.
Dobbiamo riconoscerla come scelta apprezzabile la metodologia prospettata dalla Giunta Municipale di Modena di ascoltare il parere della gente su questi interventi significativi da effettuare in queste tre importanti piazze della città.
Se diversamente il Governo Comunale avesse optato di limitare il dibattito nelle sole, se pur autorevoli, istituzioni elettive , avrebbe potuto correre il rischio poi di essere accusato di imporre alla città le novità adottate.
Tuttavia è sufficiente appellarsi al comune buonsenso per accorgersi che, seguendo questo iter, poi facilmente ci si può immettere in vicoli tortuosi senza reali sbocchi concreti se non addirittura entro strade senza uscita.
Del resto immaginare Modena come la città della democrazia sostanziale dove, in diverse assemblee appositamente convocate, ci si confronta sulle risposte da riservare ai progetti di intervento in Piazza Mazzini, piazza Matteotti e piazza Roma oggi è semplicemente fantasticare su cose non reali.
E’ un inganno fare finta di non vedere questo riflusso rinunciatario e perdente dentro se stessa ad opera di una città che era giustamente ritenuta “Modena la migliore “.
Ma, del resto in una situazione analoga, sarebbe così ovunque, in quanto l’ affastellarsi di critiche, osservazioni, contestazioni, puntualizzazioni o consensi senza vincoli o regole concordate che ne precisino i confini e le risultanze conclusive indica come, così facendo, sia poi molto probabile pervenire ad una confusione delle lingue più idonea per la costruzione della torre di Babele che a ripensare in termini significativi ad alcune Piazze del centro storico di Modena.
Mi meraviglia molto che su questo terreno le opposizioni non abbiano preteso opportune , legittime e giuste garanzie.
Sono convinto che in mancanza di queste le loro stesse critiche si riducono ad un inutile piagnisteo alla luna o sul nulla che diffonde sgomento anche tra i più temprati sostenitori.
Del resto si sente poco di significativo e degno di essere segnalato da parte delle opposizioni.
Mi sbaglierò, ma è semplicemente inelegante ed infruttuoso perdersi a parlar male o a ironizzare su questo o quell’architetto.
Sono convinto, infatti, che la capacità progettuale di questi professionisti chiamati a prospettarci le nuove idee sulle città di domani, consista non nello stupirci con soluzioni mirabili e fantasmagoriche, ma nel mostrarci la loro capacità di avere saputo interpretare le aspettative di buona parte della cittadinanza in ordine a ciò che vorrebbe fruibile in certi spazi sul territorio.
Ebbene io, rispetto a questa mia convinzione, ho un dubbio: Mi chiedo se i criteri che hanno irrorato la vena creativa dell’architetto Botta sono stati ugualmente suggeriti sia dalle forze politiche di maggioranza che da quelle di minoranza; se sono stati suggeriti i criteri su cui lavorare, sia dalla gran parte dei Modenesi, sia dalle categorie produttive, sia dalle realtà sociali e culturali della città.
Infatti se così non è stato , ossia se coloro che sono chiamati a giudicare oggi le proposte dell’architetto Botta non sono gli stessi che prima hanno concorso a delineare la materia del progetto fornendo al professionista una serie di dati sociali e sociologici è ovvio che oggi si viene a creare subito un corto circuito tra opinione pubblica e disegni elaborati.
Ovvio che se intendo la piazza come una specie di vetrina dove vengono esposti i migliori prodotti a disposizione, se la vedo come uno spazio buono solo per essere fotografata ammirata e contemplata devo pervenire a dei disegni completamente diversi da quelli che invece sarebbero pensati per una piazza da essere vissuta come una moderna “agorà” dei modenesi.
Questo mio dubbio si fa più consistente nel constatare che i disegni vengono presentati in contemporanea a tutta la città anche se le utenze prevalenti che giustificano quegli interventi sono molto probabilmente diverse e distinte fra loro.
In ogni caso si sta aprendo un dibattito che tra l’altro verrà a sancire quanto e in che misura la città di Modena sia interessata a riprendersi certi spazi ceduti in questi anni alle auto, all’incuria o al torpore.
Non essendo Modenese mi astengo dall’intervenire nel dibattito generale. Potrei azzardare solo qualche considerazione su Piazza Roma che mi pare , tra le tre, quella a vocazione più stracittadina.
C’è in giro ancora qualcuno strenuo apostolo del “ lasciamo come era dove era”
Lasciare Piazza Roma con quel tanto di edificio che la caratterizza , con quel tot di superficie adibito ad corposo uelqueqq
parcheggio macchine io dico che ci vuole molto coraggio.
Il giudizio estetico è la sola componente che ci coinvolge nell’immediato pur sapendo che si tratta di un dato talmente soggettivo che vale tanto il mio non mi dispiace come il mi piace di mio cugino Adelmo come il non mi piace della mia amica Beatrice.
Dunque quello che serve oggi alla città non è un dibattito accademico su dei disegni! Così facendo ci lasciamo deconcentrare e condizionare da forvianti sondaggi concernenti il solo gradimento estetico!
Perciò , se ci si ostina in questo ‘uscire dal tema’allora avrà il sopravvento una città impaurita e rinunciataria al posto di una Modena coraggiosa ansiosa di misurarsi con il suo futuro.
Poiché siamo in prossimità delle elezioni amministrative mi aspettavo da Modena , una città intraprendente quale è, la presa al volo di una occasione come questa per una scesa in campo dei migliori militanti nelle forze politiche tra loro in competizione . Ero convinto di vedere le piazze in discussione tappezzate di proposte e di controproposte, di fotografie , foto montaggi, disegni, schizzi e perché no pure di qualche prova tecnica di riconquista di spazi di Agorà.
Al contrario per adesso vedo in quelle piazze un uomo solitario che non conosco ma mi dicono che si chiami Daniele Sitta, noto assessore! Viste le proposte sul campo, (mi riferisco ai disegni riguardanti piazza Roma ) ritengo sia molto meglio discutere di quello che del nulla; meglio assistere allo scempio che comporta l’iniziare a parlare di cosa si può prevedere oltre il parcheggio macchine che rintanarsi in casa sdegnati per così tanto ardire dell’assessore Sitta!
Se tutto questo vi sembra rivoluzionario non oso pensare che cosa significhi e comporti nei fatti l’immobilismo di certuni!
Tutto ciò a prescindere dalla militanza politica di ciascuno!
Nulla di personale, si tratta solo di questione politica!