Sono circa venti anni che i Verdi a Modena sono nella maggioranza che governa questa città. Ricordo l’assessore all’ambiente Silingardi, l’assessore all’ambiente Tesauro e uno o due consiglieri comunali. Ai tempi di Silingardi è stato approvato il tracciato attuale dell’alta velocità e i Verdi hanno continuato a stare in maggioranza. Dopo sono state progettate le basi del raddoppio dell’inceneritore, della pista di Marzaglia, di approvazioni di piani e programmi che avevano, nell’ossimoro “”sviluppo sostenibile””, l’obbiettivo da raggiungere, prelevando ghiaia e argilla in tutti i modi possibili per costruire e coprire il territorio con una coltre di asfalto e cemento. Nonostante tutto questo i Verdi, bontà loro, sono sempre stati in questa maggioranza. Un alleato così fedele che serve per tranquillizzare gli ambientalisti non è facile da trovare e di questo sono preoccupate le altre componenti della maggioranza. Il sottoscritto l’anno scorso a Modena aveva provato a cambiare questa tendenza ma è stato democraticamente sconfitto. E’ stata comunque solo una questione di tempo, l’opinione pubblica lo ha capito e il consenso elettorale dei Verdi è inesorabilmente calato fino a somigliare a un prefisso telefonico. E’ chiaro che l’uscita da questa maggioranza a meno di un anno dalle elezioni amministrative è solo un tentativo dei “”soliti noti”” di riaccreditarsi come i paladini dell’ambiente sperando che gli ambientalisti (noti sognatori) dimentichino le mancate risposte corredate da tattiche astensioni e assenze strategiche.””Il massimo che si poteva fare per non uscire dalla maggioranza””. Questa era la frase tipo della sinistra radicale a Modena.
Alla retorica domanda “”Perchè proprio ora?”” di qualche politico locale penso di avere contribuito a dare una risposta.
Un’ultima riflessione: mai come in questo periodo, a Modena, ci sono cittadini che stanno facendo della partecipazione alla vita politica un valido strumento per contribuire a migliorare la vita delle persone in questa città. I problemi che Modena ha nel campo della sicurezza, dell’ambiente, dell’integrazione, della spesa pubblica, dell’aggregazione giovanile, sono sempre più evidenti e i modenesi hanno capito che delegare non basta più. Bisogna agire in prima persona e i comitati formati dai cittadini ne sono l’esempio. Per dare continuità a questo agire positivo e impedire che venga inglobato dai partiti (vedi girotondi) occorrerà che i comitati si organizzino per tempo elaborando un programma comune mettendo in soffitta le ideologie che non sono più attuali.