Nella serata di venerdì 10 dicembre ho partecipato alla presentazione della candidatura di Luciana Serri a consigliere regionale nella lista del Pd a Pavullo, piccola capitale della nostra montagna, un vasto territorio, da Montefiorino a Zocca, con però meno abitanti di Carpi, nel quale i problemi della denatalità e dell’aumento di anziani si sente ancora di più; dove vivere è comunque più complicato, dallo9 studiare al fare impresa, dal curarsi ad accedere ai servizi pubblici. Forse anche per questo la montagna tende a fare comunità (seppure litigiosissima) e l’impressione di ieri sera, bella, è stata proprio di una comunità che si ritrova per sostenere Luciana che ha fatto della vicinanza e dell’attenzione ai territori il suo modo di essere pubblico amministratore. Forse perché è stata sindaco, forse perché viene dal sindacato, ruoli nei quali i problemi ti arrivano addosso e non li scegli.
E’ stata brava Luciana e sono stati bravi gli altri interventi in suo sostegno, comunque tutti racchiudibili in un: “”Quando abbiamo avuto bisogno lei c’era, ci ha ascoltato, è stata al nostro fianco””.
Luciana non ha mai avuto bisogno di citare la Borgonzoni (Salvini che c’entra con le regionali? Comunque mai citato neanche lui) perché ha raccontato le cose fatte e quelle da fare.
A me è rimasto, come simbolo della serata, il ricordo dei tortellini (buonissimi) serviti durante la cena di finanziamento, fatti a mano dalle rezdore, un gesto di amore, di fatica e di passione totalmente volontario. Fare, fare per gli altri, con la gioia e il sorriso, che in Emilia è fare insieme, mettere a servizio la propria individualità e fonderla nella comunità. Anche il volontariato e l’impegno sociale così come li intendiamo nella nostra regione possono essere messi a rischio da una società fatta di divisioni e di muri. Sarebbe come tagliare i capelli a Sansone.