L’abbiamo appena scritto.
Lo avevamo detto e ridetto con diverse “Lettere politiche”:le province vanno eliminate. Costano troppo e servono a poco. Praticamente a niente.
Hanno solo delle competenze residuali finalizzate più che altro a giustificarne l’esistenza.
Lo ripetiamo solo per chi non lo ricordasse: abolendole si risparmiano 10,6 miliardi di euro l’anno, per di più salvando il posto ai 64.000 dipendenti. Ripetiamo anche – a costo di stufare – che la cancellazione delle province è parte del programma di Berlusconi e che non è stata fatta per il veto della Lega.
Ed ecco che arriva, fresca fresca, la conferma che abbiamo ragione. Arriva dalle stesse province. E precisamente dalle province di Verona, Rovigo, Treviso, Venezia e Belluno. Siccome hanno bisogno di soldi, perché quelli che già prendono non bastano, hanno deciso di aumentare di 3,5 punti l’aliquota sulle polizze assicurative di auto e camion. Potranno così raggranellare dai 3 ai 7 milioni di euro per continuare la loro inutile esistenza. Poco importa se gli automobilisti e gli autotrasportatori, già tartassati da bolli, accise, tasse e balzelli vari si troveranno a pagare di più il premio dell’assicurazione della macchina e del camion.
Poco importa se ciò si tradurrà in un inevitabile aumento dei prezzi che, a sua volta, ricadrà sempre sugli stessi cittadini-automobilisti.
L’importante è che queste inutili istituzioni continuino a esistere, anche se quel poco che fanno può essere demandato tranquillamente alla Regione o ai comuni. Sembra perfino impossibile che la gente non si ribelli!
E sembra perfino impossibile che ciò possa andar bene agli elettori della Lega, che si ostina a difendere le province, anche se, solo qualche anno fa, le voleva sciogliere, assieme all’abolizione dei prefetti, in quanto creazione napoleonica e rappresentazione del potere centralista.
O forse non lo sanno.