Quando giriamo la testa dall’altra parte siamo complici

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Ci stupivamo dell’omertà nelle borgate meridionali asfissiate dalla mafia o nei quartieri delle periferie dove a comandare non è lo Stato, ma siamo tutti arrivati alla medesima situazione: significa che siamo in una la società che di fronte a una prevaricazione chinerà la testa e di fronte a una violenza la subirà.

Nei giorni scorsi un anziano a Firenze sta muovendosi verso la stazione quando un trentenne straniero lo spintona, lo picchia, gli strappa l’orologio e si allontana con passo lento. L’anziano amaramente commenta: “C’era gente per strada, ma nessuno mi ha aiutato”. Invano grida aiuto: “Mi ha preso l’orologio, fermatelo!”, come documenta un video di sorveglianza. Una coppia si ferma con stupore a guardare il pensionato e poi prosegue la passeggiata, così un ragazzo con lo zaino in spalla e una signora che trascina il trolley. Una giovane lo segue con lo sguardo, ma continua a parlare al telefono.

Ci stupivamo dell’omertà nelle borgate meridionali asfissiate dalla mafia o nei quartieri delle periferie dove a comandare non è lo stato, ma siamo tutti arrivati alla medesima situazione: chiusi in noi stessi. Significa che la società è pronta per finire nelle mani di una ‘mafia’, che sia essa criminale, politica, plutocratica, finanziaria, perché di fronte a una prevaricazione chinerà la testa e di fronte a una violenza la subirà.

Resta un dato: quando giriamo la testa dall’altra parte siamo complici, ma, se ci pensate, siamo ancora più complici quando compriamo un orologio d’oro lungo una strada, da una persona qualsiasi.

E quando non è paura, cos’è?

Ho ancora in mente quanto successo a Bari a inizio anno, raccontato dalla Gazzetta del Mezzogiorno: “Siamo su un bus di linea. Pieno, ma neanche troppo, di pendolari. Una nonnina sull’ottantina sale a fatica sull’autobus. Alle sue spalle un ragazzo, rigorosamente con cuffiette nelle orecchie e faccia sepolta nello schermo dello smartphone. Scatta la corsa a chi si deve accaparrare i pochi posti a sedere ancora liberi. Il giovane si fionda sul seggiolino, spintonando l’anziana e facendola cadere a terra, il tutto mentre il bus prosegue inesorabile la sua corsa. Il ragazzo noncurante e comodamente seduto continua a fissare il cellulare, con sguardo vitreo. Per lui non è successo niente. La donna invece è ancora lì, per terra, e tra un lamento e l’altro, cerca un appiglio per rialzarsi. Nessuno degli altri viaggiatori, intanto, ha mosso un dito per aiutarla, tranne una ragazza che nel classico gioco di frizione del pullman, tra frenate e accelerate improvvise, le si è avvicinata per sollevarla dal pavimento. Ottanta chili contro scarsi cinquanta che, insieme, cercano il loro centro di gravità permanente in uno spazio minuscolo e traballante. Non uno sguardo è stato rivolto alle due equilibriste dagli altri utenti”. Questa non è omertà, questa non è paura, questa è indifferenza e disumanità.

Non siamo solo complici. In questo caso siamo altrettanto delinquenti.

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Una risposta

  1. E l’Europa sta a guardare

    Siamo complici quando giriamo la testa dall’altra parte e non interveniamo per soccorrere il malcapitato che sta per essere picchiato o rapinato.
    Ma siamo complici anche quando ci schieriamo a prescindere con l’uno o l’altro dei contendenti in un conflitto internazionale.
    Siamo complici anche quando, invece di impegnarci a fare qualcosa perché si arrivi alla pace, si forniscono le armi ad una o l’altra delle nazioni in guerra pur sapendo che le armi servono per mantenere in vita lo stato di belligeranza, pur sapendo che quelle armi uccideranno militari ma anche civili e causeranno distruzioni immani.
    Siamo invece irresponsabili ed imbecilli quando , fornendo armi ad un Paese in guerra, di fatto entriamo in guerra ” per procura ” pur sapendo che c’è il rischio che si arrivi alla terza guerra mondiale ed allo sterminio generale perché entreranno in gioco le armi nucleari.
    E’ certamente preoccupante quello che sta succedendo in Italia e nel mondo.
    La civile convivenza e la solidarietà umana stanno scomparendo.
    Da anni prevalgono gli egoismi personali ed internazionali.
    Basti pensare a quello che sta succedendo in tema di flussi migratori.
    In diversi post inerenti al tema mi sono sempre preoccupato della sostenibilità economica e sociale dei flussi migratori.
    Con l’avvento del governo targato Meloni il fenomeno è diventato ancora più rilevante perché il numero degli sbarchi, complici il cambiamento climatico, lo stato di belligeranza in varie aree del mondo ed ora anche il conflitto in atto tra russi ed ucraini e quello tra israeliani e palestinesi, si è triplicato rispetto al recente passato.
    Ho più volte affermato e ribadito che nella gestione dei flussi migratori si stava sbagliando tutto da quando è iniziato il fenomeno.
    La verità è che non siamo preparati a gestire il fenomeno dei flussi migratori che da transeunte si è trasformato in permanente.
    Purtroppo le altre nazioni europee , invece di ricevere le quote di immigrati spettanti, si sono date da fare ad erigere steccati e muri od anche a dislocare forze dell’ordine a protezione dei confini dall’invasione dei disperati che dal mare od a piedi cercano di superare la frontiera.
    Mi chiedo infine se l’Europa almeno da qui in avanti intenda farsi carico della gestione dei flussi migratori o continuerà, come temo, a prenderci per i fondelli ignorando il fatto che non siamo in grado di gestire il fenomeno migratorio da soli .
    La UE, se c’è ancora, deve battere un colpo, altrimenti non ha ragione di esistere.
    Non può essere solo la gallina dalle uova d’oro per gli europarlamentari rottamati dalla politica nazionale .
    E’ ragionevole pensare che nei prossimi anni tra regolari ed irregolari si accrescerà esponenzialmente l’esercito degli extracomunitari con costi sociali ed economici sempre più insostenibili.
    E l’Europa ormai sempre più conservatrice e sovranista ?
    Anche stavolta starà a guardare, magari ridendo sotto i baffi.

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