innumerevoli ed ingiustificati, morali e materiali riguardanti il caso Moro””. Stato definito inadempiente, indifferente, disinteressato nei confronti delle vittime, dimenticate se non per le commemorazioni di prammatica.
Comprensibile e giustificabile lo sfogo colmo di amarezza della figlia di Moro che ha vissuto quell’atroce delitto sulla propria pelle, assieme alla madre e ai familiari, ma anche i cittadini qualsiasi sono amaramente colpiti dalla vita sicuramente più rosea che hanno avuto gli esecutori materiali e i responsabili per le morti dello statista e degli uomini della sua scorta: Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera, Domenico Ricci.
Di quei fior di brigatisti, condannati all’ergastolo, ora alcuni sono latitanti, altri godono di un assai agevole regime di semilibertà, altri ancora sono liberi come l’aria.Tranquilli, “”sdoganati”” per così dire, ospiti di convegni e trasmissioni… capaci, come Giuliana Faranda, persino di ironizzare sui “”fasti del quarantennale”” alludendo alle commemorazioni che si sarebbero tenute nel 2018.
Mi astengo dal commentare il comportamento inaggettivabile della gentildonna in questione. Sono comunque molti i casi di detenuti colpevoli di reati gravissimi, condannati anche all’ergastolo, che dopo un periodo di detenzione più o meno breve affermano di essersi pentiti e chiedono la grazia o la scarcerazione.
E’ il caso di Marino Occhipinti, uno dei componenti cosiddetti “”minori”” della “”Banda della Uno Bianca””, condannato all’ergastolo, scarcerato il 2 luglio dello scorso anno, dopo appena 16 anni di detenzione. Secondo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza il suo pentimento è “”autentico””, ha “”rivisitato in modo critico il suo passato”” e “”non è socialmente pericoloso””.
La sua scarcerazione ha provocato la più grande amarezza fra i familiari delle 24 vittime della banda e degli oltre 100 feriti; il timore, fondato, è che questo sia l’inizio di una serie di pentimenti e successive scarcerazioni anche per altri componenti la tristemente famosa Banda della Uno Bianca che negli anni ’90 agì soprattutto in Emilia Romagna. Atroce aggravante, il fatto che alcuni di loro indossassero una divisa eppure, senza pietà, freddarono altri colleghi, come avvenne nella Strage del Pilastro, a Bologna in cui morirono tre carabinieri, Otello Stefanini, Mauro Mitilini e Andrea Moneta, poco più che ventenni. barbaramente trucidati con colpi alla nuca…
Nell’immagine che ho scelto come copertina per questo articolo, piange, per un dolore senza consolazione, la signora Anna Maria, madre di Otello Stefanini. Il pentimento di chi ha guadagnato l’ergastolo per le sue azioni, non può consolarla.
Al pentimento, che appartiene al cuore dell’uomo, contrappongo la ragione che esige la giusta condanna e la giusta espiazione. Il pentimento è un fatto privato, a mio avviso accettabile solo se all’azione compiuta si può rimediare, come nell’esempio banale di chi ruba, si pente, restituisce il maltolto. Ma, nel caso di chi uccide, al suo pentimento non può corrispondere un beneficio che per se stesso: non per i morti ammazzati, che non possono tornare in vita, non per i familiari che li piangono nella disperazione e nel dolore… Quindi ben venga il pentimento che appartiene all’intimo travaglio di chi, indotto dalla carcerazione magari, riflette su se stesso e sulla propria vita, pensa alle cattive azioni compiute e le rinnega. Ma non deve essere la scorciatoia per non pagare la sua colpa.
Io sono contraria alla pena di morte sia per la sua natura di sentenza senza appello, sia perchè nessuno ha diritto di togliere la vita ad un altro essere umano, neppure con una legge. Credo, invece, che l’ergastolo sia comunque spettante a chiunque tolga la vita a un suo simile, per denaro, per malvagie e distorte forme di passione, per avidità, per qualsiasi motivo…e, almeno quando è comminato, sia, almeno, scontato.
Si ha un bel dire “”tanto, anche se l’assassino è in prigione, non torna in vita quello che ha ammazzato””… Per me, proprio per questo motivo, l’indulgenza concessa agli assassini, pentiti veri o pentiti di comodo che siano, uccide una seconda volta le vittime e rende ancora più amaro il dolore dei familiari.
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto sono link che portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
di A.D.Z.
di Massimo Nardi
L’Unione Europea non è mai nata. Dalla grandeur francese, al sogno del Reich millenario. Gli italiani non capiscono che facciamo parte di un gioco più grande di noi.
Sopra la neve Banfi sotto la neve Cinema e Teatro
di Alberto Venturi
Ci si scandalizza per la nomina di Lino Banfi a rappresentante l’Italia, nel consiglio dell’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione per promuovere il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali. In realtà quello esprimono Lega e M5S; hanno messo il meglio che hanno e non occorrono ulteriori commenti.
Cento Carnevale d’Europa – Follia allo stato puro
di Giuliana Pini- Servizio fotografico di Corrado Corradi
Presentazione del famosissimo carnevale di Cento, titolo e nomi dei carri allegorici che sfileranno in Piazza del Guercino il 10 – 17 – 24 febbraio ed il 3 marzo prossimi.
di Giorgio Maria Cambiè
Firmato un trattato “epocale” che stabilisce la fusione tra la Francia e la Germania. Non si tratta di uno dei soliti trattati commerciali, ma di una vera promessa di matrimonio fra due Stati che si sono sempre combattuti. Per la firma è stata scelta una città simbolo: Aachen, l’antica Aquisgrana, dove Carlo Magno aveva posto la capitale del Sacro Romano Impero.Non è proprio un bell’avvenimento per gli altri Paesi europei e per l’Ue in disfacimento.
di Eugenio Benetazzo
L’automazione e l’intelligenza artificiale aumenteranno a dismisura la disuguaglianza sociale, esattamente quello che uno non si aspetterebbe. Se molti lavori e mansioni che oggi definiamo basici, ripetitivi e con basso valore aggiunto verranno svolti da macchine intelligenti, che fine faranno le persone che prima erano occupate a fare questo ? Come evolverà allora il PIL di una nazione che perderà i consumi generati dai salari e stipendi da coloro i quali saranno surclassati dall’automazione robotica ?
Buona settimana e buona lettura del n.639 -324.