Politica e Magistratura

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Una classe politica inadeguata può distruggere una nazione? È la magistratura che è distorta dalla politica, oppure  è il contrario? Prendiamo il caso che sta tenendo banco in questi giorni: quello di Daniela Santanchè. L’altro, è quello di Del Mastro, per il quale, però, non vale sprecare una riga.

Parlo malvolentieri di pratiche giudiziarie e via cantando, perché se malauguratamente hai a che farci, a grandi linee, sai quando inizia, ma non sai quando finisce.

Personalmente faccio informazione cercando di spiegare ai lettori quello che i presenzialisti dei talk show della politica, non dicono. In parole povere, cioè, quelle che devono essere comprensive a tutti gli italiani che non hanno il cervello all’ammasso. Sono poi coloro che ormai non vanno più a votare perché hanno capito di essere pedine in mano ai politici tesi soprattutto al loro benessere e ad accumulare un gruzzoletto o trovare un posto al sole dello Stato per sbarcare il lunario in attesa della ricca pensione.

Gli esempi sarebbero tanti, sia a sinistra, che a destra, ma si rischia d’annoiare il lettore. Quindi, non c’è da meravigliarsi se i membri nei vari partiti attualmente eletti, non pensino a una riforma elettorale che restituisca al popolo il diritto di votare il candidato scelto da loro, senza affidarsi ai capi bastone del partito. Tuttavia, però, anche loro non si possono sottrarre a certe esigenze o tematiche a cui si devono inchinare, poco se vogliamo, anche se qualche concessione la devono fare.

Prendiamo il caso che sta tenendo banco in questi giorni: quello di Daniela Santanchè. L’altro, è quello di Del Mastro, per il quale, però, non vale sprecare una riga.

Premesso che sono un garantista e finché una persona non è condannata o assolta in maniera definitiva, soffermiamoci su Daniela. Una vita in vacanza, saltando da un partito all’altro avendo più fiuto di un cane da tartufo per restare ancorata allo scranno. In questo si è dimostrata più vincente che nelle sue avventure imprenditoriali. Ora, da quello che si può sapere, l’indagine sulla sua persona è in corso da due anni. Va bene tutto, ma l’informazione, in questo caso, non si è fatta una semplice domanda? Il giudice incaricato delle indagini non poteva chiedere in tono amichevole (se vogliamo dire così) un colloquio con i direttori delle banche coinvolte per sapere come mai nelle entrate sui conti delle società a lei riconducibili, ci fossero dei bonifici provenienti dall’indennità di cassa integrazione? E, inoltre, chi era preposto al controllo dei bilanci non si è accorto delle cifre esorbitanti nei confronti dello Stato?

Quantomeno, mi sembra si tratti di un’etica molto elastica.  

Poi, si può discutere su certe scelte di Giorgia Meloni, quali quella di affidare un ministero importante a una persona così. Questo, infatti, è quello che dicevo sopra: anche lei, deve affidarsi a chi ha tra le mani. Si sapeva da dieci anni, se non di più, che le avventure imprenditoriali di Daniela non l’avrebbero portata a diventare un novello Re Mida. E qui, casca l’asino, come recita il detto. Le promesse fatte da Giorgia in gioventù vanno onorate. Quindi, se in loco, come a Roma, troviamo persone non capaci, nel caso nostro trattasi di “gondolieri”, non stupitevi!

Così, va il mondo. Non cambio bandiera, e come disse Umberto II, “Italia innanzitutto”. Purtroppo, tanti anni di catto-comunismo ci hanno ridotti ad essere la pattumiera, per non dire di peggio, dell’Europa. Siamo una nazione sull’orlo del fallimento! Attenti, prima o poi i nodi vengono al pettine. Se va avanti così, dovremo cedere i gioielli di famiglia (musei e altro, agli stranieri) e finiremo come la Grecia in amministrazione controllata, con grande gioia delle sinistre visto che a loro le parole nazione sovrana e patria, fanno schifo.   

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