Phone Centers, indotto e rivendicazioni

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Si documenti l’utilità di tali esercizi per la società modenese e la collaborazione dei gestori prima di accampare diritti

Di certo Assophonecenter può avviare tutte le azioni legali che ritiene più opportune.

Per ora prendiamo atto che il Sig. Cancello non si è scusato delle accuse di xenofobia rivolte pubblicamente al Comune e, quindi, ai Modenesi.

Così come prendiamo atto che, forse anche a causa della nostra reazione e di quella dei Comitati che hanno fatto seguito al suo primo comunicato, i gestori dei Phone Centers nella nostra zona sembrano occuparsi un po’ di più di quanto accade all’esterno dei loro esercizi.

Tant’è vero che il biglietto “ROOM TO RENT” esposto sulla vetrina del Phone Center di Viale Mazzoni è stato tolto (ora in compenso ne sono comparsi due sulle vetrine degli esercizi “Glamour”, Bar-Ristorante e acconciatori,  tra i quali esso si trova).

Sappiamo però bene che la situazione è leggermente migliore anche grazie alla stagione invernale e che, del resto, una rondine non fa primavera, come la rissa verificatasi mercoledì scorso davanti a uno dei  Phone Centers di Via Torre (lungo la quale ve ne sono ben tre, di cui due addirittura contigui) e che ha determinato la decisione del Questore di ordinare la chiusura di uno di essi per una settimana (anche se ci pare che il periodo previsto dal primo provvedimento dovrebbe essere di due settimane) dimostra.

Nel caso dovessimo pertanto ancora patire i disagi imputabili ai Phone Centers che abbiamo denunciato (e che siamo in grado di documentare), non mancheremo di fare sentire la nostra voce e di agire.

Quanto alla domanda del Sig. Cancello e di altri a proposito del comportamento da tenere da parte dei gestori in caso di assembramenti di persone più o meno equivoche davanti ai Phone Centers (“Di più che invitare chi fa chiasso ad andarsene che possiamo fare?”), ci pare il solito facile alibi: questa era, tra l’altro, anche la giustificazione utilizzata da un gestore di un circolo recentemente chiuso nella nostra zona.

Una domanda così banale non può che avere un’altrettanto scontata risposta, infatti: i gestori dei Phone Centers controllino cosa avviene davanti alle proprie vetrine oltre che all’interno dei propri locali e, tanto per mostrare rispetto nei confronti dei cittadini (sempre ammesso che desiderino essere ricambiati), adottino il medesimo comportamento di questi ultimi, richiedendo cioè l’intervento delle forze dell’ordine, anche eventualmente per fare sgomberare i marciapiedi occupati dai mezzi dei loro clienti meno educati e collaboranti.

Questo perché qui dove risiediamo abbiamo l’impressione che ciò che il Sig. Cancello e altri sostengono, e cioè che i suoi associati provvedano a fare quanto più sopra descritto, non risponda spesso al vero: saremo lieti di verificare anche assieme alle forze dell’ordine le segnalazioni loro pervenute dai gestori dei Phone Centers e di scusarci pubblicamente con quelli della nostra zona qualora la nostra sensazione si rivelasse errata.

E se le forze dell’ordine non intervengono, come uno dei gestori dei Phone Centers di Via Torre davanti ai quali si è verificata la rissa di mercoledì ha affermato, i gestori provvedano a denunciare i responsabili per omissione di soccorso, perché così si deve agire in un paese civile.

A quei titolari di Phone Center che se ne lavano le mani affermando di non avere responsabilità per quanto avviene al di fuori dei loro locali (il che la dice lunga a nostro avviso sul loro senso civico), vorremmo invece rispondere che in molti quartieri di Modena, compresi quelli in cui viviamo, non si erano mai registrati i problemi di cui abbiamo parlato prima del proliferare di alcune attività commerciali gestite da immigrati, tra cui anche quelle relative ai servizi di telecomunicazioni.

Si rammentino, quei gestori, che non fare nulla significa solo dare il proprio consenso al perpetrarsi dello stato di fatto, se non al peggioramento del degrado, degrado che noi cittadini non vogliamo.

A quanti gestiscono Phone Centers e che affermano che nel settore in cui operano i guadagni sono esigui e che un adeguamento dei locali comporterebbe per molti la cessazione dell’attività, desideriamo poi fare osservare innanzitutto che nessuno ha imposto loro ne’ di immigrare in Italia (se stranieri),  ne’ di svolgere questa professione in luogo di altre di cui, tra l’altro, la nostra economia avrebbe forse maggior  necessità.

Con riferimento a ciò avremmo la curiosità di conoscere qualche dato ufficiale riguardante il beneficio apportato dall’attività degli associati del Sig. Cancello all’economia modenese.

In secondo luogo crediamo sarebbe opportuno che, anziché protestare,  riflettessero sulla possibilità di trasferire altrove la propria attività (magari interagendo con istituzioni e cittadini al fine di trovare localizzazioni ottimali), invece di procedere all’adeguamento dei locali, laddove vi sia la disponibilità di contenitori adatti: eventualità tanto più valida per quegli esercizi situati a breve distanza da altri identici e per quelli privi di spazi esterni per il parcheggio dei mezzi della clientela afferente.

In merito alle presunte accuse di terrorismo da noi rivolte ai gestori di Phone Centers, preghiamo invece il Sig. Cancello di rileggere con maggiore attenzione il nostro comunicato dei giorni scorsi.

E vorremmo concludere ricordando che le norme attualmente vigenti non impongono solamente il “riconoscimento” di chi esegua trasferimenti di denaro, ma anche, tra le altre cose, la registrazione dei movimenti di importo superiore a soglie ben definite, la tempestiva segnalazione di “anomalie” da parte degli operatori e la formazione continuativa di questi ultimi.

Stante quanto affermato dal Sig. Cancello nel suo ultimo intervento, che ci pare confermare i nostri timori circa la non adeguata preparazione bancaria degli addetti ai trasferimenti di denaro operanti all’interno dei Phone Centers, ci permettiamo pertanto di invitarlo a studiarsi con maggiore accortezza le “”Istruzioni operative per l’individuazione delle operazioni sospette”” emanate dal Governatore della Banca D’Italia in data 12 gennaio 2001 e tutta la normativa successiva che queste istruzioni ha recepito e integrato.

Nel contempo richiediamo nuovamente
alle autorità competenti più attente verifiche prima della concessione delle licenze e severi controlli sistematici per l’attività di money transfer, che auspicheremmo non fosse praticata all’interno dei Phone Centers, e ribadiamo la necessità di adeguare l’arredo urbano in prossimità di questi, come già da noi pubblicamente suggerito all’amministrazione.

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