(Nell’immagine, alcuni immigrati durante la manifestazione di protesta, inscenata a Bresso, presso la sede della Croce Rossa, il 24.8.2015)
Nel totale disinteresse e incompetenza dell’amministrazione Obama, pari a quelle delle cancellerie europee, assistiamo alla tragedia dei morti nel Mar Mediterraneo. Le riprese televisive, ma anche quelle di semplici cellulari, ci riportano quotidianamente l’immagine di barconi o semplici gommoni che trasportano uomini, donne e bambini da un continente allo sbando, in un presunto paradiso terrestre. La pietà e l’accoglienza che l’Europa fornisce a queste persone non ci deve però distogliere da un’analisi seria, ed anche scomoda, che descrive e giudica questo evento in modo obiettivo e, se è possibile, ne deve anticipare gli scenari futuri.
E’ ormai assodato e confermato che chi sbarca sul vecchio continente ritiene che l’accoglienza gli sia dovuta in ogni caso. La sottile distinzione fra chi fugge da zone di guerra, da dittature e dalla fame, fra di loro, non è percepita. E’ storia di ieri, ma continuerà anche nei prossimi giorni, la situazione che si è verificata in Macedonia dove c’è stato un tentativo di chiudere la frontiera che non può reggere a lungo, con una ricaduta sulla confinante Serbia e sull’Ungheria, in cui la costruzione di un muro e l’afflusso di consistenti forze di polizia potrebbero innescare un grave problema di ordine pubblico. Se è vero che sono 500 mila i profughi in Turchia, questa massa incontrollata come reagirebbe alla notizia che da quella parte non si passa più? Dicono che vogliono andare nel Nord Europa, ma come la mettiamo se Germania, Svezia, Finlandia e Norvegia non li vogliono?
Veniamo all’Italia. Come già ampiamente detto, ci troviamo ormai nella situazione in cui il paese è spaccato in due, anzi, in tre posizioni. Da una parte c’è chi è per l’accoglienza di questi diseredati a tutti costi. Persone, che per conformità mentale sono fermi al periodo della decolonizzazione e che quindi pensano che abbiamo un debito da pagare verso questi popoli per lo sfruttamento che essi hanno subito. In seconda battuta, essendo stati noi stati emigranti dobbiamo avere un occhio di riguardo verso queste persone. Per non parlare del rispetto di questi buonisti nei confronti dei poveri nostrani, che dormono in macchina o che rovistano nella spazzatura per trovare una mela meno bacata da mangiare! Dall’altra parte, una forte componente d’italiani che avverte il pericolo che l’ingresso incontrollato di migliaia di persone non possa portare benefici. Anzi, detta come va detta, il loro mantenimento distoglie cifre considerevoli che potrebbero essere destinate a quegli italiani che ne hanno effettivamente bisogno. In poche parole, ci saranno sempre meno risorse per gli italiani. Forse, è giunto il momento di cominciare ad esaminare e concordare fra tutti gli stati europei l’opzione militare.
Concludo consolandomi pensando che la madre degli ignoranti, oltre che essere sempre incinta, non vive solo in Italia. Anche in Spagna, da un po’ di tempo, la “signora” sia sta dando da fare ai più alti livelli. Gli ultimi casi sono riferibili al sindaco di Barcellona, tale Ada Colau, che, invece di risolvere i problemi della città, ha ben pensato di rimuovere dal municipio la statua di Re Juan Carlos. Non solo, ma la giunta fa anche sapere che presto spariranno vie, piazze e spazi pubblici dedicati ai sovrani. Anche in altre regioni e città, in cui i comuni sono retti da nuove giunte di sinistra del Podemos, si assiste ad eventi simili a quelli di Barcellona. Si tratta d’ignoranza pura o si è alla disperata ricerca di uno spicchio di luce da parte d’individui che illuminino, la loro inutile comparsa sul palcoscenico della politica intesa a beneficio del popolo? La risposta a queste ignoranti, saputelle e inconcludenti persone, sta in una data: 23 febbraio 1981, durante il tentativo di golpe del Colonnello Antonio Tejero Molina e di altri alti ufficiali dell’esercito spagnolo. Quella notte, questi piccoli uomini e piccole donne non la possono cancellare. La figura del Re, che dopo aver personalmente telefonato ai capi militari delle varie regioni per ricordare il giuramento alla sua persona, appare in televisione in divisa di capitano generale degli eserciti in difesa delle istituzioni democratiche elette dal popolo, dopo la morte del Caudillo Francisco Franco. Anzi,lo ringrazino, perché se possono fare quello che stanno facendo, lo devono a lui.