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Non si può dire che il 2011 sia stato avaro, di tante amarezze, preoccupazioni e dolori…In questo è stato davvero molto generoso, purtroppo.
Diciamo però che non è stato nemmeno molto originale.
Perché, come sempre, anche nel 2011, solo i gaglioffi sembrano essere passati indenni da ogni patema, da ogni preoccupazione.
I signori dell’apparenza, della vacuità, della simulazione, dell’ipocrisia, sono riusciti a spacciarsi per oro rilucente, anche se sono fatti di appariscente princisbecco.
Prosperano anche i tanti emuli di Remigio da Varagine che sono in circolazione, e che potrebbero riassumere scopo e significato della loro vita con le stesse parole dell’indegno frate che, prima di finire sul rogo, in una pagina terribile de “Il nome della rosa” ruggisce … “”Sì, in tutti questi anni, non ho fatto altro che soddisfare la mia pancia e la mia verga!””
Condividono la lodevole filosofia di vita con il fratacchione di cui sopra, gli attuali “remigini”, ma non corrono alcun pericolo di finire sul rogo, anzi, spesso proprio questi soggetti hanno la meglio, in politica, negli affari, nel lavoro e in generale sul prossimo.
Si direbbe che la rettitudine non paghi…anzi, nuoccia, e anche qui l’anno non è stato un granché originale.
E, passando dalla farsa alla tragedia, ancora, assurdamente, amaramente, la cronaca riporta notizie di morti e feriti per i cosiddetti “botti”.
Evidentemente il concetto di allegria e di festeggiamenti senza mettere a repentaglio la propria vita e la vita altrui è incomprensibile per molti. Molti che riempiono la casa di botti e, ignorando le più elementari regole di sicurezza, proprio in casa accendono il primo…dando origine a un vero disastro…
E addolora molto, infine, che la stupidità umana imponga a tanti animali innocenti sofferenze indicibili.
Solo chi ha avuto la ventura di essere sottoposto ad una risonanza magnetica alla testa, esperienza assolutamente indimenticabile, può avere una vaga, vaghissima idea di quello che soffrono cani e gatti…ai quali nulla importa degli eccessi e della fittizia allegria degli umani nella notte di San Silvestro. Notte nella quale il frastuono assordante dei botti, amplificato fino al dolore fisico, li terrorizza.
Ogni anno facciamo nostro malgrado fronte alle stesse cose, alcune tragiche, altre solo squallide…
Eppure siamo qui, a farci gli auguri vicendevolmente per il nuovo anno, con la speranza e la certezza che il meglio, per noi, debba ancora venire.
Un amico mi ha augurato che il 2012 mi restituisca tutto ciò che il 2011 mi ha tolto…
È l’augurio più bello che io abbia ricevuto quest’anno e mi piace dividerlo con voi e a voi estenderlo.
Maria
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(1) Il princisbecco, che suona assai buffo nella nostra lingua, prende il nome dall’ orologiaio londinese Christopher Pinchbeck (1670-1732), inventore di una particolare lega metallica, composta di rame, zinco e stagno, simile all’oro.
Nell’immagine, lo scomparso Helmut Qualtinger nella parte di Remigio da Varagine