Il titolo non potrebbe essere meglio azzeccato.
Infatti, a fare cadere nella rete della magistratura due pezzi da novanta, due enfant prodige, della nostra politica regionale (mi riferisco ai due esponenti del Pd, Mentre la stragrande maggioranza degli italiani non arriva a fine mese e tira la cinghia, ci sono ancora persone che continuano a usare il denaro pubblico per il loro personale interesse. Non voglio ripetere quanto scritto nell’articolo della settimana scorsa , ma porca miseria, c’è un limite a tutto!
Secondo le indagini, o meglio i calcoli, fatti dalla Guardia di Finanza, nel biennio 2010-2012, sarebbero stati spesi quasi 500.000 euro per soddisfare l’atavica, si può senza ombra di dubbio definire, fame di questi signori che dopo ore di estenuante lavoro in Assemblea, invece di andare a casa dalla propria mogliettina o compagna o dalla mamma a mangiare delle buone polpettine, magari fatte con la carne avanzata del giorno prima per non buttare via niente, vanno al ristorante o in trattoria a ritemprarsi, a spese nostre, mentre ci sono tante famiglie che hanno solo uno sbiadito ricordo di quando sono andati per l’ultima volta in pizzeria.
Devo però spezzare una lancia nei loro confronti: in fondo in fondo, costoro sono meglio di tanti cittadini comuni. Infatti, quanti di noi chiudono un occhio se il negoziante non ci rilascia lo scontrino o il ristoratore ci presenta il conto su un pezzo di carta a quadretti. Loro, no! Inflessibili, richiedono tutte le ricevute, anche quelle del vespasiano. Pensate, questa è una storia che viene da lontano 1970, anche se le prime elezioni regionali vennero fatte in Sicilia nel 1947, e ciò spiega l’enorme debito pubblico di quella Regione. Immaginate il fiume di denaro che in questi quarant’anni è stato speso a beneficio di pochi. Rimaniamo però nella nostra regione e terminiamo con una domanda. Chi fu il primo a presentare una ricevuta strana?
Torniamo a Modena che nel mese di settembre ha visto due importanti appuntamenti: il primo, organizzato sabato 6 per ricordare la scomparsa del grande tenore Luciano Pavarotti, con uno spettacolo serale veramente degno della sua fama. Il secondo, la 14° edizione del Festival della Filosofia: una tre giorni che ha visto transitare per le vie della città ma non solo (anche Sassuolo e Carpi sono state coinvolte), circa 200.000 persone e sedere in cattedra 50 illustri nomi provenienti da tutto il mondo, che hanno tenuto altrettante lezioni magistrali. Ora, tralasciando questo secondo evento che, confesso non è pane per i miei denti, facciamo alcune considerazioni su quanto gira intorno al nome del Maestro Pavarotti negli ultimi tempi.
Cominciamo dal Museo. Siamo proprio sicuri che quest’ultimo debba sorgere dove c’è la sua casa natale? Se così fosse, i lavori per approntarlo in occasione dell’Expo 2015 dovrebbero iniziare immediatamente, visto che l’inaugurazione è prevista per il 1° maggio. In fondo, cosa ci vuole? L’autorizzazione a cambiare la destinazione d’uso in deroga alle destinazioni previste dal piano particolareggiato che vi individua attività ippiche in quella zona, su richiesta della vedova Nicoletta. Autorizzazione che è già stata approvata dal Consiglio a tempo di record. Rimane solo da sistemare la viabilità. E qui, mi nasce qualche dubbio. Verificato che un autobus è largo 2.55 metri, come fa a transitare su una carreggiata che misura 3,20 metri ed in alcun punti si restringe a 2,70? Il transito, è un problema già per un autovettura di medie dimensioni. Come se questo non bastasse, ci sono anche tre curve a gomito da raddrizzare. Quindi ,si tratterebbe di raddoppiare le attuali misure, anche se si volesse creare un senso unico.
A scanso d’equivoci non ho niente in contrario affinchè nasca il Museo Casa Pavarotti. Però, non scartiamo anche l’ipotesi di poterlo realizzare in altro luogo, decisamente più accessibile al momento. Il secondo motivo per cui si parla di Big Luciano è quello di dedicargli una statua nella sua città, che tanto lui ha amato e nella quale ha tanti ammiratori. Benissimo, lancio una proposta. Banca Interprovinciale ha creato una piattaforma di Crowd Funding dal nome Com Unity. Non vi sto a spiegare nel dettaglio cosa è, basta che facciate un giro nel Web e scoprirete tutto. Mi limito a dire che il crowd funding è un processo collaborativo che vede un gruppo di persone utilizzare il proprio denaro a sostegno di altre siano esse singoli individui od organizzazioni. Un aiuto che può arrivare in seguito ad una tragedia umanitaria, per progetti legati all’arte, ect… Con questo sistema la città di Torino ha potuto acquisire un importante reperto della sua storia ed esporlo alla cittadinanza senza gravare sulle casse comunali. Come vi sembra l’idea?